Tributime: tutti in piedi ad applaudire Jamie Heaslip, the cream of the crop

https://www.youtube.com/watch?v=AvH43bgL_Qg

95 caps con l’Irlanda. Tre Pro 12, tre Heineken Cup e una Challennge Cup alzati al cielo con la maglia dei Leinster. Tre Sei Nazoni, due Triple Crown e un Grand Slam con la Nazionale. In più, due tour con i Lions.

In cinque occasioni inserito nel team dell’anno della Celtic League.

Premiato giocatore dell’anno da World Rugby nel 2009 e nel 2016.

Premiato dal’EPCR come giocatore europeo dell’anno nel 2011, 2012, 2013 e 2015.

Ladies and gentelmen, Jamie Heaslip.

(foto sito Irish Rugby)

Tributime: John Kirwan, ala moderna di un rugby passato

Prototipo dell’ala moderna. Scattante, gigante, micidiale. Un campione del Mondo che, come lui stesso ha scritto nella sua autobiografia, non può piangere.

A piangere, spesso, sono state le difese avversarie, perforate dalla naturale  potenza di John Kirwan.

Ammirato in Italia a Treviso e Thiene, oggi è l’ex coach azzurro il protagonista della rubrica Tributime.

Tributime: TJ Perenara e quel senso di appartenenza All Black

Il suo nome è Thomas Tekanapu Rawakata, meglio conosciuto con l’acronimo di TJ. Perenara, il cognome. Leader dell’Haka All Black durante la visita dei Lions in Nuova Zelanda.

Oggi è lui il protagonista della rubrica Tributime. Mediano di mischia straordinario, mix di rapidità, fisicità e talento. Senso di appartenenza All Black raccontato dallo stile con il quale ha guidato le recenti danze neozelandesi.

Godiamoci le sue skills.

Tributime: Wasps, ultimo volo con Kurtley Beale. Poi sarà nuovamente casa

Nonostante la finalissima da giocare, i tifosi dei Wasps rimpiangono già la sua partenza. Perché Kurtley Beale, sensazionale centro di Sidney da quest’anno in forza ai gialloneri, ha già firmato con i Waratahs e tornerà a fine stagione in Australia.

Non prima però di un ultimo sforzo contro gli affascinanti Exeter Chiefs, che potrebbe regalare ai Wasps il titolo di campioni di Inghilterra.

Nessun traguardo è precluso, se in squadra c’è Kurtley Beale.

Questo video ci aiuta a capire perchè…

Tributime: velocità, difesa e potenza, così Lloyd Greeff saluta le Zebre

https://www.youtube.com/watch?v=1kZhawLTSIs

Saluterà le Zebre a fine stagione

C’è infatti anche lui nella lista di addii ufficializzata dalle Zebre: Lloyd Greeff, possente ala sudafricana (107 kg per 195 cm) che alla velocità abbina interessanti doti tecniche e ottime capacità in fase difensiva.

Classe 1994, ex Lions, Leopards e Valke – nonché Nazionale under 20 -, oggi è lui il protagonista della rubrica Tributime.

Gustiamoci dunque le skills del giovane tre quarti sudafricano.

Tributime: Maro Itoje, leader e poeta degli invincibili Saracens

https://www.youtube.com/watch?v=rc9-iEN3qY8

Per molti sarà (o lo è già) il nuovo leader indiscusso del rugby inglese.

Lui, per il momento, gestisce touche e placcaggi insieme alle lezioni di Politica alla School of Oriental and African and Studies. E nel tempo libero scrive poesie.

Maro Itoje, londinese di 22 anni è diventato il simbolo degli invincibili Saracens grazie al lavoro e delle naturali doti di leadership.

Oggi, per la rubrica Tributime, godiamoci le sue skills.

Tributime: la bombarda di Troy Nathan e il Mogliano tricolore. Storia di come tutto è iniziato…

Una sfida al suo – dolce – passato. Una partita contro una squadra, Mogliano, con la quale ha vissuto un’emozione unica urlando al cielo la gioia di uno storico tricolore.

Lyons-Mogliano avrà un significato particolare per Troy Nathan, centro neozelandese dei piacentini che, in Italia, ha iniziato il suo percorso proprio con la compagine biancoblu.

Oggi, per la rubrica Tributime, riviviamo un suo eccezionale gesto tecnico offerto durante la semifinale d’andata contro il Viadana, nel 2013.

E la sua personale Haka. Ballata di notte. Tra l’entusiasmo dei tifosi. Da campione d’Italia.

