Warren Gatland, Graham Henry, Michael Cheika, Wayne Smith, Rob Baxter, Mike Ford e Jim Mallinder. La rosa dei candidati per succedere a Lancaster, giorno dopo giorno, ha perso i suoi petali, con adesso il solo Eddie Jones rimasto attaccato allo stelo (da non dimenticare però Jake White, autocandidatosi per la guida dell’Inghilterra e che ha avuto un contatto con la federazione). Una situazione che i tabloid inglesi sottolineano giorno dopo giorno, senza risparmiare accuse e ironie più o meno sottili alla federazione che, a un mese dalla disastrosa campagna iridata, ancora non ha deciso l’allenatore. Curioso però che, a differenza di quanto accade per situazioni simili, non sia la federazione a scartare le varie ipotesi. Bensì il contrario. Con il passare dei giorni infatti, i vari candidati individuati dai dirigenti inglesi per sedersi sulla panchina della Nazionale si sono chiamati fuori, per ragioni diverse. C’è chi ha preferito continuare il suo percorso sportivo senza cambiamenti (Gatland-Galles, Cheika-Australia…), o chi l’anno sabbatico (Smith) alla ‘scottante’ panchina inglese. O, come la chiamano in Inghilterra, al ‘calice avvelenato’. Così, per il momento, ecco il solo Eddie Jones. Il quale, seppur fresco di firma con gli Stormers, non disdegnerebbe l’incarico. E la sfida. Per i bookmakers è il favorito. Per i media oltremanica ‘la federazione ha trovato finalmente qualcuno che li prende sul serio’, scrivono i giornalisti inglesi. Jones, intanto, che non si è mai esposto pubblicamente anche per via del contratto firmato in Sud Africa, si è lasciato scappare un pensiero legato ai contratti centralizzati, già in essere in altre Nazioni e che l’australiano vorrebbe anche in Inghilterra. Un nuovo indizio verso la sua elezione?