Proposta di CVC Capital Partners. Le dichiarazioni dell’amministratore delegato della Premiership.

Ecco in sostanza le prime dichiarazioni di Mark McCafferty, CEO della Premiership, in merito all’offerta di  £275m che sembra aver presentato CVC Capital Partners per il 50% delle azioni del campionato inglese.

Egli ,nonostante valuti la Premiership ben più di £550m, si mostra favorevole a nuovi investimenti sottolineando il fatto che il campionato sta già crescendo a un buon ritmo, nuovi apporti ,secondo l’amministratore delegato, accelererebbero solo questa fase positiva.  Tuttavia non si sbilancia attualmente non può dire se l’affare sarà concluso.

“Nuovi investimenti nella Premiership renderebbero la lega più grande e migliore, il rugby dei club sta crescendo e questa sarebbe un’opportunità per accelerare questo processo, non possiamo comunque confermare  o negare l’ interessamento di alcuna delle parti nelle opzioni finanziarie prese in esame”

“siamo un una fase di forte crescita ma noi crediamo di poter fare ancora meglio sia a livello locale che internazionale, stiamo cercando la strada migliore per raggiungere i nostri obiettivi”

E su chi come il proprietario dei Bath, Bruce Craig, sembra volersi opporsi fermamente all’acquisizione che pare si discuterà in una riunione con i club martedì prossimo risponde:

“Qualsiasi decisione sarà per il bene del gioco” e “qualunque sia la strada che decideremo di prendere, possiamo affermare che tutte le persone coinvolte specie dei club, sono in grado di fare le cose nel migliore dei modi, loro sono custodi molto ligi e non hanno intenzione di agire se non per il bene del rugby e dei club.”

Torna anche sul capitolo delle difficoltà finanziare delle ultime stagioni per le singole squadre, affermando che non costituiscono il motivo della ricerca di fondi extra essendo facilmente compensabili con le quote che ogni club ha nel campionato.

“Non sono assolutamente la causa di queste trattative” “E più un discorso legato al come possiamo sfruttare al meglio il valore insito nella Premiership, per accelerane lo sviluppo, se i club diventano più forti, con più seguito, con impianti più moderni allora anche la Premiership diventa più forte mettendo in moto un circolo virtuoso”

Parole rassicuranti anche per la Rugby Football Union preoccupata che un’eventuale subentro di CVC possa far lievitare il costo dei diritti commerciali che la federazione dovrebbe pagare per il rilascio dei giocatori durante gli impegni con la nazionale.

“Ognuno dei nostri azionisti vuole vedere vincere l’Inghilterra, e spero che l’RFU voglia a sua volta vedere i club avere successo, dato che si alimentano a vicenda”

“Sono sicuro che l’RFU sarà di supporto, e chiarisco che tutti – in primo luogo i nostri azionisti –  lavorano per il bene dei tifosi ,dei club e per la nazionale”

CVC Capital Partners pronta ad offrire £275 milioni di sterline per acquistare la Premiership Rugby!

Secondo indiscrezioni del Times la società finanziaria con sede a Lussemburgo, già proprietaria in passato di Formula 1 ( ceduta nel 2016 per circa 20 miliardi di euro) e di Dorna (la società di management che gestisce la MotoGP)  sarebbe pronta a incontrare il consiglio direttivo della lega inglese, sul piatto £275 milioni per acquistare il 50%+1 delle azioni della Gallagher Premiership.

Se ciò avvenisse sarebbe il più grande accordo finanziario mai stipulato nella storia del rugby mondiale

Una vera manna dal cielo per i club d’oltremanica che come avevamo evidenziato in un precedente articolo non versavano in condizioni economiche particolarmente favorevoli con una perdita complessiva stimata per i club di circa £28,5 milioni per la stagione 2016/2017.

Ricordiamo che i principali introiti del campionato provengono dai diretti televisivi di proprietà di BT sports fino al 2021 e il nuovo contratto di sponsorizzazione con la compagnia di assicurazione americana Gallagher stipulato lo scorso aprile.

Tuttavia l’accordo proposto da CVC potrebbe creare ulteriori attriti tra la Rugby Football Union (RFU) e i club. E’ sottinteso ovviamente che la società di private equity agisca, nonostante l’importante cifra, con un discreto margine di profitto e sebbene i club abbiano a lungo cercato  mezzi per finanziarsi la proposta del possibile acquirente pare sia comunque inferiore alle aspettative delle squadre.  Sempre secondo il rapporto del Times, ci sarebbero  stati anche altri tentativi di approccio inconcludenti.

