A tu per tu con Gonzalo Padrò: la vita ordinaria di un ragazzo straordinario

Gonzalo Padrò è un ragazzo straordinario. Unico, nella sua normalità. Semplice, ma al tempo stesso eccezionale. Come la sua carriera, iniziata in Europa grazie alla chiamata del Rovigo, che conosceva ancora poco le qualità del gigante di Tucuman. ‘Mi chiamò Canale, così decisi di partire…’. Ci avrebbe messo poco a convincere i nuovi tifosi delle sue qualità. Tecniche. E umane. Buitre ha vissuto con intensità tutte le maggiori realtà venete – oltre ai Bersaglieri, Padova, Treviso, San Donà, Mogliano -, sconfinando poi a Viadana e quindi marciando verso Roma, sponda Lazio. E in tutte le sue tappe tricolori – impreziosite anche da una stagione a Biarritz -, ha lasciato il segno, in campo e fuori. Con passione, dedizione. E sorrisi. Tanti. Tutti ricorderanno il percorso italiano di Gonzalo Buitre Padrò. Un giocatore raffinato. Una persona non comune.


Gonzalo, un nuovo capitolo sportivo all’orizzonte. Come è nata questa opportunità?
‘Giocherò a Siviglia, per il Ciencias Cajasol. Ho avuto la fortuna di trasferirmi grazie a una borsa di studio e a un lavoro. Penso sia una buona occasione, considerata la mia età e le prospettive lavorative future’.
Ha avuto proposte dall’Eccellenza?
‘Sì, tuttavia dopo quello che è successo a Mogliano ho pensato che fosse finito un ciclo per me’.
In Italia ha vissuto tante esperienze. Da Rovigo a Roma, da Treviso a Viadana, passando per Padova, San Donà e Mogliano. Ricorda come tutto è iniziato in Polesine?
‘Certo, grazie ad Alejandro Canale che al tempo allenava i bersaglieri. Mi conosceva da quando ero bambino e mi chiese se volevo vivere un’esperienza in Europa. E’ cominciato tutto così’.


In carriera, anche l’esperienza a Biarritz. Cosa ricorda della stagione in Francia?
‘Un’esperienza incredibile, ho imparato tantissimo. In squadra, 12 compagni giocavano nella Nazionale francese. Ero molto giovane, ma sono cresciuto tanto grazie a loro e allo staff tecnico’.
Negli anni, come è cambiato il Padrò giocatore?
‘Sono arrivato in Europa con il background di un giocatore amatoriale, che praticava rugby con gli amici per divertimento. All’inizio ho faticato a intendere il rugby come professione. L’esperienza da professionista mi ha fatto migliorare poi sia fisicamente che tecnicamente’.
E il Gonzalo persona?
‘E’ cresciuto molto e velocemente. Al mio arrivo ero molto giovane, non vivevo più con i miei genitori e ho dovuto imparare un’altra lingua in fretta. Tutti aspetti che ti ‘aprono’ la testa e ti fanno maturare. Sei da solo e devi imparare ad affrontare la vita. Dopo 12 anni mi sento una persona matura che sa bene cosa vuole’.
L’avversario più difficile da affrontare che ha incontrato in carriera.
‘Ho affrontato tanti giocatori fortissimi. Paul O’connell, Joe Rokocoko, Imanol Harinordoquy. Non riuscirei a nominarli tutti. Quello che ho ammirato di più però è stato Carlos Spencer’.
Cosa le lascerà l’esperienza italiana?
‘Tante cose. La più importante, le persone che ho conosciuto e gli amici che ho incontrato. Una famiglia che mi ha accolto, gente straordinaria che porterò sempre con me. Non dimenticherò mai l’Italia, un paese bellissimo’.
Sportivamente?
‘Tanti bellissimi ricordi. Ho giocato contro le più forti squadre d’Europa, ho visto stati bellissimi e pieni di gente, dove tutti respiravano rugby. E ho avuto al mio fianco tantissimi compagni dai quali ho imparato tanto’.
Il compagno di squadra più simpatico. E quello più disordinato.
‘Stessa persona. Gianmarco Vian. Anche il più matto. Abbiamo stretto un’amicizia molto forte. Ci sono comunque molti altri amici…’.
Gonzalo, cosa farà da grande?
‘Sono già grande (ride)…Mi piacerebbe continuare a vivere il rugby, magari come allenatore. Poi sono appassionato di gastronomia, sicuramente punterò su quello’.
Ritornerà in Italia?
‘Sempre. E’ la mia seconda casa, dove sono nati i miei nonni, dove lascio tanta gente che voglio bene. Mi mancherà. Ma tornerò’.
(foto profili Facebook Gonzalo Padrò)

 

 

Autore: Andrea Nalio

Polesano, giornalista dal 2008, lavora come free lance a Londra e rappresenta l'anima operativa di RugbyMercato.it. Nel recente passato ha collaborato con i quotidiani Il Resto del Carlino e La Voce di Rovigo e condotto la trasmissione "Linea di Meta" per Radio Kolbe. Ha pubblicato anche un libro: «Pepenadores. Insieme ai cacciatori di rifiuti»: Reportage sulla dignità dei riciclatori informali della discarica di Oaxaca (Messico).

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