‘Ho sempre pensato che questo sia un progetto di quattro anni. Il primo anno dovevamo gettare le fondamenta e credo che lo abbiamo fatto bene, forse in maniera più vincente di quanto pensavamo. Quindi la seconda stagione dovevamo stabilizzare le fondamenta. Il terzo anno è sempre più difficile perché ci sono molti cambiamenti; alcuni giocatori stanno terminando la carriera e il nostro compito è quello di rigenerare la squadra inserendo nuovi atleti. Vincere non è automatico ma penso che siamo in una buona posizione per competere e ottenere dei risultati’.
Eddie Jones si racconta così alla RFU che ha pubblicato una lunga intervista del tecnico australiano tra passato in Australia e Giappone e presente in Europa. Jones, che guida il timone della nave inglese dal 2015 è ancora al centro di molte polemiche. Sei Nazioni di basso profilo e test match estivi altrettanto poco entusiasmanti hanno esposto il selezionatore a numerose critiche a un anno dalla coppa del Mondo.
‘Non dobbiamo essere al massimo della condizione ora come non dovevamo esserlo prima. Dobbiamo essere al massimo il prossimo 2 Novembre. Questo è il segreto di una coppa del Mondo vincente’, ha continuato il coach, sostenendo che il pensiero principale ora è rivolto al Sei Nazioni.
Durante la lunga chiacchierata pubblicata sul sito della Federazione inglese Jones ha raccontato anche i suoi inizi da allenatore. ‘Giocavo per la prima squadra di Randwick – ricorda –, e un giorno mi hanno chiamato per una partita nella seconda squadra. Uno degli allenatori vedendomi all’opera, disse: ‘Tu parli molto in campo, potresti diventare un buon allenatore…’. Ho terminato la stagione allenando la seconda squadra e vincendo il campionato. Da allora ho pensato che potevo avere una chance come coach.
Interessante che le influenze professionali che Jones ha ricevuto da altri colleghi, protagonisti però in altri sport.
‘Quando allenavo il Giappone, Pep Guardiola (attuale allenatore del Manchester City) è stato l’allenatore che più mi ha influenzato. Giocava il famoso Tiki-taka e così, ispirandomi al suo stile, ho pensato che dovevamo muovere la palla velocemente se volevamo battere team più forti di noi. Il colloquio con lui mi ha aiutato molto, così come le chiacchierate con Arsene Wenger, Sir Alex Ferguson, Roy Hodgson, Gareth Southgate, allenatori dai quali ho cercato di prendere esempio.
Test match, Sei Nazioni, Mondiale. Questo il prossimo futuro di Eddie Jones, tecnico di un’Inghilterra che, per il coach ‘non deve copiare nessun team. Dobbiamo giocare il nostro rugby senza il pensiero di assomigliare ad altre Nazionali. Dobbiamo mantenere le nostre caratteristiche. L’Inghilterra deve fare l’Inghilterra’. (foto sito RFU)