I Southern Kings (ri)prendono forma. E torna anche Ferreira

Continua senza sosta il lavoro dei Southern Kings che la prossima stagione rientreranno sulla scena del Super Rugby. La franchigia sudafricana ha infatti messo sotto contratto il pilone Schalk Ferreira (foto), già in rosa nel 2013. La società di base a Port Elizabeth ha fatto firmare al 31enne un contratto biennale che segue gli ingaggi di JP du Plessis, dei piloni Basil Short e Nicolaas van Dyk. Per la Currie Cup arriverà dai Bulls Jacques “Vleis” Engelbrecht.

A tu per tu con Andrew Fraiser Robb: il rugbista che visse in 7 paesi. Pronto per una nuova sfida…

Un cammino vissuto attraverso sette paesi, affrontato assaggiando la vita di entrambi gli emisferi e con la palla ovale compagna fedele di un viaggio ancora in corso di svolgimento. E’ una storia straordinaria quella di Andrew Fraiser Robb, 27enneaaa centro scozzese innamorato dell’Italia e legato a un rugby al quale ha ancora molto da offrire. “Adoro l’Italia, il calore delle persone e lo sport che pratico”. Uno sport che Andrew conosce da bambino, in Scozia, alla Strathallan School di Perthshire, che per 5 anni diventa la sua casa. Fino a quando, dall’Australia, non si presenta l’occasione di giocare – e studiare – alla Canberra Grammar. “Un’esperienza fantastica – ricorda Andrew -; a volte, durante il nostro programma settimanale, ci allenavamo anche con l’accademia dei Brumbies”. Quindi, ancora Scozia con l’under 18 del Perthshire e poi Inghilterra, ai Dings Crusaders. Nel 2010, poi, Robb conosce per la prima volta l’Italia. Ad aspettarlo è la Roma e un rugby che il giocatore inizia pian piano a far suo, ma al quale si legherà solo in un secondo momento, perchè nel frattempo nel suo destino lo aspettano Francia (Bobigny, Federal 1), Nuova Zelanda (Enza Riwaka, Nelson Bays Premier) e Spagna (Blusens VIGO, Division De Honor). Tutto nel giro di un paio di stagioni, un tempo sufficiente per formarlo dal punto di vista tecnico, facendogli però capire che è in Italia il posto dove vuole giocare le sue carte. “In Francia – continua Robb – ho giocato con grandissimi atleti, che poi hanno anche disputato il campionato del Mondo. Abbiamo raggiunto i play off promozione, fermandoci ai quarti. Tecnicamente sono cresciuto, ho imparato a dosare la velocità. Però ho avuto l’impressione che in Francia il rugby venga vissuto più come una giornata in ufficio e non con lo spirito di una vera squadra. Per questo preferisco l’Italia e il suo modo di intendere rugby”. “In Nuova Zelanda – continua – ho incontratoaaa2 più difficoltà perchè, oltre a giocare, lavoravo in una fabbrica per mantenermi. E’ stato uno sforzo notevole, anche se l’ambiente è bellissimo e le persone sono molto rilassate”. Il pensiero dell’Italia, al tempo, ritornava spesso a far capolino nei desideri di Andrew. Così, nel 2013, ecco Reggio e una nuova avventura nel rugby nostrano. Le aspettative iniziali – “voglio aiutare questa società a raggiungere gli obiettivi stagionali”, le sue prime parole da diavolo – però cozzano con un infortunio alla caviglia che, in totale, lo lascia in campo poco più di un’ora (60 minuti con la Capitolina e 5 con il Calvisano). Inizia per Robb un periodo tormentato, che neppure l’aria della Valpolicella riesce spazzare via. Agli ordini di Alessandro Zanella – “un grande allenatore, adoro il suo modo di intendere il rugby” -, bagna il debutto con una meta al Cus Verona, lasciando però sul campo un ginocchio e vedendo così sfumare l’occasione di giocare da protagonista il campionato di serie A.  “Mi rendo conto di aver giocato poco in questi ultimi due anni – afferma Robb, senza tuttavia abbandonare il sorriso -. Ma sono sicuro di poter dare ancora tanto a questo sport e a questo paese, dove mi trovo benissimo. Sono pronto per una nuova sfida!”. Nonostante le comprensibili difficoltà incontrate  in questi mesi, lo spirito combattivo di Andrew Robb ha avuto ancora una volta la meglio e lo ha spinto in Toscana, dove il recupero fisico – “durante la riabilitazione ho avuto modo di studiare anche biomedica, ora sono finalmente al 100%” – è andato di pari passo alla gestione di un ruolo di coach nel progetto ‘I Titani’ ideato dall’ex azzurro Denis Dallan. “Un progetto importantissimo – racconta Robb – che coinvolge tutte le categorie giovanili. La Toscana è una regione dove il rugby si sta sviluppando velocemente ed è un piacere dare una mano alla crescita di questi ragazzi. Ormai siamo diventati una famiglia e il nostro obiettivo non è solo quello di allenare giocatori, ma aiutarli a diventare uomini”. Un uomo, Andrew, lo è già diventato da un po’. Temprato dalle esperienze vissute nei due emisferi e pronto a tornare in campo per continuare il suo magnifico viaggio con l’ovale sotto il braccio.

L'ex casa del Prato verrà assegnata con un bando comunale

Non c’è pace per la casa del rugby pratese. Come informa Notiziediprato.it “sarà presto messa a bando l’assegnazione degli spazi della Cittadella dello Sport. Gli uffici comunali stanno infatti lavorando per la realizzazione di due distinti avvisi: uno relativo alla gestione della pizzeria, l’altro per la gestione dei tre lotti sportivi. Il tema è stato al centro della riunione di stamani della Commissione consiliare 5 Cultura, Sport e Sociale, presieduta da Gabriele Alberti, a cui ha partecipato anche il sindaco Matteo Biffoni”. Il portale web pertanto racconta le mosse future che vedranno coinvolta l’ex casa dei Cavalieri Prato. Un impianto che nel 2013 ha anche ospitato la finale scudetto tra i padroni di casa e il Mogliano.

Sorpresa Rovigo: arriva Alberto Chillon?

Ne avevamo parlato qualche giorno fa: Alberto Chillon vicino ai colori rossoblu. E in queste ore da Rovigo, secondo la stampa locale, arriva la conferma che il numero nove delle Zebre potrebbe giocare al Battaglini la prossima stagione. Un colpo a sorpresa, considerato che il reparto è già ben coperto dalla coppia Bronzini (che ha un altro anno di contratto) e Frati. L’arrivo di Chillon potrebbe significare l’addio di Frati, ai box nell’ultima parte di stagione per infortunio.

Il Viadana saluta il generale Liviu Pascu (e prende Caila e Arrigoni)

Dopo tre stagioni le strade di Liviu Pascu e del Viadana si separano. E’ lo stesso club a confermare l’interruzione del rapporto con la seconda linea rumena, che dovrebbe accettare un’offerta da Parma (serie B) come assistente di Roland De Marigny. Pascu a Viadana era diventato un vero e proprio idolo, grazie anche alla qualità e all’esperienza che riusciva a mettere in campo. Nel suo passato, oltre a Viadana, spiccano le esperienze a Parma e Calvisano. In entrata vestiranno giallonero Adolfo Caila (26 anni, argentino, proveniente da L’Aquila) e Matteo Orlandi Arrigoni, proveniente dalla Pro Recco. Quindi, rimarrà in rosa Filippo Gerosa, che la stampa locale indica già in ottica Benetton (almeno in qualità di permit player).

Il Mogliano ufficializza lo staff tecnico

MOGLIANO – E’ con grande piacere che la Società Mogliano Rugby può dare conferma degli accordi raggiunti con lo staff tecnico che guiderà la squadra seniores per la stagione 2015/2016.

Direttamente dalle parole del Direttore Sportivo Nicolò Pagotto: “Continueranno la loro avventura insieme, ma a ruoli invertiti, Ezio Galon (nuovo Head Coach) e Franco Properzi (Assistant Coach). L’obiettivo della società, in piena sintonia con i due tecnici, è quello di investire sulle capacità del nuovo Capo Allenatore, mantenendo inalterata la sinergia creatasi nello scorso campionato con il supporto e la preziosa esperienza di “Kino” Properzi”.

Viene poi confermata la collaborazione con Giorgio Da Lozzo che da quest’anno si occuperà in modo particolare anche della nostra Under 18. Da Lozzo farà inoltre da formatore per tutti gli altri preparatori atletici, divenendo pertanto responsabile della preparazione atletica di tutto il Club. Entra a far parte integrante del gruppo una nuova figura, quella dello Skills Coach. A svolgere questo nuovo ruolo, che arrichisce ulteriormente le risorse a disposizione di Mogliano, è stato chiamato Sergio Zorzi. Anche lui, come Giorgio, si occuperà sia della prima squadra che della categoria Under 18, a testimonianza della volontà di continuare a dare importanza allo sviluppo dei nostri giovani in prospettiva futura. Continuano nel frattempo, un passo alla volta, le operazioni per la definizione della nuova rosa. Nelle prossime settimane daremo via, via, notizia di conferme, rinnovi ed eventuali nuovi acquisti una volta concluse ufficialmente le trattative.

Ufficio Stampa Mogliano Rugby

Il Treviso ufficializza la nuova rosa

La Benetton Treviso ha ufficializzato la rosa per la prossima stagione. Ecco il comunicato del club. A due settimane dall’inizio dall’attività e a due giorni da quello ufficiale della nuova stagione, che coinciderà anche con l’avvio della nuova campagna abbonamenti, il Benetton Rugby comunica la definizione della propria rosa per la stagione 2015/2016, ormai consolidata quasi interamente con gli ultimi eventuali tasselli che verranno definiti prossimamente.

Intanto lo staff che sarà così costituito:

Amerino Zatta – Presidente

Marius Goosen – Director of Rugby

Antonio Pavanello – Direttore Sportivo

Enrico Ceccato – Team Manager

Umberto Casellato – Head Coach

Martin Field-Dodgson – Skills Coach / Videoanalyst

Manuel Ferrari – Allenatore Mischia

Preparatori Atletici: Fabio Benvenuto, Gabriele Rossi.

Medici: Marino Baldo, Salvatore Gravinese, Elvis Lela, Roberto Saccocci.

Fisioterapisti: Ennio Zaffalon, Marco Bazo, Giacomo Mazzon.

I nuovi arrivati sono:

Robert Barbieri – Terza Linea – da Leicester Tigers

Luca Bigi – Tallonatore – da Petrarca Padova

Alberto De Marchi – Pilone – da Sale Sharks

Andrea De Marchi – Terza Linea – da Femi CZ Rugby Rovigo Delta

Simone Ferrari – Pilone – da Rugby Milano

Filippo Filippetto – Pilone – da M-Three San Donà

Ornel Gega – Tallonatore – da Marchiol Mogliano

Tommaso Iannone – Utility Back – da Zebre

Luke McLean – Utility Back – da Sale Sharks

Jean-Francois Montauriol – Seconda Linea – da Femi CZ Rugby Rovigo Delta

Duncan Naudè – Seconda Linea – da Chalon

Tom Palmer – Seconda Linea – da Gloucester

Filo Paulo – Seconda Linea – da Cardiff Blues

Chris Smylie – Mediano di Mischia – da Hurricanes

Braam Steyn – Terza Linea – da Cammi Calvisano

Cherif Traorè – Pilone – da Rugby Viadana

Hanno, invece, lasciato il club i seguenti giocatori:

Romulo Acosta, Albert Anae, Leo Auva’a, Michele Campagnaro, Joe Carlisle, Nicola Cattina, Paul Derbyshire, Simone Favaro, Amar Kudin, Mat Luamanu, Giovanni Maistri, Bruno Mercanti, Josè Novak, Franco Sbaraglini, Henry Seniloli, Meyer Swanepoel, Ruggero Trevisan, Tomas Vallejos Cinalli, Corniel Van Zyl e Antonio Pavanello passato al ruolo dirigenziale.

La rosa 2015/2016 è quindi, per ora, così costituita:

James Ambrosini – Mediano di Apertura

Enrico Bacchin – Centro

Robert Barbieri- Terza Linea

Marco Barbini – Terza Linea

Luca Bigi – Tallonatore

Dean Budd – Terza Linea

Sam Christie – Mediano di Apertura / Centro

Alberto De Marchi – Pilone

Andrea De Marchi – Terza Linea

Angelo Esposito – Ala

Simone Ferrari – Pilone

Filippo Filippetto – Pilone

Marco Fuser – Seconda Linea

Ornel Gega – Tallonatore

Davide Giazzon – Tallonatore

Edoardo Gori – Mediano di Mischia

Rupert Harden – Pilone

Jayden Hayward – Estremo

Tommaso Iannone – Utility Back

Marco Lazzaroni – Terza Linea

Alberto Lucchese – Mediano di Mischia

Salesi Manu – Pilone

Luke McLean – Utility Back

Francesco Minto – Terza Linea

Jean-Francois Montauriol – Seconda Linea

Luca Morisi – Centro

Matteo Muccignat – Pilone

Duncan Naudè – Seconda Linea

Ludovico Nitoglia – Ala

Tom Palmer – Seconda Linea

Filo Paulo – Seconda Linea

Andrea Pratichetti – Centro

Simone Ragusi – Ala

Alberto Sgarbi – Centro

Chris Smylie – Mediano di Mischia

Braam Steyn – Terza Linea

Cherif Traorè – Pilone

Alessandro Zanni – Terza Linea

Matteo Zanusso – Pilone

Prossimamente verranno comunicate le date dei primi impegni stagionali e la definizione dei capitani della formazione.

Rovigo, emergenza in prima linea: se ne va anche Pozzi?

Un altro giocatore saluta Rovigo. E’ il turno del pilone Andrea Pozzi, classe 1986, che secondo quanto informa Polesinerugby.it pare abbia accettato l’offerta del Pesaro Rugby (serie B), che gli ha proposto il doppio incarico giocatore-allenatore delle giovanili. Un accordo pluriennale che ha convinto il giocatore a scendere di categoria (così come hanno fatto i suoi ormai ex compagni Farolini e Manghi, tornati a Reggio). Con l’addio di Pozzi la necessità primaria della Rugby Rovigo è adesso quella di ingaggiare elementi in prima linea. Pozzi si aggiunge agli addii di Ravalle (Fiamme Oro), Mahoney (ritirato), Gajion (non confermato), Roan (Zebre) e Ceccato (Treviso). Un vero e proprio esodo che costringerà la dirigenza rossoblu a un’operazione massiccia in prima linea. Arriveranno Dario Bordonaro (l’ultima stagione a Badia), Silva e Silvestri, a colmare il vuoto creatosi con l’addio dei tre tallonatori. Dal Sud Africa comunque dovrebbero giungere novità in merito a un paio di piloni.

A tu per tu con Giovanni Ghelfi: Liason Officer dei Baby Blacks, straordinari campioni del Mondo tra caramelle e canti

Chissà cosa avr?????????????à pensato la gente di Colorno nel vedere un gruppo armadi di cento e passa chilogrammi danzare sul posto a una fermata dell’autobus. O vederli riempire al supermercato un carrello di caramelle gommose. Curiose pennellate di vita di un gruppo di ragazzi straordinario. Invincibile, dal punto di vista sportivo. Unico, da quello umano. I Baby Blacks, freschi campioni del Mondo, sono anche questo. “Impressionanti. Facevano il ripasso pre-partita alla stazione degli autobus tra una pensilina e l’altra, mimando una uscita dal frontale”. A raccontarli è Giovanni Ghelfi, Liason Officer della Nuova Zelanda ai recenti campionati del Mondo under 20. Un mese vissuto accanto al gruppo neozelandese, concentrato nell’inseguire l’unico obiettivo ammesso quando indossi la maglia nera con la felce argentata. Un mese di lavoro, avventure, sfumature di un mondo agli antipodi non solo dal punto di vista geografico, che Giovanni ha avuto l’onore (e il piacere) di conoscere in maniera ancor più intima.
Giovanni, a cosa servivano le caramelle gommose?
“Ne abbiamo comprato una quantità inverosimile, come se ci fosse una festa di compleanno per bambini delle elementari. In verità si trattava di ‘recovery food’ per fare rifornimento di glicogeno – riserva energetica muscolare – dopo uno sforzo. Questa scelta alimentare disinibita mi ha incuriosito”.
Come è stato vivere per diverse settimane accanto ai Baby Blacks?
“Come vivere un sogno. Ringrazio di cuore la Federazione per questa opportunità. Mi sono sentito esattamente come nel 1992, quando ho giocato nelle riserve del Rovigo di Checchinato, Botha, Ofahengaue”.
Un impegno molto importante…
“Sì, molto intenso. Spesso si raggiungevano le 19 ore di lavoro al giorno. Un grande drive, ma nessun problema. Poi non potevo deludere mio suocero John Chamberlain, neozelandese e fisioterapista del Marlborough Rugby per 25 anni. Una questione di famiglia insomma”.
Caratterialmente, come sono i Baby Blacks?
“Educati, molto umili e molto rispettosi. Grati di aver avuto questa opportunità. Molto focalizzati sugli obiettivi”.
Cosa le ha lasciato questa esperienza dal punto di vista umano?
“Sia i ragazzi che lo staff mi hanno accolto come uno di loro fin dal primo giorno. La relazione non ha potuto che crescere, anche perché l’head coach Scott Robertson ci teneva a che si creasse tra tutti i membri della squadra un clima familiare. Ho trovato umiltà, anche da giocatori di Super Rugby o dagli ex All Blacks dello staff,  grande rispetto reciproco e inclinazione a collaborare”.
E dal punto di vista sportivo?
“Il grosso lavoro era già stato fatto. In un torneo dove si gioca ogni 4 giorni, sono molto importanti recupero e ripasso, due aspetti dove i ragazzi mettevano il 100%. Loro adottano il metodo della leadership condivisa e della responsabilizzazione. E’ un metodo che ho avuto modo di sperimentare anche nel mio lavoro di allenatore e sono riuscito a carpire qualche idea in più”.
Sono così irraggiungibili i Baby Blacks?
“Ad alto livello ovviamente la genetica fa una enorme differenza, così come il duro lavoro. Quello però che distingue un atleta ‘world class’ sono piccole cose che tutti possono fare, a qualsiasi livello. Certo, fare 260 kg di squat richiede una certa dote genetica e molto duro lavoro, me fare invece un bagno di ghiaccio per recuperare più velocemente è una cosa che chiunque può fare. Avere un fisico da Super Rugby non è da tutti, ma rispettare un regime alimentare adeguato fa una enorme differenza a qualsiasi livello e non richiede doti particolari, se non un ferrato nutrizionista. Essere umili non è un dono di natura. E’ un modo di comportarsi così come essere leader. Tutti possono essere leader se istruiti a comportarsi in una certa maniera. Essere focalizzati è un approccio al lavoro che passa attraverso obiettivi specifici; tutti possono farlo, non solo le super star. E ancora, l’idratazione che influisce pesantemente sulla performance non è scienza complessa. Basta bere acqua per fare una enorme differenza”.
Tutti aspetti che appartengono già al bagaglio dei Baby Blacks…
“E’ la conseguenza di un vissuto ricchissimo ma, con una grande attenzione ai particolari e la tecnica mentale della visualizzazione, si possono fare passi da gigante. La tecnica è accessibilissima. Basta essere ‘capaci’ di sdraiarsi e rilassarsi e…avere un bravo allenatore”.   
Conosceva già qualcuno di loro, tra giocatori e staff?
“I 3 All Blacks dello staff, Robertson, MacDonald e Umaga. Nel 2009 ho lavorato alla New Zealand Sports Academy di Rotorua e quando Darrell Shelford ha sentito che sarei stato Liason Officer per i Baby Blacks mi ha detto che Te Toiroa Tahuriorangi, il mediano di mischia, era ‘un bravo ragazzo passato per la NZSA’. Effettivamente è stato uno dei grandi protagonisti di questo torneo”.
Quando ha capito che la Nuova Zelanda avrebbe potuto vincere il Mondiale?
“Tutti sapevano che faceva sul serio, grazie alla caratura dello staff e al valore della rosa. Tutto ruotava ‘sartorialmente’ attorno ai giocatori, con attenzione ai particolari in ogni aspetto della vita quotidiana dentro e fuori dal campo. L’esordio con la Scozia ha parlato chiaro nonostante la difesa dei ‘Cardi’ fosse di tutto rispetto come dimostrato nel resto del torneo. Quando la Nuova Zelanda muoveva la palla, soprattutto da fasi di transizione, comunicava la certezza che avrebbe vinto il torneo. C’è stato un momento però in cui ho capito che avrebbe potuto perdere. In finale, di fronte a un’Inghilterra quasi perfetta. Che partita!

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Un attimo che non dimenticherà mai…
“Dopo ogni partita, in cerchio, cantavamo ‘Hoki Mai’. Non solo conoscevo la canzone a memoria ma ho avuto modo di sciorinare la mia perfetta pronuncia maori; non capita nella vita di tutti i giorni. Le note di quella canzone porteranno sempre a ricordi meravigliosi”.
Parlando con i ragazzi, ha avuto modo di capire cosa hanno apprezzato dell’Italia?
“Gite non ne abbiamo fatte, tutto era rivolto al rugby. Lo staff ha apprezzato qualche avventura gastronomica in un paio dei migliori ristoranti di Parma, mentre ho sentito qualche ragazzo sorprendersi davanti a così tante belle ragazze. Una cosa però è stata apprezzata più di tutto – rugby escluso ovviamente -: il gelato! Talmente tanto che durante una riunione, agli atleti con una percentuale di massa magra non ottimale, veniva ricordato di non esagerare col gelato”.
Come sono stati accolti a Colorno?
“Benissimo: Colorno ha una struttura eccezionale. Il club ha messo in campo il meglio della vera ospitalità italiana con orgoglio, competenza, massima disponibilità e discrezione. Staff e giocatori hanno detto che a Colorno si sono sentiti veramente benvenuti. Si sono sentiti a casa. Non è un caso che si siano fermati ben 2 volte dopo l’allenamento per una grigliata in club house”.
Continuerà il rapporto anche in futuro con la Nuova Zelanda?
“Mi sento già molto fortunato ad aver partecipato alla campagna che ha portato la Nuova Zelanda alla conquista della Coppa del Mondo U20. E’ stata una esperienza molto forte che sicuramente legherà tutti i partecipanti per sempre…”.

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