Allarme L'Aquila, club a rischio fallimento

Secondo quanto riportato oggi da tutti i quotidiano abruzzesi, è finalmente iniziata la mobilitazione per cercare di non far scomparire L’Aquila Rugby 1936 dal Super 10. L’incubo è quello della mancata iscrizione al campionato, ma per scongiurarlo bisognerà attendere lunedì la riunione del cda neroverde. Ieri però si è tenuto un incontro altrettanto importante a cui hanno partecipato il sindaco Cialente, l’onorevole Lolli, il presidente Pasqua e Todera della Carispaq, istituto di credito che è tra i principali azionisti del club, obiettivo studiare un piano urgente di interventi volti alla risoluzione della crisi finanziaria aggravatasi nelle ultime settimane.
Al termine dell’incontro il sindaco ha affermato: «Sono fiducioso delle possibilità di far uscire dalla crisi il club». Parole che lasciano presagire un piano di salvataggio a cui parteciperebbero sia il Comune che la Carispaq, che tre anni fa aveva gestito il passaggio del titolo sportivo dalla Polisportiva L’Aquila, club dilettantistico in crisi finanziaria, all’Aquila Rugby 1936 S.r.l. società gestita allora da 16 imprenditori invitati proprio dalla stessa Carispaq. La situazione non è comunque delle più rosee, i giocatori attendono infatti ancora tre mensilità di quanto pattuito per la stagione passata, oltre al mese di maggio della stagione 2008/09, molti atleti si sono già accasati altrove ed il club non sarebbe al momento in grado di far fronte nemmeno alla prima delle quattro rate del piano di rientro concordato tra le parti.
A farsi portavoce dei neroverdi è stato così il direttore marketing Molina, che ha spiegato come «in questi giorni sta passando sotto silenzio la fine della squadra. Pensare che l’anno prossimo avrebbe celebrato i 75 anni di vita…».
L’Aquila Rugby attualmente infatti ha un solo campo, il vecchio Centi Colella.«Il nostro Acquasanta è stato affidato alla squadra di calcio», denuncia Molina. Se pur ieri il vice-sindaco Arduini ha garantito la disponibilità del piccolo campo Federale, al momento non ci sono però né le case per i giocatori né fondi liquidi in cassa. «Colpa soprattutto del main sponsor Ferla (gruppo piacentino che si occupa di impianti idraulici e termici n.d.a.)- fanno sapere dalla società – che ha esercitato il suo diritto di recesso».
«Ci hanno lasciato in difficoltà in quanto, non solo hanno rescisso il contratto biennale, questo era loro facoltà, ma si sono rilevati inadempienti per quanto riguarda questa stagione e adesso è in atto un contenzioso». Ha spiegato Molina, chiudendo dicendo che:  «Non stiamo parlando solo di soldi, chiediamo attenzione intorno alla nostra realtà, perchè qui c’è in ballo il futuro di tutti».
Il problema infatti è generale, se poco più di un anno fa i rugbisti aquilani, scavando a mani nude tra le macerie, erano diventati il simbolo del post terremoto, in una città che voleva e vuole tornare a vivere, ora la questione va ben al di la del solo sport. La città rischia infatti di perdere un simbolo, con il mondo dell’imprenditoria locale che tra mille difficoltà resta a guardare, questo mentre i fondi per l’emergenza ricostruzione sarebbero finiti e vi sono ancora dei terremotati ospiti degli alberghi…
A parlare per i giocatori è stato nel frattempo Maurizio Zaffiri, che ha già rifiutato tre importanti offerte, ma che potrebbe presto cedere alla corte della Rugby Roma.
«La stragrande maggioranza di noi, anche non aquilani – ha spiegato il capitano – lo scorso anno ha abbracciato il progetto L’Aquila per ciò che esso avrebbe rappresentato per la città ma quello propostoci di recente è stato l’ennesimo, durissimo compromesso… possiamo anche metterci a fare muro contro muro, ma se la società fallisce ci rimetteremo tutti».
Sotto accusa, in ogni caso, è una politica societaria troppo dipendente sugli sponsor, la stessa che aveva già creato problemi di carattere finanziario alla Polisportiva, e che aveva suscitato fa tempo un certo scetticismo tra appassionati ed ex dirigenti.
L’ex title sponsor ha nel frattempo detto la sua attraverso una lettera di Luca Ferla indirizzata a Il Messaggero e pubblicata oggi: «Ho letto con stupore l’articolo “L’Aquila, casse vuote il futuro è tutto un quiz” sul “Il Messaggero” del 19 luglio. Lo stupore nasce da alcune pesanti affermazioni che fanno nascere in me una grande amarezza, tanto più che nei giorni successivi non ho letto nessuna smentita da parte dell’Aquila Rugby. Non voglio fare polemica ma è doveroso precisare che la mia azienda non ha “sedotto e abbandonato” nessuno. Da lungo tempo chiedo un incontro con i dirigenti della Società ma non mi è stato concesso. Oggetto della riunione l’esame schietto e cordiale della situazione per decidere, insieme e senza forzature pubbliche o private, i passi successivi che potremo e vorremo liberamente compiere. Ogni esperienza può durare poco o molto. Questo nulla toglie alla bontà della stessa, alla correttezza di chi vi ha preso parte, al rispetto e alla stima reciproca. Credo che questo stile sia stato dimostrato e, spero, apprezzato, dal mio operato in qualità di sponsor in un momento in cui nessuna altra realtà era disposta a accettare la sfida. Non voglio ringraziamenti: l’ho fatto con convinzione ed entusiasmo. Ma non voglio neppure passare per un seduttore».

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

Un commento su “Allarme L'Aquila, club a rischio fallimento”

  1. E la Fir pensa bene di sponsorizzare li Aironi…. ed il rugby italiano non cresce con gli Aironi ma con i club italiani che sono in Super 10, A, B ecc.

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