Lumezzane cambia nome, nascono i Centurioni!

Dopo 54 anni il Rugby Lumezzane volta pagina e cambia nome  e immagine per affrontare nuove sfide, nascono così I Centurioni Rugby, «una nuova realtà, con 54 anni di storia».  Qualcosa era nell’aria da tempo tra la Valgobbia e la Valtrompia, ma per rendere il tutto ufficiale il club tuttora guidato dall’imprenditore Ottorino Bugatti ha atteso questo caldo giugno, questo il comunicato diffuso ieri:

I Centurioni Rugby: una nuova realtà, con 54 anni di storia
Il club rossoblu guidato dal presidente Bugatti cambia nome e immagine per affrontare nuove sfide

Il percorso di cambiamento del Rugby Lumezzane, iniziato nella tarda primavera del 2016, mette a segno un ulteriore importante intermedio. Il club guidato da Ottorino Bugatti – presidente più longevo del rugby italiano – con l’iscrizione alla stagione 2018/2019 che avverrà nel mese di luglio, prenderà il nome di I Centurioni. Una denominazione che rimanda alla tradizione romana, già presente nell’immagine e nella comunicazione recente del Rugby Lumezzane, e che rispecchia le origini della Valtrompia, colonia in grado di ritagliarsi un ruolo di rilievo grazie alla produzione di armi e armature derivante dalla tradizione secolare di lavorazione dei metalli, della quale sono tutt’ora presenti testimonianze.

Il Centurione era un sottoufficiale dell’esercito romano e guidava la sua truppa denominata centuria. Per farlo, necessitava di qualità specifiche, riconducibili a tenacia e intelligenza. Caratteristiche che sono fondamentali anche nella disciplina del rugby: sport di contatto, ma normato da un fitto sistema di regole e nel quale, da una giusta strategia e dal rispetto delle stesse, passa buona parte del successo finale.

Inoltre, l’etimologia di centurione vede proprio nel termine centuria la propria origine. Un nome, quindi, che nasce da quello del suo gruppo, della sua truppa. E questo è il messaggio al quale il club rossoblu crede fortemente: il valore del collettivo – che è maggiore di quello della somma dei singoli – e lo spirito di appartenenza devono essere il fondamento della vita della squadra, di tutti i suoi componenti.

Si tratta di un profondo cambiamento, ma in continuità e in rispetto della storia del Rugby Lumezzane. Un legame incarnato dalle persone che lo compongono, rimaste le medesime, ma anche presente nella nuova immagine del club.
Nel logo de I Centurioni (in alto), infatti, permangono i colori sociali, gli insostituibili rosso e blu e il 1964 – anno di nascita del club valgobbino -.

Questo cambiamento rientra nel progetto di rafforzamento delle basi societarie iniziato due anni fa. Dal termine della stagione 2015/2016, la dirigenza del club ha registrato l’entrata di quattro nuovi consiglieri, l’aumento costante e significativo dei tesserati, e ha favorito e investito nell’implementazione di iniziative rivolte al settore giovanile, con l’avvio dell’innovativo Progetto Motoria e di un Progetto Scuola da record (oltre 60 plessi scolastici coinvolti a Lumezzane, in Valtrompia e Valsabbia, comprendenti dalle scuole dell’infanzia fino agli istituti superiori per un totale di interventi condotto dal nostro staff tecnico superiore alle 1.500 ore).

Tra i punti imprescindibili fissati nel progetto di rilancio del club compare l’identificazione di una soluzione definitiva alla cronica assenza di una struttura sportiva adeguata alle esigenze di quasi 300 tesserati e ad uso esclusivo. Anche in quest’ottica è parso necessario operare un cambiamento di identità.

Nella stagione da poco conclusa, infatti, la convenzione sottoscritta con il Comune di Villa Carcina per l’uso e la manutenzione del Centro sportivo “Dei Pini” dove si è svolta parte dell’attività del club ha generato significativi mutamenti, tanto nei numeri quanto nelle caratteristiche.

