Addio a Paterson per la Scozia

Chris Paterson

Chris Paterson, il giocatore con più presenze nella storia della Scozia, ha annunciato il ritiro dalla scena internazionale dopo 12 anni di onorato servizio, in cui ha iscritto il proprio nome negli annali a suo di record infranti. Ad essere ricordate saranno soprattutto le capacità balistiche del suo piede destro, che per oltre un decennio ha rappresentato uno dei maggiori punti di forza per la Scozia ed un vero e proprio incubo per gli avversari, come ben sa l’Italia, che si è vista sfuggire di un soffio i quarti di finale a Francia 2007. Tra l’agosto 2007 e il giugno 2008, “mister 100%” ha infatti indirizzato in mezzo ai pali ben 36 calci consecutivi! Macchina da punti micidiale – alla fine saranno 809, con 22 mete, 170 calci di punizione, 90 trasformazioni e 3 drop goal – non è riuscito però a superare il record di mete segnate, 24, appartenente a Tony Stanger e Ian Smith. L’ultima meta internazionale del talento lanciato dal Gala – la cui carriera è stata costruita interamente in Scozia, tranne per un anno sfortunato in Premiership con Gloucester – risale infatti alla World Cup 2007 con la Romania.

In un’intervista exclusive a www.scotlandrugbyteam.org Paterson ha svelato: «Ho sempre detto che avrei voluto lasciare al massimo livello del gioco, mentre sono ancora in grado di giocare. Il mio obiettivo maggiore era giocare per la Scozia alla mia quarta Rugby World Cup, soprattutto dopo l’inforunio che mi è capitato in occasione del mio centesimo cap. Sono andato in Nuova Zelanda, non solo, credo di aver giocato anche bene e la mia ultima partita, contro l’Inghilterra all’Eden Park, è stato un qualcosa di speciale, con un’atmosfera brillante e una gara talmente intensa. Da quando sono tornato, ho avuto il tempo per pensarci e credo che sia il momento giusto per prendere la decisione, soprattutto perché stavo ancora giocando bene a quel livello. La mia paura peggiore sarebbe quella di svalutare quanto ho raggiunto, svilire la maglia. Devi fermarti ad un certo punto e questo è il momento giusto per me».

34 anni il prossimo marzo, Paterson continuerà dunque a giocare solo con il suo club, l’Edinburgh Rugby, fino al termine dalla stagione, quando scadrà il suo contratto. Solo a quel punto dovrebbe decidere se proseguire o meno con il rugby giocato – Ediburgh ha l’opzione per un ulteriore anno – mentre la sua carriera internazionale si conclude così con 108 caps e ben 805 punti all’attivo. In ogni caso in Scozia verrà ricordato come un esempio di professionismo dentro e fuori dal campo, un ambasciatore positivo per il rugby scozzese, un ero sportivo la cui parabola è iniziata nel lontano 1996. Meriti che il campione ha voluto condividere con quanti hanno lavorato con lui in tutti questi anni, ma anche con quanti lo hanno preceduto, fungendo a loro volta da esempio positivo.

In occasione dell’addio, molti sono stati anche i tecnici e gli ex compagni a spendere parole positive nei suoi confronti, a cominciare da Duncan Hodge, allenatore dei calciatori della Scozia, già compagno di squadra di Mossy in occasione del suo esordio internazionale, corno la Spagna durante la Coppa del mondo del 1999. Un esordio senza alcuna incertezza, ricorda Hodge, il cui primo incontro con Paterson e con il suo incredibile piede è stato perà in occasione del Sevens di Melrose. Fortunato per aver condiviso il campo con Mossy, si è detto anche il compagno di sempre – a Edinburgh come in nazionale – Mike Blair, che ha svelato quanto Patterson sia competitivo e dedito al lavoro, tanto da primeggiare in molti dei test fisici ed atletici. Abilità che gli permetterebbero, secondo Blair, di giocare a livello internazionale per almeno altre due stagioni.

Convinzioni condivise anche da Gregor Townsend, allenatore dell’attacco della Scozia e secondo allo stesso Paterson per numero di caps internazionali: «Quando penso a Chris, le parole professionismo, competitività e umiltà sono strettamente legate alla condotta tenuta nella sua illustre carriera. Potrei solo aggiungere Ispirazione, perché posso solo immaginare quante migliaia di ragazzini hanno iniziato a giocare in Scozia grazie ai suoi exploits sul campo e al suo esempio al di fuori di esso. Il modo in cui si è dedicato a migliorarsi è stato anche d’esempio per molti dei suoi compagni di squadra, per migliorare i loro standard, spingendoli a domandarsi se stessero facendo abbastanza per raggiungere il loro pieno potenziale».

Potete leggere il tributo completo a Chris Paterson su www.scotlandrugbyteam.org. Sono intanto tre le opzioni per prenderne il posto nel XV scozzese: Hugo Southwell (Londond Wasps), Rory Lamont (Glasgow Warriors) o il 19enne Stuart Hogg, anche lui in forza agli Warriors.

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

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