Di Giandomenico, vista sul Petternella: 'Manifestazione importantissima. Come il biennio che ci attende'

Sono tutt’altro che Tempi Glaciali quelli vissuti in questo periodo da Andrea Di Giandomenico. Il noir di Fred Vargas, appoggiato sul comodino assieme a Il Grande Male di Georges Simenon è solo il passatempo serale del coach della Nazionale femminile, impegnato in queste settimane di lavoro e diviso tra le azzurre e l’Accademia Under 18 di Milano, della quale è diventato responsabile. “Una volta leggevo molto di più – sorride il tecnico, che ammette -, adesso con il poco tempo a disposizione non vado neanche più al cinema”. E anche a viaggi, potrebbe andar meglio. “In realtà ne faccio, ma sempre con la squadra. Per fortuna ho avuto il tempo di andare in campeggio con la mia famiglia in Salento, un’esperienza bellissima…”. La famiglia, Laura e Luca, che lo stesso coach riconosce essere “il mio grande hobby, prima ancora del rugby”. Ma la stagione è alle porte, quindi l’attenzione è rivolta all’appuntamento rodigino del 20 settembre, con uno sguardo ad ampio raggio che coinvolge Sei Nazioni e Mondiale femminile.
Andrea, pochi giorni alla diciannovesima edizione del Torneo Petternella…
“E’ la competizione che apre ufficialmente la stagione e tutti sappiamo quanto sia importante all’interno del panorama rugbistico femminile e quanta attenzione Le Rose Rugby Rovigo hanno per il nostro movimento”.
Rugby a sette che sarà anche disciplina olimpica.
“In questo senso Le Rose sono state le antesignane di questa disciplina. Ci avevano visto lungo”.
Nessuna Nazionale italiana parteciperà però alle Olimpiadi di Rio. Un problema?
“No, non credo. Le Nazioni che puntano sul Seven sono quelle che non partecipano al Sei Nazioni, Francia e Inghilterra a parte, che sviluppano entrambi i progetti. L’Irlanda ci sta provando, mentre Scozia e Galles andranno come Gran Bretagna. Noi non possiamo permetterci di abbandonare il 15. Basta guardare cosa è successo all’Olanda”.
La loro mancata qualificazione è stata vissuta come un dramma.
“Quattro anni di investimenti hanno portato a poco per loro. Hanno abbandonato completamente il 15 concentrandosi solo sul Seven. E adesso? La domanda è: può esistere un Seven senza un 15? I grandi numeri e l’affluenza sono dati dal rugby a 15. Noi dobbiamo cercare di ottimizzare le risorse per essere competitivi in entrambi”.
Tornando al 15, in vista del Sei Nazioni ci saranno molte aspettative sulla sua Nazionale.
“Per noi è l’inizio di un biennio molto importante perchè dobbiamo ancora centrare la qualificazione al Mondiale, che passa attraverso il Sei Nazioni. Non sarà un anno zero, ma daremo comunque spazio a nuove e giovani giocatrici. Dobbiamo avvicinarci al Mondiale con la maggior esperienza possibile”.
Una crescita del rugby a 15 legata comunque allo sviluppo del Seven.
“Certo, dobbiamo verificare i nostri percorsi di crescita. Il rugby a 15 sta già conoscendo uno sviluppo, considerato che per la stagione 2015/2016 le squadre iscritte al campionato saranno 17”.

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

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