Al termine di una sola stagione agonistica, i tesserati residenti nei comuni di Villa Carcina, Sarezzo e Gardone Valtrompia rappresentano circa il 30% del totale. Quota che sale significativamente se vi si sommano quelli residenti in altri paesi limitrofi. Allo stesso tempo, gli associati di Lumezzane sono scesi attorno al 40%, a dimostrazione di una popolazione interna ben più disomogenea del passato recente e non più ad esclusiva trazione valgobbina.

Inoltre, la società, nella veste di promotrice del bando per la concessione dei lavori di riqualificazione dell’impianto sportivo, con relativa gestione trentennale, auspica di potervi identificare una soluzione logistica definitiva per il proprio futuro. Se il progetto presentato dal club verrà considerato rispettoso dei requisiti richiesti, il futuro della società si costruirà necessariamente fuori dal comune di Lumezzane.

Anche per questo motivo il club ha adottato un nome che sia in grado di includere maggiormente anche gli attuali membri, così come quelli che verranno, in rispetto della comunità che, come da auspici della società, li ospiterà e con la quale si potrebbe scrivere una pagina tutta nuova della propria storia.

«Il cambiamento che stiamo affrontando lo considero una rifondazione su una base solida, impregnata di 54 anni di storia e dell’impegno generoso dei tantissimi volontari che hanno fornito il loro insostituibile contributo – commenta il presidente Ottorino Bugatti -. La maggiore soddisfazione è che in tutti questi anni, e anche nel futuro che ci attende, continueremo a rispettare i valori che ci ha trasmesso il nostro fondatore, il professore Bruno Menta. Un sistema di principi che è stato cristallizzato in un Codice etico al quale tutti i tesserati saranno sempre chiamati ad attenersi. Approfitto di questo momento di cambiamento per ringraziare tutti coloro che, sin dal lontano 1954, hanno lavorato con straordinario impegno per la crescita e lo sviluppo della nostra società e del rugby in questa zona della provincia di Brescia».

Il rugby giocato saluta un altro simbolo tricolore: Lisandro Villagra gioca la sua ultima battaglia

Un’ultima mischia da comandare. Un ultimo pallone da introdurre tra le prime linee. Un’ultima vittoria da conquistare da giocatore per coronare una carriera infinita e fantastica vissuta quasi interamente in Italia (leggi qui l’intervista A tu per tu che Lisandro aveva rilasciato a Rugbymercato).

Il match in programma oggi pomeriggio tra Bergamo e Capoterra infatti sarà l’ultimo per Lisandro Villagra, mediano di mischia e allenatore della compagine sarda; a 42 anni, per motivi regolamentari (più che anagrafici), il giocatore italo-argentino sarà ‘costretto’ a salutare il rugby agonistico.

Tanti i messaggi di affetto ricevuti negli ultimi giorni, compreso quello della Pro Recco, società alla quale l’ex Viadana, Parma e Cavalieri è rimasto molto legato.

Villagra si era trasferito in Sardegna grazie al doppio incarico giocatore-allenatore, ruolo, quest’ultimo, che ora cercherà di ricoprire a tempo pieno.
(foto sito Capoterra)

Rebecca e l’amore

Ci eravamo chiesti se aggiungere o meno anche noi qiualcosa alle tante parole che stampa, specializzata e non, sta spendendo in questi giorni su questa assurda tragedia, e avevamo deciso di non aggiungere altro a quanto si stava dicendo, perchè non c’era molto da dire.
E’ successo un evento imponderabile, rarissimo, ma purtroppo possibile e questa ragazza, che non conoscevamo, che pochi conoscevano, ha perso la vita in modo tragicamente banale, come chi scivola in bagno e batte la testa. E’ successo così.
Poi, istintivamente, abbiamo pensato che era giusto onorare la memoria dell’amore che aveva questa ragazza, e la sua famiglia.
L’amore per la vita, nella freschezza dei 18 anni, l’amore per uno sport bellissimo, il rugby, che ti fa abbracciare, che ti fa vincere sempre, se hai dato tutto su quel prato verde.
Non dobbiamo spegnere questo amore, pur con questa tristezza nel cuore.
Pensiamo alle ragazze che giocavano con Rebecca, alle loro famiglie che ora, fatalmente, si chiederanno quanto stanno rischiando nel passarsi quella palla ovale la domenica.
Pensiamo alla ragazza che ha fatto quel placcaggio che era, e resta, un’azione di gioco, nulla di più, e che non deve e non può sentirsi nessuna responsabilità per le conseguenze di un atto di felicità qual è quello di un gesto tecnico riuscito. La fatalità ha fatto il resto.
Crediamo che la risposta sia nelle parole che il papà di Rebecca, a nome della sua famiglia, ha speso, immaginiamo con quanta fatica, in giornate in cui il dolore picchia così forte da ucciderti.
Bisogna amare, amare la vita, amare quello che si fa, amare amare amare.
Rebecca ha concluso la sua vita terrena, ma il suo sorriso rimarrà, la sua gioia dovrà continuare nei gesti e nelle parole di tutti noi.
Perchè la vita è il nostro dono, e noi possiamo e dobbiamo viverla, con desiderio ed allegria, anche per lei.

