Secondo indiscrezioni sarà l’ Hong Kong and Shanghai Banking Corporation (HSBC) il main sponsor del Sei Nazioni 2019

Che i rapporti con lo storico sponsor RBS (Royal Bank of Scotland)  fossero ormai compromessi lo si era capito già lo scorso anno quando la dirigenza del prestigioso torneo aveva deciso di respingere l’offerta del gruppo bancario , interrompendo così un connubio durato ben 14 anni, stimando che l’offerta risultasse troppo bassa rispetto alle stime che attribuivano ai diritti del sei nazioni un valore di £100 milioni in sei anni.  La vicenda si era risolta in modo abbastanza paradossale infatti complice la Brexit il mondo delle sponsorizzazioni non era disposto a pagare i £100 milioni richiesti dagli organizzatori e si aggiudicò la sponsorizzazione  NatWest, una società affiliata a RBS, con un offerta di £11 milioni per l’edizione 2018,  molto meno di quanto offerto in precedenza da RBS…

Ma se la sponsorizzazione accordata per la scorsa edizione è parsa una frettolosa corsa ai ripari, per il prossimo anno il Sei Nazioni sembra deciso a trovare un nuovo “Main Sponsor”. Il maggior indiziato sembra essere un altro gruppo bancario già attivo nel mondo del rugby l’ HSBC (Hong Kong and Shanghai Banking Corporation ). Il potente gruppo asiatico già patrocinante del World Rugby Sevens Series e dei tour 2009 e 2013 dei “British & Irish Lions” sarebbe particolarmente interessato a una sponsorizzazione pluriennale, e ciò in linea con i piani della dirigenza potrebbe donare al torneo un risalto mediatico ancora maggiore. Staremo a vedere quello che sembra quasi certo però è che la relazione tra Six nations e NatWest sembra destinata a concludersi dopo un solo anno salvo inaspettati colpi di scena.

Il Connacht presenta un progetto da 30 milioni per riqualificare lo storico”Sportsground”.

È in programma un massiccio restyling dello “Sportsground” di Connacht, lo ha annunciato l’amministratore delegato del club irlandese  Willie Ruane.

Lo stadio avrà 12000 posti a sedere e sarà polifunzionale, resterà quindi l’anello adibito alla corsa dei levrieri che già campeggia intorno al campo da rugby. Accanto allo stadio oltre a nuovi campi dall’allenamento verrà costruito un “high-performance training centre” ossia un centro di preparazione atletica e assistenza medica all’avanguardia che secondo le parole del CEO “garantirà ai giocatori del Connacht e a quelli delle giovanili l’accesso a strutture che permettano loro di esprimere il proprio potenziare e rendere al meglio.”

L’opera, il cui costo stimato si aggira intorno ai 30 milioni, verrà finanziata in parte da fondi privati e in parte dalla pubblica amministrazione grazie al fondo per le infrastrutture sportive istituito dall’Irlanda. Questa manovra si allinea perfettamente alla “National Sports Policy” e al progetto Irlanda 2040 volti a investire elevate somme in opere in grado di portare lustro e crescita, anche sportiva, all’Irlanda.

L’investimento è elevato ma commisurato alla crescente importanza economica che il club sta ottenendo nella regione infatti secondo una ricerca del 2016 pare che la squadra militante in EU Challenge Cup negli ultimi anni abbia creato un giro d’affari di oltre 34 milioni nella zona. Questo progetto quindi in ottica futura ambisce a portare crescenti benefici alla comunità e sviluppo nell’Irlanda occidentale.

Il centro oltre a ospitare le partite di rugby e le corse dei levrieri sarà aperto alla comunità che secondo il progetto presentato potrà beneficiare delle strutture che diverranno sede anche di associazioni e organizzazioni locali.

L’IRFU ha espresso entusiasmo alla notizia dell’ambizioso progetto:

“lo Sportsground è  la sede del rugby in Connacht dal 1927 ed è giusto che il club sviluppi il centro. La provincia ha fatto enormi progressi dentro e fuori dal campo e lo sviluppo di queste strutture sosterrà il Connacht Rugby nel futuro. Un centro di allenamento ad alte prestazioni e uno stadio moderno saranno importanti per il futuro del rugby nell’Irlanda occidentale,  l’IRFU esprime pieno appoggio e attende con impazienza la realizzazione di questo entusiasmante progetto “

Tony Brown guiderà i Sunwolves nella stagione 2019, Jamie Joseph lascia per preparare al meglio la nazionale nipponica.

