Salary Cap, i Saracens restano sotto torchio

La gestione finanziaria dei Saracens in materia di tetto salariale sarà oggetto di nuovi accertamenti, sembra infatti che le giustificazioni del club non abbiano convinto le autorità della Premiership che continuano a contestare alla squadra nord londinese la poca chiarezza in merito ai compensi dei propri giocatori.

Sotto indagine ormai da mesi pare che il club abbia giustificato il ritardo nella comunicazione dei compensi di alcuni giocatori come “una svista interna”.

Ricordiamo che al momento nella Premiership, tolti i marquee players e poche altre deroghe, vige un tetto salariale per team di 7 milioni di sterline. Le autorità garanti della federazione contestano al club di aver ecceduto ripetutamente questo importo per mezzo di pagamenti occulti ai propri top players che sarebbero stati elargiti mediante partecipazioni in investimenti del proprietario del club Nigel Wray.

I Saracens continuano comunque a smentire queste insinuazioni, dichiarando di aver agito nel pieno rispetto del regolamento e anzi di aver comunicato più del dovuto al garante del salary cap.

Wray ha rilasciato una dichiarazione nelle scorse settimane in cui afferma: ” il club rende noti a titolo preventivo tutti i co-investimenti quando si pattuiscono, anche se non sarebbe tenuto a farlo” 

Pronta è arrivata la risposta della Premiership

“I club sono tenuti a fornire al manager del salary cap informazioni su qualsiasi accordo tra squadra e giocatore che possa costituire un pagamento o un beneficio in natura” 

Quando il problema fu sollevato dai media nei mesi scorsi il club Saracens non ci aveva fatto pervenire i dettagli di tutti i propri co-investimenti stipulati con giocatori, ora abbiamo questo materiale e lo analizzeremo”

Di diverso avviso è la dirigenza del club che in una nota ufficiale ha dichiarato che:

anche se i co-investimenti non rientrano nei rapporti che le normativa sulle retribuzioni obbliga a comunicare alla federazione, abbiamo reso noti questi accordi in buona fede divulgando effettivamente più informazioni di quelle necessarie

Le sanzioni per il superamento del tetto salariale comportano il pagamento di una multa e una possibile detrazione di punti che può arrivare a un massimo di 35 punti di penalizzazione, particolare non da poco per il club campione dello scorso anno e attualmente secondo in campionato.

Per gli Scarlets in arrivo la seconda linea tongana Sam Lousi.

La seconda linea tongana Sam Luosi ha firmato con gli Scarlets e sarà quindi portacolori del club gallese per la stagione 2019-2020.

Il 27enne, attualmente in forza agli Hurricanes  ha saputo distinguersi giocando con continuità nelle ultime stagioni di Super Rugby ed è al momento nella lista dei papabili che potrebbero prendere parte alla Coppa del Mondo del prossimo settembre.

Continua quindi la campagna acquisti degli Scarlets, infatti l’annuncio dell’arrivo di Lousi si va ad aggiungere a quelli del rinnovo di Jonathan Davies, Ken Owens e Rob Evans, freschi vincitori del Grand Slam e dell’arrivo dell’estremo Johnny McNicholl.

Il general manager del club Jon Daniels ha accolto con grande entusiasmo la notizia:

“Sam ha disputato partite importanti con gli Hurricanes ed è stato un giocatore chiave la scorsa stagione sarà sicuramente un grande rinforzo per la squadra”

“Sam è un portatore di palla forte e aggressivo e possiede delle “handling skills” che si adattano perfettamente al nostro stile di gioco”.

Gli Scarlets blindano i propri talenti.Rinnovo per Jonathan Davies, Ken Owens e Rob Evans.

Quale miglior modo per un club gallese come gli Scarlets di festeggiare il grande slam della propria nazionale al 6 nazioni se non quello di rinnovare il contratto proprio a tre giocatori chiave dello storico successo.

La squadra di Llanelli non ha perso l’occasione e con grande orgoglio ha annunciato il rinnovo per il tre quarti Jonathan Davies, il tallonatore Ken Owens e il pilone Rob Evans. Il tridente gallese sarà quindi legato al club per le prossime stagioni.