La Redazione di RugbyMercato

Come era il Mondo l’ultima volta che il Petrarca ha vinto la regular season

Era il 10 Maggo 1998. Con la vittoria a Milano per 49 a 21 il Petrarca terminava in testa la Poule Scudetto. Michele Lamaro, terza linea protagonista con tre mete della vittoria tuttonera di ieri contro il Rovigo, non era ancora nato. Il primo passo nel Mondo da futuro giocatore di rugby sarebbe avvenuto solo poche settimane dopo, il 3 giugno. Tre giorni prima della finalissima scudetto tra il Petrarca e la Benetton Treviso – a vincere saranno poi i biancoverdi per 9 a 3.

Era un mondo diverso quello che salutava il Petrarca vincitore per l’ultima volta della regular season in Italia. Fino a ieri. Con la vittoria casalinga conquistata contro il Rovigo gli uomini di Marcato hanno meritato il diritto di giocarsi in casa – se qualificati – la finale tricolore. Un Andrea Marcato che, nel 1998, come ricorda Il Mattino di Padova, giocava per l’under 16 del club patavino mentre, Joe McDonnell, che a 45 anni guida i Bersaglieri in panchina, vinceva da giocatore la NPC con la maglia di Otago. Ad allenare Petrarca e Rovigo erano, al tempo, Vittorio Munari e Francesco Dotto (e Gianfranco Siligardi).

Calvisano e Fiamme Oro, le altre due semifinaliste di questa stagione d’Eccellenza, terminavano rispettivamente ultima nella Poule Scudetto e terza nella poule salvezza (a retrocedere saranno poi Bologna e Livorno).

A livello internazionale l’Italia, ammessa al successivo Sei Nazioni, a gennaio sconfiggeva la Scozia a Treviso (25 a 21) e spaventava il Galles a Llanelli. L’Inghilterra invece viveva il tristemente noto ‘tour all’inferno’, conseguenza delle disastrose sconfitte in Australia (76-0), Nuova Zelanda (64-22 e 40-10) e Sud Africa (18-0). Gli Springboks, alzeranno inoltre al cielo il Tri Nations grazie alla guida tecnica di Nick Mallett, che poche stagioni più tardi tornerà in Italia come selezionatore azzurro.

Ovale a parte, in maggio l’Europa salutava la nascita della moneta unica.

La Francia festeggiava il Mondiale di calcio casalingo alzando al cielo la coppa al termine della finale con il Brasile.

Tra giugno e agosto Marco Pantani vinceva Giro d’Italia e Tour de France.

Dall’altra parte del Mondo, Titanic, interpretato da Leonardo di Caprio si aggiudicava 11 premi Oscar.

Ma oggi, per coronare nel migliore dei modi una stagione da applausi, a Padova, di Oscar, ne basterà soltanto uno. (foto sito Petrarca Rugby)

Reggio, contro il San Donà l’ultima di Mannato

La sfida in programma domani tra Reggio e San Donà sarà l’ultima della carriera di Antonio Mannato. A 36 anni la terza linea ha deciso di appendere le scarpe al chiodo.

Ecco la nota ufficiale della società reggiana.

‘Si chiude sabato 14 aprile allo stadio Mirabello la stagione agonistica 2017-2018 del Conad Rugby Reggio. In occasione dell’ultimo turno di regular season del campionato nazionale di Eccellenza, i Diavoli di coach Roberto Manghi affrontano sul proprio campo il Lafert San Donà.

