Due o tre dritte veloci sulle polizze di investimento

L’altra volta si era un po’ scherzato, mica troppo in realtà, sulla concezione di investimento legato all’acquisto di un’automobile. Oggi iniziamo a parlare di qualcosa di più attinente agli investimenti, andando a toccare qualche leva che poggia sulla sicurezza per il futuro.
Oggi parliamo di polizze di investimento (le assicurazioni a premio unico o ricorrente).
Il risparmio è una virtù, quando non è un’ossessione (non credo sia il caso di nessun atleta di mia conoscenza…), ma è FONDAMENTALE capire dove sto mettendo i soldi.
Quindi dritta numero uno,
SE NON LO CAPISCI, NON FIRMARE
Se non capite non pensate che sia colpa vostra, la colpa è del “consulente” che vi sta di fronte, che probabilmente non è stato molto chiaro, volontariamente o meno.
Non abbiate paura di chiedere una nuova spiegazione, lui è lì per vendere, quindi se la deve guadagnare la vostra fiducia.
Se nonostante le vostre domande ancora il discorso non è chiaro, iniziate a diffidare e comunque (dritta numero 2),
NON FIRMARE NIENTE SE NON TI E’ STATA DATA LA NOTA INFORMATIVA

Che cos’è la nota informativa? Dal codice sulle assicurazioni:

Art. 185. Nota informativa

1. Le imprese di assicurazione italiane e quelle estere operanti nel territorio della Repubblica, sia in regime di stabilimento che in regime di liberta’ di prestazione di servizi, consegnano al contraente, prima della conclusione del contratto ed unitamente alle condizioni di assicurazione, una nota informativa predisposta nel rispetto delle disposizioni del presente articolo.

2. La nota informativa contiene le informazioni, diverse da quelle pubblicitarie, che sono necessarie, a seconda delle caratteristiche dei prodotti e dell’impresa di assicurazione, affinche’ il contraente e l’assicurato possano pervenire a un fondato giudizio sui diritti e gli obblighicontrattuali e, ove opportuno, sulla situazione patrimoniale dell’impresa.

Ho evidenziato il comma 2) perchè è molto importante.
E’ importante anche il comma 1) che sancisce l’obbligo di consegna (la mancata consegna non depone a favore della serietà dell’interlocutore), ma il comma 2) dice che è con la nota informativa che il contraente e assicurato (in genere la stessa persona) possono capire diritti e obblighi della polizza, perchè le informazioni contenute sono diverse da quelle pubblicitarie.
Quindi, dritta numero 3
QUALSIASI OPUSCOLO PUBBLICITARIO E’ FATTO PER VENDERE E NON PER SPIEGARE
posso anche leggere la pubblicità, ma non troverò lì le informazioni complete e men che mai le più importanti, e cioè (dritta numero 4)
OCCHIO AI COSTI
Qualsiasi agente o consulente vi verrà a raccontare mirabilie sul rendimento della propria polizza e sulle garanzie ad esse connesse, ma difficilmente sarà altrettanto entusiasta nell’elencare i costi. I costi li trovate nella nota informativa, e non è così complicato andarseli a trovare.
Se avete difficoltà a trovarli, rivolgetevi a un amico (vero) che se ne intenda. Se non lo avete applicatevi o cercate informazioni sul prodotto su blog di consumatori tipo https://investire.aduc.it/

Detto ciò, se le garanzie vi stanno bene, i tempi di investimento coerenti con quanto cercate, i costi accettabili e pensate che l’investimento sia conveniente procedete pure, ma, se posso limitarmi a un consiglio, non pensate che una polizza assicurativa sia lo strumento più adeguato per la previdenza (cioè per crearvi una “pensione privata”).
Io ritengo che, anche in virtù delle recenti modifiche di legge, un fondo pensione sia molto più adeguato, ma di questo parleremo la prossima volta.

Rugby e soldi, un rapporto complesso

I giocatori di rugby in Italia guadagnano poco.
O meglio, può essere che guadagnino in modo proporzionale a quello che è il giro d’affari del movimento, ma a livello assoluto i guadagni ricalcano, spesso per difetto, quelli che sono i normali guadagni lavorativi dei giovani lavoratori nella fascia 20-30 anni.
Non perdere tempo, inizia a risparmiare

Noto però che nei rugbisti entra in campo, a volte in modo pericoloso, un difetto di percezione, e cioè l’idea di essere sportivi professionisti, con relativo stile di vita, senza avere una reale comprensione del bilancio finanziario della loro vita.
È facile pensare di guadagnare molto, quando si hanno le spese pagate, tempo libero e un po’ di soldi in tasca. Questa illusione ottica può durare qualche anno, e può sfociare o in una lucida presa di coscienza, attorno ai 24/25 anni, o in un drammatico sbattere contro il muro del fine carriera poco oltre i 30 anni.

Un altro aspetto che si dimentica nel confronto coi lavoratori di pari età è l’aspetto previdenziale. Tra un giocatore è un lavoratore c’è la differenza di circa 10 anni di contribuzione previdenziale obbligatoria, e se si pensa al meccanismo di erogazione della pensione basato sul metodo contributivo, e cioè sul totale dei contributi versati durante la vita lavorativa, dieci anni rappresentano una differenza enorme, recuperabile solo a prezzo di grandi sacrifici.

Un rugbista è uno sportivo dilettante, con un accordo tecnico agonistico che non rientra nella tipologia del lavoratore dipendente e nemmeno in quella del lavoratore autonomo.
Di conseguenza i versamenti previdenziali non sono contemplati. Ma quello che sembra apparentemente un vantaggio economico nel breve come sensazione di “meno tasse da pagare”, si trasforma nell’arco della vita uno svantaggio in termini di tenore di vita possibile durante l’età pensionabile.

Non è facile parlare di risparmio ai giocatori, e a onor del vero per la maggior parte degli atleti non è nemmeno facile risparmiare, pensando alla media delle retribuzioni e potendo usufruire di 9 o 10 stipendi nell’arco di un’annualità.
Tuttavia qualche azione si può intraprendere, anche di piccola entità anche solo per creare un allenamento al risparmio.
Risparmio, non è mai troppo presto per cominciare
Forse non tutti sanno che un fondo pensione si può aprire con una somma molto piccola e non prevede versamenti obbligatori. E al di là degli importi direi che quasi nessuno sa quanto possa essere importante la decorrenza del fondo pensione, e cioè l’avvio, la data di sottoscrizione.
Allo stesso tempo ho visto coi miei occhi in 17 anni di consulenza finanziaria la potenza morale ed effettiva di anche soli 50 euro di risparmio al mese.

Il risparmio non deve essere vissuto come costrizione, ma può diventare un potente strumento di disciplina di grande aiuto nel percorso di maturazione della persona.

Ci sarebbe molto altro da scrivere sul tema, col rischio però di diventare troppo tecnici e di conseguenza noiosi, e mi rendo conto che gli argomenti sopra trattati sono probabilmente quanto di più lontano dalla mentalità individuale e da spogliatoio degli atleti, ma non trascurarli e consapevolmente scegliere può marcare realmente una differenza nella cura di se stessi per la vita futura.
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