La sua storia, in Italia, è iniziata così…

‘Sabato 11 maggio 2013. Il cronometro segna il minuto 35 del secondo tempo. Il Marchiol Mogliano, che si sta giocando in casa contro il Viadana la semifinale d’andata del campionato d’Eccellenza, conduce l’incontro 15 a 8. Ha un calcio di punizione a favore, che il piede di Fadalti è intenzionato a scagliare in touche. Dopo un semplice gesto d’intesa tra compagni, però, il capitano Edoardo Candiago indica all’arbitro la via dei pali, consegnando l’ovale nella mani di Troy Nathan. Il pubblico mormora, tra incredulità, stupore ed elettrica speranza. ‘Ma quello è matto!’, ‘Cosa fa, piazza?’, ‘Ma è oltre la metà campo!’, le battute più frequenti che sibilano sulle tribune dello stadio. La distanza è siderale, 60 metri. Ma Troy, espressione imperscrutabile e tatuaggi che spuntano sotto la divisa da gioco, sistema il pallone con apparente calma. Tre passi, o poco più di rincorsa e poi via, ad esplodere quella che, da quel giorno, sarà ricordata come la ‘bombarda di Troy Nathan’. Mentre la parabola del pallone si avvicina al bersaglio dei pali, il religioso silenzio del Quaggia è rotto dal boato di un pubblico in festa, mentre sul terreno di gioco i compagni corrono ad abbracciare il fuciliere maori.

Mogliano 18 Viadana 8, Umberto Casellato, seduto nella torretta al lato del campo, si lascia andare a un urlo di liberazione, il pugno rivolto ai suoi ragazzi in campo. Nasce così, da un magnifico gesto tecnico, la leggenda di Troy Nathan, centro neozelandese dal passaporto irlandese – grazie ai suoi trascorsi con il Connacth – ora in forza ai Lyons.

‘Dopo le prime cravatte – ricorda il presidente Facchini, alludendo al premio offerto al migliore in campo che Nathan vinceva al tempo a ripetizione -, lo abbiamo preso in giro, dicendogli che avremmo chiamato in Federazione per cambiare il premio in camicie’. E pensare che, le sue qualità balistiche, sono state scoperte quasi per caso, pochi giorni prima della semifinale d’andata contro i gialloneri.

Al suo arrivo in Italia, avvenuto al termine del mercato di gennaio, ad attenderlo all’aeroporto c’era Umberto Casellato. Due battute scambiate nel tragitto verso Mogliano, sua nuova casa. ‘Sa coach, in Nuova Zelanda giocavo anche mediano di apertura, e piazzavo’. ‘Purtroppo con le regole italiane – ribatte Casellato -, non potrai essere schierato dieci. Giocherai ai centri’ (al tempo, nel 2013, all’apertura non poteva essere schierato un giocatore straniero). Da quel pomeriggio, il calendario segnava il 31 gennaio 2013, sarebbero trascorsi diversi mesi prima che il talento balistico del neozelandese venisse scoperto.

Passano le settimane, il Mogliano si avvicina e conquista l’accesso ai play off. Davanti, il Viadana, dominatore della regular season e due volte vincitore sui biancoblu durante la stagione regolare. A gara 1 di semifinale mancano ormai due giorni. Era un allenamento come tanti. Avanti da una parte, a provare le touche, tre quarti dall’altra. A fine seduta, Nathan si avvicina a Nicolò Fadalti (già miglior marcatore dei biancoblu nella stagione precedente) e gli dice: ‘Facciamo una gara di calci?’. Mai, prima di allora, il giocatore di Auckland si era confrontato con la piazzola. ‘C’era già Nicolò’, spiegherà solo in seguito ai suoi allenatori. Così, pallone in mano, comincia l’inedita sfida tra i due. Venti, trenta, quaranta metri di distanza. Sequenze di tre piazzati, scagliati ad un certo punto anche dalla linea di metà campo. Una successione durante la quale il centro neozelandese non fallisce un colpo. Così, stuzzicato dalla volontà di aumentare il coefficiente di difficoltà, eccolo spostarsi sui sessanta metri, insieme al compagno estremo. Nel mentre, occhi al cielo per l’intero pacchetto di mischia, al lavoro sotto le traiettorie dei due cecchini. Qualche difficoltà per il preciso Fadalti, con Nathan di contro a centrare ripetutamente i pali. ‘Basta Nicolò, vai a casa, ora vogliamo solo Troy’, urlano sorridendo i compagni di mischia, che all’allenamento hanno ormai preferito gustarsi lo spettacolo di tiro. ‘Perché non ci hai detto che piazzi così?’, sarà poi l’espressione stupita dello staff tecnico. ‘Dalla piazzola c’è già Nicolò’, la pronta risposta di Troy. E un paio di giorni dopo, a poche ore della battaglia contro i mantovani di Viadana, sarebbe stato lo stesso Nathan a confessare Casellato: ‘Coach, se capita un calcio dai sessanta metri, ci provo’. Detto, fatto.