Non sarà di certo una banale sfida di fine stagione, dato che da una parte i rossoneri vogliono chiudere in bellezza davanti al proprio pubblico blindando il settimo posto finale in classifica. Dall’altro i veneti cercheranno di strappare i punti necessari a conquistare l’accesso alle semifinali scudetto. Un match tutto da gustare quindi anche in virtù dei precedenti stagionali tra le due formazioni con tre incontri giocati sempre nel segno dello spettacolo.

Sarà una partita speciale soprattutto per Antonio Mannato che, a 36 anni, sabato darà l’addio al rugby giocato. “Mi dispiace, ma è giusto così – commenta il terza linea campano, ma ormai reggiano d’adozione – Sono già due anni che pensavo al ritiro ed ora il momento è arrivato. Lascio il rugby giocato, ma non il campo: mi piacerebbe continuare ad allenare. Ne parleremo con la società e vedremo se proseguire il percorso intrapreso da quattro anni con le giovanili”. Mannato si lascia alle spalle 28 anni di rugby giocato ai massimi livelli. “Ho cominciato con il Benevento per poi passare a Roma, a Parma e infine a Reggio dove ho vissuto le ultime otto stagioni. Qui ho anche trovato casa e messo su famiglia. E semore qui ho vissuto le due gioie sportive più belle con le promozioni ottenute, in particolare l’ultima”.

Al Mirabello arbitra Luca Trentin di Milano coadiuvato da Stefano Pennè (Lodi) e Filippo Bertelli (Brescia). Quarto uomo: Moreno Borsetto (Varese). Kick off alle ore 16. Il terzo tempo, aperto anche ai tifosi, si terrà nei locali della Polveriera adiacenti lo stadio Mirabello’. (foto sito Reggio Rugby)

Rugby Vicenza-Ruggers Tarvisium: una storia di battaglie e gentiluomini

Pubblichiamo in seguito un articolo scritto dal Rugby Vicenza e presente sul sito della società veneta in merito a un episodio capitato durante il match contro la Tarvisium.

Protagonisti, Damiano Cenghialta e Michele Sutto.

Ecco cosa è accaduto.

‘Rugby: sport bestiale giocato da gentiluomini. Questa è una delle frasi note a chi pratica il nostro sport, ma come tutte le belle frasi spesso resta scritta, o letta, più che praticata. Anche se a tutti fa piacere sentirsi parte di un gruppo di sani principi.

E di solito in campo si vedono tanti scontri, spesso al limite del regolamento e anche il regolamento è spesso al limite della comprensione perché si va a discutere se una entrata a tutta birra su un giocatore che staziona nei pressi di un raggruppamento è un gesto lecito o meno, senza preoccuparsi della botta che arriva di sorpresa su uno senza palla, chiamandola pure “pulizia”, mentre se uno trattiene un giocatore, sempre senza palla, per la maglietta è senza dubbio un fallo vergognoso, o addirittura uno che dà uno schiaffetto alla palla commettendo un “in avanti volontario”, magari impedendo una azione da meta avversaria, prende mesto mesto la via della panca puniti senza nemmeno aspettare il fischio e il cartellino giallo dell’arbitro.

Poi ci lamentiamo se i nuovi spettatori che arrivano in tribuna continuano a ripetere che non capiscono le regole! Una di queste regole è di fatto ancora più complessa: se un gioco pericoloso, tipo placcaggio al collo o su un giocatore che sta saltando e non ha un piede a terra viene indiscutibilmente punito con un cartellino giallo, se il placcaggio è ancora più grave e intenzionale, o addirittura uno sferra un pugno all’avversario, e chiaramente arriva l’espulsione con cartellino rosso alla quale segue una squalifica, ci sono altri falli che meritano un trattamento particolare.

Tra i falli considerati ancor più gravi ne esiste uno che merita un articolo a sé del regolamento di giustizia, un fallo che i vecchi come me ricordano per un fatto successo, e grave, da parte di un giocatore del Brescia, nel giro della nazionale: un morso, quella volta ad un orecchio di un avversario, con relative gravi conseguenze. E così chi viene espulso per “morso” si prende minimo sei mesi di squalifica. Inutile stare a discutere dove, come e perché, tanto sei mesi è il minimo.