Tutti e tre i giocatori provengono dall’accademia gallese e nella stagione 2016/2017 hanno contribuito proprio al trionfo degli Scarlets in Pro12.

Gli elogi sono arrivati dall’attuale coach della squadra Wayne Pivac che in procinto di cedere lo scettro al collega Brad Mooar ha affermato:

“Sono stati dei giocatori fondamentali per i successi delle ultime stagioni e so bene come Brad , il futuro coach della squadra, fosse impaziente di assicurarsi la loro disponibilità anche per le prossime stagioni”

Soddisfazione trapela anche dalle parole dei giocatori.

Il portacolori dei British and Irish Lions nel 2017 Jonathan Davies:

“non potrei essere più felice, sono contento di restare agli Scarlets. Sono molto carico per il finale di stagione e dopo aver parlato con il nuovo coach ho deciso che voglio far parte di quello che avverrà nelle prossime stagioni”.

il tallonatore Ken Owens:

“mi aspetto un gran finale di stagione e di continuare costruire sui successi degli ultimi anni”

Tetto salariale, i Saracens sotto la lente d’ingrandimento della Premiership.

Tutto è partito da un’inchiesta del quotidiano inglese Daily Mail che in un recente articolo ha dichiarato di essere in possesso di documenti che proverebbero come il club Saracens, vincitore della scorsa Premiership, abbia violato le regole in materia di tetto salariale.

Sembra infatti che il proprietario del club londinese, Nigel Wray abbia pattuito posizioni di rilievo o addirittura ceduto quote societarie di aziende di sua proprietà ad alcuni giocatori aumentando così in modo occulto i loro salari ed eludendo il Salary Cap.

Ricordiamo che nella English Premiership vige un tetto salariale,che i club non possono assolutamente superare, di 7 milioni di sterline con la possibilità di non conteggiare 2 giocatori della squadra.

Le transazioni sospette riguarderebbero la seconda linea Maro Itoje , l’apertura Owen Farrell e i fratelli Vunipola.

La Premiership ha deciso di aprire un’inchiesta per far chiarezza su queste voci. Naturalmente non prenderà in esame solo il club londinese ma anche altre squadre della lega.

I Saracens intanto si difendono affermando che tutte le transazioni sono state regolarmente comunicate al responsabile del salary cap della lega.

Intanto in molti si sono espressi sulla questione. Il mediano di mischia degli
Harlequins e della nazionale Inglese Danny Care ha affermato:”ci sono sempre state voci e insinuazioni in merito a come essi potessero permettersi giocatori di livello così alto”.

Nations Championship svelata ma non convince ancora, Bill Beaumont corre ai ripari, riunione straordinaria per salvare il mondiale 2019

In un clima davvero teso, fatto di indiscrezioni e smentite che vede squadre nazionali come Tonga, Fiji e Samoa minacciare addirittura di boicottare il prossimo mondiale la World Rugby, la federazione internazionale, ha deciso di fare un po’ di chiarezza e in video promozionale ha presentato il progetto Nations Championship.

Come avrete capito stiamo parlando della tanto discussa idea di costituire un campionato internazionale che prenda il posto dei test match estivi e autunnali. L’ idea, nell’aria da tempo, è tornata prepotentemente alla cronaca nei giorni scorsi quando, trapelata l’indiscrezione che il torneo avrebbe incluso solo 2 squadre al di fuori dal 6 nazioni e dalla Rugby Championship, le nazionali Tonga, Fiji e Samoa profondamente risentite hanno minacciato di non prendere parte alla coppa del mondo del prossimo settembre.

Nella speranza di rasserenare un po’ il clima la World Rugby ha reso pubblica la propria idea. Il nuovo torneo si chiamerà Nations Championship dovrebbe partire nel 2022 e si giocherebbe annualmente salvo pause negli anni della coppa del mondo e dei British & Irish Lions.

Secondo il format presentato sarà composto da 2 conference: la conference europea e quella del resto del mondo.