I Sunwolves  hanno annunciato che sarà Tony Brown, già allenatore dell’attacco del club, a sostituire Jamie Joseph nella prossima stagione di super rugby.  Joseph infatti nei giorni scorsi ha reso pubblica l’intenzione di volersi dedicare a pieno alla preparazione della nazionale giapponese in vista del mondiale di casa del prossimo anno.

Tony Brown 43 anni e un passato da All Black sembra l’uomo giusto per guidare i Sunwolves nel Super Rugby. Il club giapponese nato nel 2015 sta lavorando duramente per arrivare a competere con le grandi del super rugby ma il percorso non è affatto facile infatti lo scorso anno il club con base a Tokyo si è classificato all’ultimo posto della “Australian Conference” con 3 vittorie e 13 sconfitte. Risultati di certo non esaltanti ma il club è comunque in crescita e la presidenza agendo con lungimiranza è sicura che nei prossimi anni la squadra potrà competere

Le parole del neo-allenatore:

“è un onore continuare  a far parte dello staff dei Sunwolves (ora come head coach n.d.r) . Come squadra e come club crediamo di aver fatto grandi miglioramenti dentro e fuori dal campo in questo 2018. La nostra priorità nel 2019 è continuare a crescere, così facendo io, il mio staff e la presidenza crediamo di poter portare i Sunwolves a competere con le migliori squadre del Super rugby.”

Just do it® e Nike l’ha fatto miglior performance di Borsa sul Dow Jones!

Coloro avevano storto il naso alla notizia dell ingaggio del ex quarterback e ora acceso attivista anti-Trump Colin Kaepernick come testimonial per i trent’anni dello slogan “Just do it” ora si devono ricredere, la nuova linea vende parecchio e Nike vola!

I recenti scandali in merito a presunte discriminazioni e  sessismo che hanno portato alle dimissioni di sei executives non hanno fermato il gigante di  Beaverton che ora dati alla mano risulta essere il titolo più performante del panorama Dow Jones,  il più noto indice azionario della borsa di New York.  Con un incremento di 36 punti percentuali infatti il colosso dello sportswear supera altri baluardi statunitensi come Microsoft (+33,6%) e Visa Inc (+31,6 per cento).

E se nei campi da gioco e in pista nike sta infrangendo record su record, basti pensare al keniano griffato nike Eliud Kipchoge che ha appena infranto il record della maratona, sui mercati i risultati non sono meno  considerevoli venerdì scorso il titolo ha toccato infatti quota 86 dollari, record storico per la casa dello swoosh. 

le vendite continuano a crescere nel quarto trimestre d’esercizio sono aumentate del 13%  (9,8 miliardi di dollari di incremento per intenderci).

E chissà se questi risultati decisamente incoraggianti  convinceranno Nike a ritornare con convinzione nel mondo del rugby. Attualmente l’azienda accosta il proprio marchio “solo” alla nazionale argentina e ai Saracens, in linea con quanto dichiarato nel 2013 quando il Tolosa cambio sponsor tecnico dopo 23 anni e Nike annunciò di volersi gradualmente allontanare dal mondo del pallone ovale da tempo non considerato un “core business” per la multinazionale dell’Oregon. Staremo a vedere.

 

 

ANDREA BRONZINI IN PRESTITO AL RUGBY VIADANA 1970

Il trequarti classe ’97 Andrea Bronzini tornerà a giocare al Viadana, lo ha annunciato il direttore sportivo del Benetton Rugby Antonio Pavanello.

Non si tratta di una separazione, tutt’altro infatti il prestito seguirà la formula del  permit player  dunque il 21enne si allenerà a Ghirada nella prima parte della settimana e in caso di non impiego in Pro14  raggiungerà Viadana per preparare gli impegni di Top 12.

Si tratterebbe quindi di un espediente messo in atto per permettere al giocatore di accumulare minuti preziosi e continuare il proprio percorso di crescita restando comunque a disposizione del Benetton. In effetti il giocatore lo scorso anno non ha giocato molto solo  7 presenze tra Guinness PRO14 e Champions Cup.

Le parole del direttore sportivo del Benetton Rugby

“In seguito ad una serie di infortuni che ne hanno condizionato il suo impiego durante il pre-stagione, in sintonia con Andrea abbiamo deciso che la cosa migliore per lui fosse trovare un accordo con Viadana per permettergli di collezionare un buon minutaggio ed al tempo stesso essere utilizzato qui Treviso nelle vesti di permit player. Abbiamo scelto Viadana, anche se solitamente lavoriamo con i club veneti, per farlo lavorare in un ambiente a lui familiare e metterlo nelle condizioni di performare al meglio sin da subito”.