E questo è successo al nostro Damiano Cenghialta nella partita contro Tarvisium, per un morso segnalato dal guardalinee, durante un raggruppamento seguente una touche in attacco, con tanto di cassaforte e carrettino, tanto per usare termini correnti, dove di solito chi commette fallo è la difesa che cerca di fermare in qualche modo questa testuggine avanzante. In realtà Damiano il fallo lo ha commesso, bello evidente, afferrando l’avversario per il caschetto per tirarlo via dalla posizione che aveva occupato nella maul, ma la sorpresa per la motivazione dell’espulsione era stata immediata: morso? Io?.

Si sa che con l’arbitro non si può discutere, nemmeno Capitan Torreggiani era riuscito a spiegare la sorpresa, inevitabile la conseguente squalifica, arrivata con l’omologa del risultato: sei mesi di squalifica! A meno che…

A meno che non ti ricordi che il rugby è giocato da gentiluomini, magari non tutti tutti, ma qualcuno si, come il seconda linea del Tarvisium Michele Sutto, che oltre ad essere stato fondamentale quel giorno per la vittoria del Tarvisium sul Vicenza, interpellato a fine gara e successivamente al telefono, ha fatto pervenire una dichiarazione che negava di aver subito un morso nell’azione in questione. Una dichiarazione fondamentale per presentare un ricorso in Federazione, grazie agli avvocati De Silvestri e Beccaro che sono andati a discutere la squalifica a Roma.

Il ricorso è stato accolto, il verbale di gara dichiarava appunto come Sutto avesse subito il morso, e così la squalifica è stata ridotta a tre settimane, concluse con questa domenica di Pasqua e domenica Damiano sarà di nuovo in campo. Tra qualche settimana incontreremo di nuovo Tarvisium, i due si troveranno di nuovo di fronte, da avversari, ma sappiamo già che sarà uno scontro duro, magari anche falloso, ma fra gentiluomini.

Grazie a Michele Sutto e alla Ruggers Tarvisium’.

 

Sosteniamo la battaglia di “Lillo” Battistin!

Continua la raccolta fondi in sosteno di Alessandro Battistin, allenatore di rugby in lotta con la Sla. Riportiamo in seguito il pensiero di Rugby For Life con il link collegato alla pagina di crowdfunding creata per offrire un supporto ad Alessandro.

‘Aiutiamo tutti insieme Alessandro Battistin, noto allenatore di RUGBY malato di SLA tipo2. Purtroppo Alessandro è stato vittima di un fatto a dir poco assurdo.In cura nel protocollo sanitario, dopo una serie di esami viene inserito in un protocollo sperimentale… è da qui inizia il suo calvario. Poco tempo prima di iniziare le nuove cure, gli viene comunicato che non ne può più farne parte perché le sue condizioni non glielo permetto. Alessandro non potrà più seguire la terapia sperimentale e ha perso il diritto di seguire il protocollo sanitario. Ora per Alessandro allenatore di rugby di 55 anni, unica soluzione per proseguire il suo cammino di vita è ARRANGIARSI. Per questo chiediamo aiuto a tutti voi per aiutare l’amico ALE. Con il nostro sostegno potrà curarsi con delle fiale che arrivano dal Giappone (10 fiale in Italia 1.800 euro, stesse in Giappone 400,00 euro), dopodiché dovrà attrezzare una stanza sterile ed avere un’infermiera per le cure. Siamo sicuri che saremo in molti ad aiutare Alessandro.Forza iniziamo le donazioni e coinvolgiamo più amici possibili!!!Il valore di caffè donato da molti può essere un enorme aiuto!!!!!’.

https://www.gofundme.com/591l5yo.

 

Gemellaggi ovali. L’Aquila e Villadose unite per giocare il torneo Aldo Milani

In Italia è il torneo internazionale più importante a livello giovanile. Ogni anno racconta storie, forma i campioni del futuro e regala momenti da tramandare, dentro e fuori dal campo. Quest’anno il torneo Aldo Milani – arrivato all’edizione numero 44 -, lascerà il ricordo di un gemellaggio ancora più stretto tra il Polesine e l’Abruzzo, due realtà legate – purtroppo -, non soltanto dall’amore per la palla ovale.