Ogni Conference sarà a sua volta composta da 3 divisioni. Nella prima militeranno le squadre top del Ranking mondiale, per intenderci nella “European Conference” le squadre del 6 nazioni e nella ” Rest of the world Conference” quelle del Rugby Championship più altre due selezionate in base al Ranking globale. Queste 12 squadre si giocherebbero l’accesso alle semifinali del torneo mediante un sistema di scontri diretti composti da 11 partite contro le 5 squadre della propria divisione e le 6 dell’altra Div1. Le semifinali e finali si dovrebbero tenere alla fine di novembre.

Per quanto concerne le squadre della divisione 2 il concetto è lo stesso solo che, secondo l’idea della World Rugby in palio ci sarebbe la promozione alla div1 mediante incontri di playoff con le squadre classificate ultime nella divisione maggiore. Questo sistema di promozioni e retrocessioni secondo l’idea di fondo dovrebbe dare l’opportunità anche alle nazionali minori di emergere

Stesso discorso anche per la Division 3 che si comporrebbe di 16 squadre per emisfero.

Le critiche sollevate sono molte, e non ci si potrebbe aspettare altrimenti vista la radicale rivoluzione che ci viene prospettata. In primis seppure il 6 nazioni sembrerebbe essere tutelato rientrando negli 11 scontri diretti sappiamo che gli organizzatori sono molto avversi al sistema delle retrocessioni. Stando al format poi, verrebbe data la possibilità ai vincitori della div 2 di emergere ma si precluderebbe la possibilità per le altre della divisone di confrontarsi con le nazionali più forti. Un altro punto cruciale è il fatto che ogni match sarebbe decisivo, e i sindacati dei giocatori hanno evidenziato come un torneo annuale di questa portata potrebbe essere eccessivamente provante a livello psicofisico per i giocatori tenendo conto anche degli impegni con i club.

Interessante è il capitolo diritti televisivi che la World Rugby avrebbe intenzione di vendere in maniera aggregata e collettiva.

È da sottolineare il fatto che attualmente di deciso c’è ben poco e anzi quasi sicuramente qualcosa cambierà probabilmente già settimana prossima. Il presidente del World Rugby, Bill Beaumont, infatti ha convocato un’ assemblea d’urgenza con i sindacati dei giocatori e le federazioni per far chiarezza e risolvere la questione Fiji, Samoa e Tonga che rischia di compromettere lo svolgimento del mondiale di Jappone 2019. Il presidente ha comunque sottolineato come per il bene dello sport sia necessario innovare e percorrere strade innovative affrontando anche scelte difficili. Il progetto resta comunque in una fase di feedback tesa ad ascoltare i suggerimenti di federazioni e giocatori per creare un torneo che soddisfi le esigenze di tutti.

Affare fatto, con £200 milioni la società finanziaria CVC Capital ha acquistato il 27% delle azioni della Premiership

L’affare era nell’aria già da tempo, erano mesi che i club e la dirigenza del massimo campionato inglese stavano intavolando un accordo con la nota società finanziaria in passato già azionista di MotoGP e Formula 1. E se lo scorso settembre alla proposta di acquisto del 51% del pacchetto azionario i club avevano risposto all’unanimità con un secco no, ora si son mostrati ben più disponibili accettando la cessione di una quota di minoranza (27%) alla diciamo non certo modica cifra di 200 milioni di sterline.

Un accordo storico per la Premiership inglese che troverebbe così le risorse per un’espansione ancora più rimarcata. La cessione dovrebbe concludersi nel primo trimestre 2019 ma l’entusiasmo è già alle stelle.

Ian Ritchie, presidente della Premiership Rugby:
“CVC supporta la nostra visione di crescita di questo sport e non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con loro per portare Premiership Rugby al livello successivo”.
“Abbiamo concordato che i proventi derivanti dall’investimento di CVC Fund VII saranno reinvestiti per stimolare la crescita continua nello sport, a beneficio di tifosi, club e giocatori”

L’amministratore delegato della Premiership Mark McCafferty è convinto che questa mossa contribuirà ad attirare l’attenzione dei media mondiali sul campionato inglese:
“Da quando la Premiership Rugby è stata costituita nel 1997, la nostra proprietà ha investito oltre 400 milioni di sterline per costruire i club e la competizione, che oggi vede la Gallagher Premiership trasmessa in oltre 200 paesi in tutto il mondo”


“Questo è il momento perfetto per identificare il partner giusto che ci possa aiutare ad accelerare la nostra crescita.

“Sviluppare ulteriormente l’appeal globale e il seguito della Gallagher Premiership attraverso l’investimento nel prodotto e nell’esperienza dei fan è una delle priorità principali per la partnership”.

E in questo clima di ottimismo e fermento c’è anche chi avanza idee rivoluzionarie come Nigel Melville della RFU che propone addirittura di dividere il campionato in 2 conference sulle orme del sistema NFL del football americano.

Vedremo se l’ingresso di CVC Capital porterà a novità e sopratutto alla crescita del campionato inglese, intanto resta indubbia l’importanza di questo accordo per lo sport business e il rugby inglese.

Joe Schmidt, resterà o se ne andrà? La decisione verrà resa pubblica la prossima settimana

Ha portato l’Irlanda dall’ottavo al secondo posto del Ranking mondiale, ha vinto tre sei nazioni con il grande slam dello scorso anno,  ha le carte in regola per arrivare da protagonista al mondiale del prossimo anno, che dire in 5 anni Joe Schmidt ha fatto un ottimo lavoro in Irlanda.

Ma il coach da tempo riflette sul proprio futuro. Il suo contratto scadrà dopo il mondiale e con la sua nazionale, quella Neozelandese, che gli strizza l’occhio Joe è combattuto tra l’idea di continuare con quel bel gruppo che ha costruito e di cui sta raccogliendo i frutti rendendo l’IRFU entusiasta, o lasciare e tornare dalla sua famiglia in Nuova Zelanda e magari chissà collaborare proprio con quegli All Blacks che sabato scorso ha battuto 16-9.

La decisione? La sapremo settimana prossima:

È una decisione che probabilmente non sarà finalizzata fino a domenica, ma che certamente verrà resa nota all’inizio della prossima settimana”, ha detto Schmidt. Tutta via è una decisione che è arrivata da molto tempo” e che certo non è stata facile e che ha rimuginato parecchio. 

“Ad essere onesti, mi sono tormentato abbastanza per questa decisione, probabilmente sarò il più sollevato di tutti quando sarà finalmente ufficializzata.”

Aspettiamo quindi la prossima settimana ma qualunque sia la decisione una cosa è certa: Schmidt ha lasciato il segno in Irlanda e ha rimesso in moto il movimento rugbistico  della nazione del trifoglio.

L’ ex capitano irlandese Paul O’Connell in merito ha dichiarato in radio alla BBC :

“la federazione dovrebbe con un offerta generosa rendere l’eventuale addio di Schmidt “finanziariamente irresponsabile”. Il suo stile di allenamento e la sua filosofia stanno filtrando in tutte le province. Sta penetrando nelle scuole e nel rugby giovanile. Sta avendo un grande effetto in generale su tutto il rugby irlandese. Quindi l’IRFU deve tenere in considerazione non solo i grandi risultati ottenuti con la nazionale ma deve quantificare anche l’impatto che sta avendo sul movimento.”

 

 

Kappa® sarà lo sponsor tecnico dei Salford Red Devils per le prossime tre stagioni.

Sarà l’azienda italiana Kappa® lo sponsor tecnico per i prossimi 3 anni del club di rugby a 13  Salford Red Devils.

Lo ha annunciato l’AD del club,militante in Super league, Ian Blease:

“Siamo lieti di aver raggiunto un accordo con un marchio riconosciuto globalmente come Kappa. Essa è un azienda che ha collaborato con alcuni dei più celebri club sportivi e ha già disegnato fantastiche attrezzature per altre squadre di Rugby League, so già che hanno in serbo idee brillanti e regaleranno sicuramente ottimi prodotti ai nostri fans già a partire dal kit di casa 2019. È fantastico per noi far parte del loro team”

Ha espresso soddisfazione anche il responsabile delle vendite (settore rugby ) del celebre marchio italiano, Alan Kaylock :

“Kappa è felice di poter collaborare con i Salford Red Devils per le prossime tre stagioni. I Salford sono una squadra piena di ambizioni e promesse, unire le forze con loro in questa fase è una vittoria significativa per Kappa e non vediamo l’ora di iniziare a lavorare con il club”.