RUBEN VAN HEERDEN firma con gli SHARKS

La talentuosa seconda linea ventenne Ruben van heerden ha firmato un contratto triennale con i Cell C Sharks.

Dopo aver rappresentato la nazionale U20 sudafricana e aver fatto il proprio debutto nel Super Rugby ,Ruben ha deciso di lasciare i Vodacom Bulls per approdare agli Sharks.

L’allenatore del club sudafricano Robert du Preez  ha espresso grande entusiasmo

“Ruben è una seconda linea talentuosa, un ottimo acquisto per gli Sharks. Il ragazzo è un talento naturale e ha le qualità per diventare una grande seconda linea. Gli diamo il benvenuto nella famiglia Sharks”

 

Il ruolo del tifoso

Nei giorni scorsi le immagini che immortalano un acceso litigio tra la terza linea dei Wallabies Lukhan Tui e un tifoso hanno fatto il giro del mondo. Secondo una ricostruzione non ancora ufficializzata pare che il “supporter”, se si possa ancora  definire tale, alterato per la sconfitta subita dalla nazionale Australiana contro l’Argentina si sia avvicinato al giocatore mentre era impegnato a parlare con la famiglia e abbia iniziato ad insultarlo, Tui già provato per la perdita in settimana del patrigno pare sia arrivato alle mani quando l’uomo ha coinvolto nella discussione anche un familiare del giocatore, secondo indiscrezioni la sorella minore.

La lite si è risolta grazie all’intervento dei compagni di squadra di Lukhan e l’allontanamento del tifoso dallo stadio. La vicenda è un caso isolato e non dovrebbe comunque creare ripercussioni nemmeno per l’irrispettoso tifoso infatti, interpellato dalla federazione, il giocatore ha affermato di non voler intraprendere azioni legali.

Il CEO della federazione australiana Raelene Castle ha dichiarato:

“le emozioni dopo la partita di sabato sera erano tante e capisco come possano essere frustrati i tifosi dei Wallabies  dopo un risultato come quello”

Se nelle parole di Castle c’è comunque una parvenza di comprensione pare però che il giocatore sia rimasto turbato dalla vicenda e abbia dichiarato ai compagni negli spogliatoi di voler prendere una pausa e non giocare con la nazionale per un po’.

Quello accaduto a CBS Stadium di Gold Coast resta comunque un fatto gravissimo. Va bene che i Wallabies non se la passano bene, che hanno perso con i Pumas e che ora si trovano nella 7° posizione del ranking mondiale, la posizione più bassa mai raggiunta dall’Australia ma questo non può essere assolutamente uno scusante per aggredire i giocatori.

Il tifo, il supporto, l’andare allo stadio a seguire la propria squadra, il vedere i propri idoli o comunque assistere alle gesta atletiche eccezionali di  sportivi di ogni disciplina è forse la componente più appassionante,coinvolgente e gratificante che lo sport  porta con se. Tra colui che assiste e colui che corre in campo, che scala una salita in bici, che si prepara sui blocchi di partenza si crea una sorta di saldo legame, di sentita partecipazione: è la magia dello sport!  Colui che è sugli spalti a godersi lo spettacolo non è meno partecipe della fatica, dello sforzo e delle emozioni di chi effettivamente le sta vivendo. Questo magico legame è tutt’altro che passivo, comporta un più che importante ruolo attivo, i giocatori in campo non sono fredde macchine, sentono il sostegno e un caloroso pubblico può portare a fare cose inimmaginabili ma gesti sconsiderati possono creare anche gravi danni, essere tifoso comporta prima di tutto il portare rispetto.

L’essere tifoso non deve scaturire nel fanatismo dobbiamo ricordare che lo sport è prima di tutto un’attività ludica, deve divertire,  e vede nella componente agonistica la spinta vitale e coinvolgente. Ogni manifestazione sportiva vede comunque un vincitore e uno sconfitto è nella natura dello sport e non c’è nessun male, meglio se la squadra per cui tifiamo vince, sotto con il lavoro se il risultato non è soddisfacente e  “che vinca il migliore”. Le critiche servono sempre e svegliare qualcuno che non rende quanto potrebbe fa sempre bene ma il tutto deve essere fatto con rispetto e in modo costruttivo.

Il rugby ha una fortuna in più, in questo sport si respira una certa fraternità, sul campo si lotta con tenacia, nel post partita si è tutti amici e si commenta la partita tra avversari in amichevole clima davanti a qualche birra. Non servono barriere in plexiglas o orde  Steward come in altri contesti.

Restiamo un esempio di rispetto, quanto è bello vedere la partita da bordo campo e poter incontrare da vicino i grandi sportivi nel post partita.

Ma’a Nonu torna in Nuova Zelanda, nel 2019 giocherà per i Blues!

L’All black  36enne tornerà a giocare in Nuova Zelanda dopo 3 stagioni passate in Francia nelle fila del Tolone.

A volte ritornano, e se nei mesi scorsi il 2 volte campione del mondo aveva fatto preoccupare comunicando la decisione di prendersi una pausa per meditare sul proprio futuro e discuterne con la famiglia sembra che la palla ovale gli sia mancata già fin troppo. Ma’a Nonu tornerà sì nella sua terra d’origine ma per iniziare una nuova avventura, nella prossima stagione di Super Rugby infatti lo vedremo lavorare duramente per riportare alla ribalta un club che conosce molto bene. Nel 2019 infatti vestirà la maglia dei Blues, di cui fu portacolori già nelle stagioni 2012 e 2014.

Il club ha manifestato grande entusiasmo e vede in  Ma’a Nonu l’uomo giusto per il riscatto dei Blues.

“Pensiamo che Ma’a possa giocare un ruolo fondamentale nella nostra squadra sia come giocatore che come guida per i nostri talenti più giovani.

Per ora il contratto prevede una permanenza di 12 mesi, ma il centro sembra tutt’altro che pronto ad appendere le scarpe al chiodo.

“Ringrazio i Blues per l’opportunità di poter giocare nuovamente per loro, il prossimo sarà un anno per costruire ed avere successo”.

Apprezzamenti anche per gli impianti dei blues

“notevoli impianti, i migliori che io abbia visto in questa nazione. Ci sono molti centri come questo in Francia ma questo è il migliore che io abbia visto qui. Speriamo di poter sfruttare al meglio queste attrezzature per poter essere efficaci sul campo.”

Zane Kirchner in prestito ai Bristol Bears per sostituire l’infortunato Charles Piutau.

L’ estremo 34enne, ex nazionale sudafricano, attualmente in forza ai Dragons resterà in prestito a Bristol fino alla fine ottobre per sostituire il neo acquisto Charles Piutau vittima di un’infortunio alla spalla, rimediato in occasione del test-match di inizio stagione contro Connacht, che lo terra fermo un mese.

L’allenatore di Bristol ha sottolineato quanto fosse importante in questo momento avere un giocatore con l’esperienza di Zane.

“Zane ha giocato per alcuni dei club più forti del mondo sarà subito pronto per scendere in campo”

 

 

“Cedere la maggioranza azionaria non è la scelta migliore” voto contrario unanime dei club in merito all’acquisizione della Premiership.

La proposta avanzata da CVC Capital Partners è stata respinta con voto unanime da parte dei club e della dirigenza della Premiership, lo ha dichiarato Ian Ritchie,  il presidente del campionato, in un’ intervista alla BBC.

Durante la riunione è emerso quanto le parti ritengano sbagliato cedere in blocco la maggior parte delle azioni ad un unico acquirente, mossa che consegnerebbe a quest’ultimo il completo controllo sul campionato inglese, molto più saggio invece, secondo i club,  vendere pacchetti azionari di minoranza.

L’affare da £ 275 milioni quindi, è quasi sicuro, non si farà  ma ciò non pregiudica che a breve nuovi soci con quote minori possano entrare nella Premiership infatti il presidente ha comunque definito “urgente”  la ricerca di nuovi investitori mostrandosi felice all’idea di lavorare con nuovi partner.

“I soggetti esterni guardano con interesse ad investimenti nella Premiership perché vi vedono una forte crescita,  che effettivamente c’è, partendo da questa constatazione e dalle nostre  basi solide vogliamo costruire qualcosa di  ancora migliore”.

L’amministrazione sembra quindi voler battere il ferro finché caldo come si suol dire, conscia del grande appeal che sta creando attorno a se, trovando nuovi finanziatori ma mantenendo il controllo della lega, in questi termini i £275 milioni facevano gola ma avrebbero consegnato il potere decisionale ad un’esterno.

“Se riusciremo a trovare qualcuno che porti finanziamenti o un vantaggi strategici, lo considereremo come qualsiasi attività commerciale”

I tredici azionisti si riuniranno nuovamente il mese prossimo per fare il punto sugli sviluppi della questione.

 

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