Cinque giocatori del Villadose Rugby infatti giocheranno la manifestazione con la divisa de L’Aquila. Gesto che rafforza ancora di più il rapporto tra le due terre di rugby.

Ecco la nota ufficiale del comitato organizzativo.

‘Alle 3 e 32 del 6 aprile 2009 cambiò tutto per una delle popolazioni più ovali d’Italia, una tragedia immane che ha sconvolto famiglie, bambini, e complicato non poco il percorso rugbistico de L’Aquila. Un terremoto che ha lasciato il segno.

Nel novembre del 1951 il Polesine fece i conti con l’acqua, l’alluvione fu un evento catastrofico, ma la gente si rialzò.

Nel mezzo alle due tragedie legami indissolubili con un comune denominatore: la palla ovale.

Rovigo e L’Aquila sono state le protagoniste del campionato italiano per anni, hanno fornito fior di giocatori alla Nazionale, sfide sempre cruente, ma leali. Amicizie indissolubili con un feeling spontaneo lontano nel tempo ed ancora attualeIl club Aldo Milani ha invitato la Polisportiva L’Aquila rugby all’edizione numero 44 del prossimo torneo internazionale che disputerà allo stadio Battaglini di Rovigo il 21 e 22 aprile 2018. Non un invito a caso, recentemente il Polesine ovale ha contribuito a raccogliere fondi per la realizzazione di un campo in sintetico grazie all’interessamento di Roberto Aggio, per anni presidente del club Aldo Milani. Oltre 50 mila euro donati dal comitato Polesine in mischia per L’Aquila nato nel 2010 grazie a Sergio Davide Rossi e al contributo di privati, comuni, aziende, appassionati.

Un legame speciale tra il Polesine e L’Aquila che racconta il presidente del Rugby Villadose, Adriano Zamana campione d’Italia con il Rovigo “Nel 1975 in rossoblù vinsi lo scudetto con l’Under 19 proprio in finale contro gli abruzzesi, poco dopo con alcuni di loro ci ritrovammo in Nazionale in Spagna in occasione torneo Fira. Nacque subito un feeling speciale tra noi rodigini e gli abruzzesi, specialmente con Massimo Mascioletti, una condivisione di valori che è rimasta intatta nel tempo”.

Il “Puma” Zamana nel 1976 vinse lo scudetto anche con la prima squadra dei Bersaglieri, una data storica proprio per il club che attualmente presiede, e che ha contribuito a fondare. Il Rugby Villadose è nato proprio dopo quel fantastico titolo tricolore “Dovevamo decidere i colori – spiega Zamana – quelli del Comune non si addicevano, abbiamo pensato al neroverde, ma prima di decidere abbiamo chiesto ai dirigenti de L’Aquila se la cosa poteva dar loro problemi, ci risposero che erano entusiasti”.

Se Rovigo deve i colori rossoblù al Bologna, Villadose si è unito indissolubilmente a L’Aquila a tal punto da aderire alla richiesta del club Aldo Milani.

Pietro Berto, Gianmaria Ferro, Niccolo’ Morello, Alberto Vanzan, Giacomo Zanobbi del Villadose giocheranno con la maglia de L’Aquila la prossima edizione del Torneo Internazionale Aldo Milani, manifestazione che gode anche del patrocinio della Regione Veneto e del Comune di Rovigo, oltre alla preziosa collaborazione della Federazione italiana rugby, Provincia di Rovigo, CRVeneto,Coni e del Panathlon, nonchè di tutte le locali realtà rugbistiche in primis la FemiCz Rugby Rovigo Delta‘.

Torneo Città di Mogliano: la 29a edizione omaggia Francesco Del Todesco

Il Mogliano Rugby ha presentato l’edizione numero 29 del Torneo Città di Mogliano, in programma domenica. La manifestazione, dedicata alle categorie del Mini Rugby, sarà anche l’occasione per ricordare un caro amico del rugby, Francesco Del Todesco, prematuramente scomparso alcuni anni fa. Ecco la nota ufficiale pubblicata dalla società veneta.