Troy Nathan, ingaggiato da Mogliano a stagione in corso, è diventato con il passare delle settimane il leader della linea veloce biancoblu, regalando alla squadra trevigiana quel mix di potenza e tecnica che lo staff andava cercando. Nato ad Auckland (Nuova Zelanda), l’8 ottobre 1983, e cresciuto alla Kelston Boys High School,  Troy ha vissuto una prima significativa esperienza di rugby giocando l’ITM Cup, il campionato delle provincie neozelandesi, con la maglia dei Counties Manukau Steelers, entrando poi in ottica Waikato Chiefs, franchigia di Super Rugby. Nel frattempo, anche due anni come Personal Trainer e un’esperienza al Talking Rugby Union come blogger, ‘per chiacchierare di rugby e pensieri’, le sue parole usate per descrivere l’inedito ruolo. Conosce l’Europa nel novembre del 2007, quando il Connacht lo ingaggia a stagione in corso. In Irlanda rimane tre anni (73 presenze, 25 punti), durante i quali conosce anche la gioia di una laurea conseguita in Marketing e Vendita Professionale alla Business Training Solutions Ireland. Quindi, il trasferimento a Glasgow, tra le file dei Warriors (21 presenze, 10 punti), fino al gennaio 2013.

Ed è allora, con il contratto in scadenza, che il Mogliano si inserisce nella corsa a Nathan, assicurandosi quello che, da lì poche settimane,  diventerà senza dubbio il giocatore più forte del campionato d’Eccellenza. ‘Un giorno Umberto mi dice: ‘Presidente, ci serve qualcuno ai centri’ – racconta il numero uno Facchini -. Allora, con l’appoggio del consiglio, scegliamo Nathan tra i diversi giocatori disponibili’. Ma ingaggiare un giocatore a stagione in corso, a volte, nasconde il rischio di affidarsi ad un atleta ormai sazio e solo alla ricerca di un buon contratto. Incognita che Facchini, insieme a Casellato e Properzi il giorno dell’arrivo di Nathan all’aeroporto, conosceva bene. Così, lunga la strada, il gruppo si ferma per il pranzo. ‘Era un test – sorride Facchini -, per vedere se il ragazzo teneva anche a tavola un comportamento da atleta. Alla fine, ha mangiato una portata e solo qualche assaggio. Ho guardato Umberto e gli ho detto: ‘Questo è nostro!’

Le sue gesta, diventate sempre più determinanti per la conquista dello scudetto, non verranno dimenticate facilmente nella piccola realtà trevigiana. Come neppure la sua personale Haka, la celebre danza maori eseguita sui tavoli della club house davanti ai tanti tifosi, che aspettavano il ritorno da Prato dei loro beniamini tricolori. Un video che non ha tardato a circolare su You Tube, raccogliendo centinaia di visualizzazioni e apprezzamenti.

Più intima, invece, la mail inviata al presidente Facchini il giorno della sua partenza per la Nuova Zelanda. Un pensiero di ringraziamento nei confronti di quella che, in pochi mesi, è presto diventata la sua famiglia italiana’.

 

Tributime: Nigel Owens, the cream of the crop!

La BBC gallese ha raccolto alcune perle di Nigel Owens in un video tributo che in poche ore ha fatto il giro del web.

Straordinaria anche la sua risposta, come sempre. ‘…ora non sono più rosso in faccia, e non lo ho nemmeno guardato 🙂‘.

Semplicemente, Nigel Owens.

Tributime: palla a Ludovico Nitoglia, il finalizzatore

Nuovo appuntamento di Tributime, rubrica dedicata ai rugbisti di tutto il Mondo – e di tutte le categorie – raccontati attraverso un video.

Oggi torniamo in Italia per ammirare e applaudire le corse di Ludovico Nitoglia, una delle ali più performanti degli ultimi dieci anni, fedele alla Benetton Treviso nel cammino in Pro 12 e con un passato tra Lazio, Calvisano e L’Aquila.

Giocatore scaltro e intelligente, tre quarti veloce e sempre nel posto giusto per finalizzare l’azione. Ludovico è stato per anni un terminale micidiale delle azioni biancoverdi.

Godiamoci le sue skills tutte d’un fiato.

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