A tu per tu con Andrea Di Giandomenico, coach dell'Italdonne: 'Risultati frutto di programmazione e pazienza'

Paulo Coelho una volta ha detto: Tutte le battaglie nella vita servono a insegnarci qualcosa, anche quelle perdute’. E’ domenica 15 febbraio 2015. L’Italia femminile, dopo il pesante esordio casalingo contro l’Irlanda nel Sei Nazioni (sconfitta per 30 a 5) sta perdendo in Inghilterra 39 a 7. Sessantanove punti subiti in due partite, appena dodici quelli segnati. Ma è in quel momento che Andrea Di Giandomenico, guardando le sue ragazze, si rende conto dell’insegnamento offerto dal campo. E capisce il destino che attende le azzurre. “Nonostante la pesante sconfitta – ricorda il coach della Nazionale femminile -, ho visto una squadra organizzata, capace di stare in campo. Lì ho avuto la sensazione che avremmo potuto fare di tutto”. L’Italia da quel giorno non si sarebbe più fermata. Vittoria in Scozia 31 a 8 e vittorie in casa contro Francia, 17-12 e Galles 22-5. Unica Nazionale italiana ad aver conquistato tre vittorie nello storico torneo continentale.
Andrea, che sensazioni si provano in un momento così?
“Una gioia immensa e una grande soddisfazione. Ma sono sentimenti equilibrati, consapevoli, non solo per i risultati ottenuti, ma anche per il lavoro svolto. Sì, siamo euforici, ma in maniera consapevole”.
I risultati dell’Italia raccontano di una crescita costante del movimento femminile.
“C’è una pianificazione del lavoro che, senza fretta, favorisce la formazione delle giocatrici e le coinvolge direttamente nella crescita. Io credo alla linea federale, però c’è bisogno di tempo per i risultati. Il nostro lavoro è cominciato sei anni fa, ma abbiamo dimostrato che i risultati arrivano. C’è inoltre da sottolineare la crescita dell’attività regionale femminile e il lavoro delle società che danno una spinta importante al movimento”.
Il rugby femminile in Italia non è professionistico. Quali difficoltà incontrate nel gestire il vostro gruppo di atlete?
“Sicuramente c’è poco tempo per  preparare le partite e poche occasioni per lavorare insieme. Però l’altra faccia della medaglia è una forte motivazione che spinge le ragazze a giocare. Cerchiamo comunque di inserire gradualmente più incontri in calendario, come i test match”.
L’Italia femminile sorride, quella maschile no. Che eredità ci lascia questo Sei Nazioni?
“Io penso che il lavoro paghi sempre. Se si lavora con un metodo e un’idea allora le cose vanno avanti. Se guardiamo l’altro rugby, quello maschile, entriamo in una sfera professionistica e parliamo di un’altra dimensione”.
Allora che eredità lascerà per la Nazionale femminile.
“Le tre vittorie sono una buona ipoteca per il Mondiale del 2017. Da qui al campionato del Mondo passano altri due Sei Nazioni: dobbiamo continuare a inserire gradualmente più giocatrici e continuare  così”.
Quali strumenti ha in mano il rugby femminile per crescere ulteriormente?
“Attraverso il Seven può attirare un certo numero di atlete, anche se indubbiamente è il 15 la vera linfa del rugby. Comunque con investimenti seri nel Seven il movimento potrebbe crescere ancora”.
Nell’euforia generale, domanda in controtendenza. C’è qualcosa che non le è piaciuto in questo Sei Nazioni delle azzurre?
“Sinceramente no. La crescita della squadra si accompagna anche a una crescita dal punto di vista organizzativo. Un allenamento in Italia, uno prima della partita e poi in campo: abbiamo cercato di ottimizzare tutto nonostante il tempo a disposizione fosse sempre poco. E siamo sempre stati in sintonia”.
Quale sarà il futuro di Andrea Di Giandomenico?
“Ho avuto molto dalla Federazione in termini di occasioni e soddisfazioni. Vorrei continuare a lavorare per la Federazione e sono pronto a continuare ad allenare la Nazionale femminile. Certo, tutti abbiamo bisogno di nuove sfide, anche se adesso non penso ad altro. Per questo però parlo di un entusiasmo consapevole”.
Riassuma in un aggettivo il cammino della Nazionale femminile in questo Sei Nazioni.
“Non saprei, non credo sia possibile ridurre quanto fatto a una parola sola”.

 

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

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