‘Archiviata la quarta tappa del Superchallenge U14 2018 vinta da Mogliano, è finalmente arrivato il momento della 29a Edizione del Torneo Città di Mogliano riservato ai ragazzi Under 6-8-10 e 12. La manifestazione si svolgerà nella giornata di domenica prossima, 18 marzo, presso gli impianti di Via Colelli. Per l’occasione la società Mogliano Rugby ricorderà Francesco Del Todesco consegnando una targa ai genitori. Francesco era un caro amico, conosciuto nel mondo del Rugby per la sua attività di giornalista e di procuratore. Ricordiamo Francesco per la sua grande generosità e per la forza da leone con la quale ha combattuto fino all’ultimo la malattia che lo ha colpito. Uniti dalla stessa passione, continuerà a vivere nei nostri cuori.

Ciao Francesco!

È possibile donare per sostenere gli Amici del Trapianto di Fegato al conto corrente postale n. 56303381 oppure al codice IBAN IT23G076011100056303381

Queste le 15 Società partecipanti al Torneo nelle differenti categorie del minirugby:

MOGLIANO RUGBY, BENETTON TREVISO, RUGBY ABANO, RUGBY CERNUSCO, RUGBY JESOLO, RUGBY PARMA, RUGBY PASIAN DI PRATO, RUGBY PAESE, PETRARCA, TARVISIUM, RUGBY UDINE, RUGBY VARESE, RUGBY VILLORBA, RUGBY VITTORIO VENETO, RUGBY MIRANO.

Il programma ed altre info utili verranno pubblicate nel corso della settimana e comunicate direttamente anche alle Società interessate.

Ricordiamo che, a partire dalla mattinata del 18 marzo, gli esiti dei vari incontri potranno essere seguiti in tempo reale al seguente indirizzo: www.rugbymogliano.it/tcm

Il link rimarrà disponibile per alcuni giorni anche al termine del Torneo.

Un ringraziamento particolare agli Sponsors della manifestazione:

ASI INSURANCE BROKERS

AUTOFFICINA CAMPELLO

CABERLOTTO TECNOIMPIANTI

INIZIATIVE GROUP

SAM VIAGGI MARCON

SAN MARCO SERVIZI

SARTORI GROUP

UNICOOPER SERVIZI

VALORIZZAZIONI CULTURALI

Vi aspettiamo a questa bellissima festa di Rugby giovanile.

#ViviilTuoClub #29TORNEOCITTADIMOGLIANO’.

A tu per tu con Michele Zanirato: rugby e fitness sotto il cielo inglese per l’MZ9 rossoblu

Una stagione. Una partita. Un solo minuto. A Michele basterebbe anche un sospiro di rossoblu per coronare e salutare con un sorriso la sua carriera. ‘Credo non sia realisticamente possibile, ma se accadesse, ripagherebbe tutto il tempo che ho passato ad allenarmi, cercando sempre di dare il massimo per ogni club nel quale ho giocato’. Oggi la realtà di Michele Zanirato, 31 anni, si chiama Inghilterra. Tonbridge. L’ex mediano di mischia della Rugby Rovigo ha continuato nel Kent la sua carriera ovale, iniziata in rossoblu e poi continuata a Piacenza e Badia. Un secondo ritorno a Rovigo – 2010/2013 – è poi seguito da un nuovo addio. Ai Bersaglieri. All’Italia. In Inghilterra Michele – Miky o, come lo ricorderanno sempre i suoi amici e compagni della Monti Rovigo, Michelino -, ha continuato a scaricare ovali dalla mischia ai tre quarti, dettando i tempi e gestendo i palloni dai piedi dei raggruppamenti. ‘Forse giocherò ancora una stagione’, sussurra. Nel suo futuro, MZ9 Fitness – Fit & Fun Bootcam, business dedicato all’attività fisica all’aperto e i campi estivi – MZ9 Rugby Camp -, per i giovani rugbisti. E chissà che, tra una lezione di fitness e una sessione si skills, Michele non riesca a regalarsi quell’ultimo minuto in maglia rossoblu.