 

 

 

Kingspan continuerà a sponsorizzare Ulster per altri 4 anni.

È un legame solido quello che unisce Kingspan, colosso dell’edilizia eco sostenibile e l’Ulster Rugby. Dal 1999 infatti queste due realtà collaborano per, riprendendo le parole Pat Freeman  AD dell’azienda inglese,  “portare nuove generazioni di giocatori e tifosi ad amare questo sport”.

Un esempio virtuoso di impresa che investe nel sociale e nello sviluppo culturale del proprio territorio che sembra voler perdurare ancora a lungo infatti, dopo l’acquisto a titolo decennale dei diritti di denominazione dello stadio di Ulster, Kingspan ha rinnovato fino al 2023 il ruolo di main jersey sponsor  della prima squadra.

Grande entusiasmo traspare proprio dalle parole del già citato amministratore delegato di Kingspan Water & Energy

Siamo molto lieti di estendere la nostra sponsorizzazione di Ulster Rugby per altri quattro anni. Ulster è il luogo dove è stata fondata Kingspan ed è la base da cui siamo partiti per crescere e  diventare un’azienda globale attiva in oltre 70 paesi” 

“noi ci identifichiamo nell’impegno che i giocatori mettono in campo attraverso il lavoro di squadra e nell’orgoglio che esprimono giocando al massimo livello. Noi come azienda speriamo che il nostro aiuto possa portare le nuove generazioni ad amare questo sport”.

Felicitazioni arrivano anche da  Fiona Hampton responsabile del marketing del club di Belfast:

“Siamo lieti di continuare la nostra collaborazione con Kingspan. È una partnership a lungo termine che vede due marchi internazionali uniti per perseguire  valori e aspirazioni comuni.”

 

Le entrate dei Leicester Tigers hanno superato quota £20 milioni nell’esercizio 2017/2018

Pare che la stagione 2017/2018 sia stata particolarmente proficua a livello economico per i Leicester Tigers. Da quanto emerge dal bilancio appena pubblicato infatti pare che le entrate del club inglese siano aumentate considerevolmente passando dai £19,7 milioni dello scorso anno ai £ 20,4 milioni dell’ultimo esercizio.

I maggiori fautori di questa crescita sembrano essere  gli introiti da sponsorizzazioni cresciuti addirittura dell 11% grazie all’ingresso di nuovi partner e alla consolidazione dei rapporti con quelli già esistenti.

Molto buoni anche i proventi derivanti della vendita dei biglietti, sono 250 000 in totale quelli venduti per le partite al Welford Road con una media record di 22883 spettatori a partita.

Risultati davvero incoraggianti che però non hanno permesso al club di chiudere in positivo, infatti il risultato prima delle imposte resta comunque in negativo di £ 991.000 contro i £686.000 dell’anno precedente. Situazione questa che si allinea a quella degli altri club della premiership come già trattato in precedenti articoli.

Il presidente del club Peter Tom ha commentato così i risultati economici della propria squadra:

“Lo sport professionistico è un mercato molto competitivo, soprattutto a livello d’élite. Il  prestigio dei Lecester Tigers ci permette comunque di stabilire relazioni gratificanti con i nostri partner commerciali e di godere allo stesso tempo di un ampio supporto  durante le partite. “

“Il club ha raggiunto redditi da record in molte aree durante il 2017/18, sviluppando relazioni commerciali e accogliendo più di 250 000 fan nelle partite di Premiership al Welford Road. Siamo molto grati a tutti coloro che supportano  il club perché ognuno di loro ha un ruolo fondamentale nel business. I nostri sostenitori danno un incredibile impulso alla squadra”. 

 

 

 

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