Lunardon fermo tra Rovigo e Belluno

Gigi Sosso, giornalista del Il Corriere delle Alpi, ci informa sulla situazione del giovane Alberto Lunardon, che è al centro di un caso di mercato estivo e che, purtroppo, potrebbe decidere di non giocare quest’anno per potersi svincolare dalla sue ex squadra.

Lunardon… nel pozzo. Il desiderio di Alberto Lunardon sarebbe quello di tornare a Rovigo per il campionato d’Eccellenza, di rugby. La crudele realtà è che il vicecampione d’Italia dovrà rimanere fermo un anno, per svincolarsi e avere il cartellino dal Belluno.
Nella sua città, non torna di sicuro, al massimo a fine carriera e ne passerà di tempo.
Ventun anni sono pochi per fermarsi e andare in mezzo ai tifosi, ma il promettente giocatore dice di non avere scelta: «Grazie al Belluno, non giocherò da nessuna parte – sospira Lunardon – io vorrei ritornare a Rovigo, ma la mia società ha chiesto una cifra troppo alta per il prestito e in Polesine non sono disposti a pagarla. Non so di preciso quanti soldi siano, però credo più di quanto il Belluno aveva domandato al Cus Ferrara per Stefano Pasa».
Meglio Belluno o fermo? Il cartellino è nella segreteria di Villa Montalban e, in quei cassetti, rimarrà fino a quando Lunardon non avrà l’età giusta per lo svincolo o qualcuno non lo pagherà al Belluno. Giocare in A2? «Non ho alcuna intenzione di tornare in maglia gialloblù. Credo che una società dovrebbe essere orgogliosa di poter avere un proprio giocatore nella categoria più alta della palla ovale, ma evidentemente nel mio caso non è così. Devo prenderne atto, purtroppo».
Il prezzo da pagare. Un’altra possibilità sarebbe acquistare il cartellino, diventare proprietari di se stessi e andare a Rovigo. La società rossoblu qualche soldo lo spende, se non altro per i giocatori stranieri: «Non è certo la soluzione più economica per il sottoscritto: se la situazione non si sblocca, non vedo alternative alla stagione d’inattività, utile allo svincolo. Cosa posso fare sennò?».
Un sogno infranto. Muro contro muro e nessuna speranza di una stretta di mano. Ma l’anno scorso è stato utilizzato dal Rovigo? «Sia in campionato che in Coppa Europa, per esempio nella trasferta francese di La Rochelle. Ho fatto un buon minutaggio contro il Mogliano, piuttosto che la Roma, ma non sono solo le partite: è anche il fatto di potersi allenare con giocatori più forti di te, che devi crescere. Migliori per forza, c’è poco da fare. Ad ogni modo, la situazione attuale è questa: il Belluno chiede tanto del prestito e il Rovigo non ci arriva. Non mi vorrebbe gratis, comunque, come sostengono a Villa Montalban. Qualcosa sarebbe disposto a pagarlo».

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

3 pensieri riguardo “Lunardon fermo tra Rovigo e Belluno”

  1. Dispiace che Lunardon non possa proseguire la sua crescita. Che interesse ha Belluno a tenere fermo un giocatore di 20 anni e a negargli l’opportunità di giocare a un livello più alto? Mistero….

  2. Come dichiarato in un precedente comunicato stampa riportato da questo stesso sito, il rugby belluno ha richiesto, per il secondo prestito consecutivo del giocatore, l’applicazione dei parametri economici redatti dalla FIR nel regolamento federale.
    Se la rugby rovigo o Lunardon (che non conosce gli estremi economici della trattativa, ma li ipotizza come da lui stesso dichiarato, e di sicuro non conosce quelli degli altri prestiti) non ritengono giusta la cifra richiesta per un giocatore formato, possono inoltrare formale protesta alla federazione italiana rugby e richiedere una revisione di tali “ingiusti” parametri, tenuto in considerazione soprattutto del tempo a disposizione del giocatore che quest’anno non parteciperà a nessuna attività agonistica.
    Se poi la rugby rovigo vuole fare le cose ancor più correttamente, la prossima volta si rivolga prima direttamente alla società di appartenenza del giocatore per trovare un accordo e non cerchi di far leva sulla volontà di quest’ultimo per imporsi.
    Ma, la corretta gestione etica e soprattutto economica di una società sportiva deve essere sconosciuta alla rugby rovigo, visti i deficit di bilancio, cancellati ogni anno dal cambiamento della denominazione societaria per appianare i debiti di gestione pregeressi.
    E soprattutto, è ora che giocatori, allenatori ed ex allenatori dalle buone doti atletiche, ma dalle limitate capacità di discernimento smettano di piagnucolare con i giornali come il più italico dei calciatori; se vengono sostituiti perchè in 2 anni non riescono ad ottenere risultati decenti o limitati perchè non possono andarsene a giocare dovunque vogliano, senza rispettare i regolamenti federali.
    Perchè se una società come la rugby rovigo, che ha un budget annuale di 1,2 milioni di euro (cit. da Il Gazzettino – Ognisport), non tira fuori i soldi per prenderti in prestito e ti da 200 euro al mese per fare due allenamenti al giorno, mentre tutti i tuoi compagni sono stipendiati, delle domande te le dovresti porre.
    E magari l’anno di agonismo sabbatico ti può essere pure utile per studiare o lavorare.

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