Michele, di cosa si occupa in Inghilterra?
‘Insieme a mio fratello Marco (foto) gestisco la mia compagnia MZ9 Fitness – Fit & Fun Bootcamp. E’ il nostro programma di allenamento di gruppo nei parchi. Al momento svolgiamo questa attività in quattro diverse città e in poche settimane apriremo una struttura mobile che ci permetterà di svolgere un’attività di Crossfit/Bootcamp all’aperto’.
Un’attività che vi vede impegnati anche a scuola.

‘Sì, gestiamo un progetto di sports coaching in una scuola privata dove insegnano calcio, rugby, cricket e atletica’.
Quindi c’è l’MZ9 Rugby Camp.

‘Durante l’anno lavoriamo all’organizzazione dei nostri summer camps, in Italia e non solo. Cerchiamo di proporre qualche novità ogni anno. Quest’estate faremo un Camp a Roma, due Camp dedicati alle ragazze, uno solo per il Seven e uno in Ucraina’.
Come è nata l’idea dei campus, che pubblicizzate attraverso il
sito e la pagina Facebook MZ9 Rugby Camp?
‘MZ9 Rugby Camp, quest’anno alla sesta stagione è nato dalla volontà di insegnare la lingua inglese affiancato alla possibilità di giocare a rugby durante l’estate, considerato che i club interrompono l’attività. I ragazzi che partecipano hanno la possibilità di allenarsi con coach, giocatori ed ex giocatori qualificati provenienti da Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia, Francia, Inghilterra. I nostri camp puntano a migliorare le skills individuali, la conoscenza dell’inglese e di nuove culture’.
Quando – e perché – si è trasferito in Inghilterra?
‘Vivo nel Regno Unito da quasi 5 anni. Al termine della mia terza stagione a Rovigo sentivo il bisogno di coronare due desideri: imparare l’inglese e giocare a rugby in un’altra nazione’.
Aveva l’Inghilterra come obiettivo?
‘No, non era mai stata nella mia lista. Ma nella vita non si sa mai e quando ho deciso, nel giro di 10 giorni sono entrato in contatto con un club inglese, ho fatto le valige e sono partito’.
Come vive la sua quotidianità inglese?
‘Mi sento fortunatissimo perché il mio lavoro è un insieme di passioni. Le mie giornate trascorrono tra allenamenti personali di crossifit, rugby, nuoto, mountain bike, corsa. Non mi faccio mancare nulla. Alleno bambini e adulti tra parchi e scuola’.
Quali obiettivi ha per la sua vita personale e professionale?

‘Ne ho tanti. Dalla famiglia alla crescita della nostra attività e del marchio. Ogni giorno ho tante nuove idee riguardo l’aspetto professionale. Un passo alla volta…’.  
In Italia, Piacenza, Badia, Rovigo. Ripensa mai alla sua carriera da professionista?

‘Sempre, soprattutto in questo periodo durante il quale il rugby a 15 sta passando per me in secondo piano. Non mi diverto più come dovrei e credo che questa sarà la mia ultima stagione. Continuerò con il rugby 7s estivo, mi diverte troppo. Mi mancano soprattutto gli anni passati a Rovigo’.
Si è formato rugbisticamente in Italia, ma ha continuato il suo percorso di sviluppo in Inghilterra. Quali sono le maggiori differenze che ha notato tra i due mondi ovali? 
‘Il rugby inglese è vastissimo. Penso ci siano più di 15 livelli. Dove ho giocato io – dal quarto al sesto -, il livello di organizzazione dei club è molto superficiale e viene dedicato poco tempo agli allenamenti  (un paio di volte alla settimana). C’è comunque un enorme bacino di giocatori di ottimo livello’.
Due lati della stessa medaglia…
‘Sì, ho conosciuto poca professionalità da parte dei club a livello organizzativo. Però ci sono tanti ottimi giocatori che mantengono alto il livello’.
Continuerà in futuro a vivere il mondo del rugby?  
‘Certamente. MZ9 Rugby Camp è un progetto a lungo termine grazie al quale vogliamo avviare un programma annuale dedicato soprattutto al Rugby 7s. A breve farò anche il corso per allenatori 7s’.
Carriera da coach?
‘Allenare un club non è tra i miei desideri, ma mi piacerebbe avere un ruolo specifico per lo sviluppo delle skills individuali e della preparazione atletica’.

(foto profilo Facebook Michele Zanirato)

 

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi