Nominato presidente pro-tempore dopo le dimissioni di Tito Capriccioli, è Dino Giovannelli che si sta prodigando al momento per ricucire lo strappo tra società e giocatori in casa Arieti. Una battaglia giocata su due fronti, da una parte infatti il club sta cercando di risolvere i malumori che hanno portato i giocatori dissidenti a disertare l’inizio degli allenamenti, dall’altra è necessario individuare nuove figure che abbiano le capacità economiche e la passione per permettere al rugby reatino di continuare.
«È un sentiero scosceso ma mi sto impegnando al massimo – ha spiegato a Il Messaggero in settimana lo stesso Giovannelli – per riuscire a ricomporre con i giocatori sarebbe già un primo passo. Credo non sia impossibile. Ho espresso il desiderio di parlare con tutti i ragazzi, le loro proposte saranno valutate e non penso non ci sia voglia di giocare da parte loro. La squadra, adesso, dimostri attaccamento alla maglia e torni ad allenarsi. Ne ho viste tante, è successo già in passato di svolgere campionati dignitosi con poche lire. Il mio ruolo è fare da mediatore per il bene del movimento reatino».
I frondisti chiedono il pagamento dei rimborsi pregressi, dovuti in gran parte a giocatori non reatini, ma – spiegano – «loro ci hanno sostenuto fino alla fine, e noi facciamo lo stesso con loro», nonché l’inserimento di alcuni rappresentanti dei giocatori nel consiglio direttivo della società. I giocatori, che continuano ad allenarsi in separata sede, chiedono così di poter partecipare alle scelte del club. A rappresentarli sarebbero Enrico Maria Sebastiani e Franco Trinchi, ma «Per entrare in consiglio bisogna portare sponsor, reperire fondi», avevano sentenziato la scorsa settimana l’ex presidente Tito Capriccioli e il vice Simone Miccadei, contribuendo allo scontro.
«I giocatori – ha commentato in settimana Giovannelli a Il Corriere di Rieti – hanno ragione e torto allo stesso tempo. Perché se da una parte è lecito far valere le proprie ragioni, dall’altra non si può reagire così ad un momento del tutto particolare, e soprattutto nei confronti di una dirigenza che negli ultimi cinque anni ha tenuto in piedi questa società».
La soluzione arriverebbe da un imprenditore romano, vicino agli stessi giocatori, che sarebbe pronto ad investire. Tanto più che lo Stadio Iacoboni è stato affidato in gestione dal Comune per quindici anni agli Arieti, sulla base di un progetto di riqualificazione per il quale si attende una risposta alla richiesta di finanziamenti pubblici formulata a giugno.