Il portavoce della RFU ha comunque dichiarato:

“questo interesse è sicuramente una notizia molto positiva per la Premiership e riflette la crescente attrattiva internazionale che sta generando. La decisione al riguardo tuttavia non è imminente”

 

 

La sconfitta con gli Exeter Chiefs è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Il Coach dei leicester tigers Matt O’Connor esonerato.

Che l’operato dell’allenatore australiano fosse monitorato con particolare attenzione da parte della dirigenza lo si poteva immaginare dato l’epilogo poco brillante della scorsa stagione che aveva visto i Tigers uscire per la prima volta dal 2004 dalla Top4 della Premiership.

La sconfitta rimediata poi con il Benetton Treviso lo scorso 17 agosto non deve aver di certo rasserenato il clima.

Ma chi si sarebbe aspettato che la premiership 2018-2019 di O’Connor alla guida dei Leicester sarebbe durata solo 80 minuti? Infatti il club inglese ha annunciato l’esonero del tecnico a poche ore dalla sconfitta rimediata al Sandy Park di Exeter, dopo una sola giornata di Gallagher Premiership. Un record infelice, infatti mai nessuno era stato esonerato dopo una sola partita di campionato.

Il presidente dei Leicester Tigers, Peter Tom, si espresso così al riguardo:

“Matt fu chiamato a dirigere la squadra nell’aprile 2017 sulla base della sua esperienza nella Premiership e della sua familiarità con il nostro club, ma noi crediamo che questo è il momento giusto per fare un cambiamento che porti benefici al club, vogliamo comunque ringraziare Matt per il suo duro lavoro e la dedizione mostrata.”

Parole che hanno destato scalpore soprattutto nel sindacato degli allenatori che ha definito l’esonero di O’connor “un gesto gravemente ingiusto” che confermerebbe una tendenza estremamente preoccupante dei club. Secondo il presidente della rugby coaches association, Richard Moon, infatti è estremamente ingiusto giudicare un allenatore dopo una sola partita considerando tra l’altro che a stagione appena iniziata è ancora più difficile trovare un altro ruolo.

Tolto ciò per il club più titolato della Premiership si conferma comunque un periodo di declino alla ricerca di una guida, infatti in 4 anni il club a cambiato ben 3 allenatori: Richard Cockerill 2016, Aaron Mauger 2017 e ora O’ Connor.

Chissà se i Leicester individueranno in Geordan Murphy la figura in grado di riportare la squadra alla ribalta e magari anche a riconquistare quel titolo che ormai manca dal 2013.

Il vice di O’Connor è stato infatti nominato coach, per ora in via provvisoria, della squadra. Anche se l’amministratore delegato del club Simon Cohen apre ad ogni possibilità:

“Non c’è intenzione, salvo che la squadra tracolli completamente, di apportare ulteriori modifiche e  verrà data ogni opportunità a Geordan per svolgere al meglio il proprio ruolo.”

Il neo allenatore dal canto suo è combattuto tra felicità e un po’ di dispiacere

“ovviamente è un sogno essere insignito dell’incarico di allenatore dei Leicester Tiger, provvisoriamente per il momento. In sé è fantastico, ma di certo è un boccone amaro da ingoiare sapendo che prendo l’incarico a spese di un amico e di qualcuno che mi ha fatto da mentore come allenatore e giocatore”

Staremo a vedere sta di fatto che la decisione di esonerare l’allenatore alla prima giornata lascia tutti un po’ perplessi.

VERONA SORPRENDE TUTTI, ECCO LORENZO CITTADINI!

Neopromosso in Top12 e prossima all’inaugurazione del nuovo Centro Sportivo Payanini, il Rugby Verona era alla ricerca da tempo di un rinforzo in prima linea ed ha fatto le cose in grande, mettendo sotto contratto nientemeno che l’Azzurro Lorenzo Cittadini (58 caps), che torna così a calcare i campi del massimo campionato, gli stessi calcati da Simone Favaro (36 caps, Fiamme Oro) e Francesco Minto (48 caps, Medicei), un campionato che si conferma così ambizioso e ricco di spunti d’interesse.

Ad annunciare l’ultimo colpo è stato lo stesso club scaligero, che in serata ha comunicato:

Il mercato del Verona Rugby si chiude con un rinforzo di grande rilievo in vista dell’esordio in Top 12, in programma per il prossimo 15 settembre con i bresciani del Patarò Calvisano.

Lorenzo Cittadini, pilone classe ’82, bergamasco, 58 caps con la Nazionale maggiore, ex Calvisano, Benetton e Wasps è approdato sulle sponde dell’Adige dopo un’esperienza da protagonista nel massimo campionato d’oltralpe, il Top 14, dove ha vestito nelle ultime due stagioni le maglie di Bayonne e Stade Français.

“Sono entusiasta di questa nuova avventura”, queste le prime parole del nuovo arrivato in casa veronese. “Ho scelto Verona perché ha dimostrato di essere una società seria, ambiziosa, che investe sul nostro sport a 360°. Il nuovo centro sportivo, il Payanini Center, e il progetto della Verona Rugby Academy, per i giovani atleti, ne sono la prova tangibile”.

Lorenzo “Citta” Cittadini ha incontrato ieri sera i nuovi compagni di squadra sui campi del Centro Sportivo di Parona. “La prima impressione è stata molto buona”, commenta il pilone, “il gruppo è molto solido e c’è tanta voglia di lavorare. Poi sono rimasto affascinato dalla presenza di Richard Watt e Dan Cron degli Hurricanes. Credo sia una grande opportunità per tutti noi e per i ragazzi del settore giovanile poter imparare dai più bravi al mondo”.

“Che stagione di Top 12 mi aspetto? Da neopromossi, entreremo in punta di piedi, ma senza riserve. Ci sono squadre molto forti, come Calvisano, Petrarca e Rovigo, che probabilmente giocheranno a un livello superiore, ma per il resto penso che potremo dire la nostra. Il nostro obiettivo è il mantenimento della categoria e”, conclude Cittadini, “lavoreremo duro per conquistarlo il prima possibile. Forza Verona!” 

A sorpresa Cittadini non è quindi rientrato nella “sua” Calvisano, dove era presente lo scorso venerdì in occasione del test tra i bresciani e Mogliano, né tornerà a giocare Oltralpe, se non Oltremanica, con un contratto da Joker Médical

Salvataggio Blues Rugby, la federazione Neozelandese acquisterà il 40% delle azioni societarie

La federazione neozelandese ha avviato le trattative per acquistare il 40% delle azioni del club di Auckland, nella speranza di portare stabilità e una miglior capacità decisionale all’interno di una squadra la cui gestione nelle ultime sette stagioni è stata quanto mai caotica.

La trattativa è cominciata qualche mese fa e sembra coinvolgere, oltre alla New Zeland Rugby, l’azionista Murray Bolton, ex Ceo di skellerup, grossa azienda neozelandese specializzata nei prodotti per l’industria lattiero-casearia, pronto a cedere il suo pacchetto azionario valutato intorno ai $5 milioni.

La federazione sembra stia intervenendo spinta dalle preoccupanti statistiche, che viste le stagioni poco brillanti del club, vedono un rilevante calo di popolarità del rugby nella Regione di Auckland e nell’omonimo capoluogo, che ricordiamo essere il più popolato della Nuova Zelanda con 1,4 milioni di abitanti.  La NZR è quindi pronta a assistere un club chiave per il panorama neozelandese in apparente difficoltà e sembra averne individuato nell’asset societario confusionale l’origine dei problemi.

Un cambio di rotta rimarcato arriverà anche dal cambio di presidenza infatti Tony Carter negli scorsi mesi aveva annunciato le imminenti dimissioni ritenendo che la squadra avesse bisogno di una figura con alle spalle maggior esperienza nel rugby:

“Dal mio punto di vista il consiglio ha bisogno di una figura con più esperienza nel rugby e per questo motivo ho comunicato al consiglio che è tempo per me di farmi da parte e consentire agli azionisti di prendere in considerazione qualcuno che possa dare un maggiore contributo”

Detto ciò se si realizzerà la manovra della federazione sembra essere un’operazione provvisoria atta a riparare in fretta alcune dinamiche all’interno della società per poi rivendere il pacchetto azionario una volta individuate figure in grado di riportare il club all’apice del Super Rugby.

Eddie Jones troppo esigente? Anche il responsabile del reparto “sports science” sembrerebbe voler cambiare aria

Prima Rory Teague che rinuncia al proprio incarico di “skills coach” per occuparsi dell’attacco del club francese Bordeaux, poi Paul Gustard che lo scorso maggio annuncia di voler lasciare il ruolo di allenatore della difesa per andare agli Harlequins e ora altri membri chiave del suo team come Dean Benton, responsabile del reparto prestazionale-medico, e Dan Abrahams, lo psicologo, sembrerebbero, secondo indiscrezioni del Times, voler rassegnare le proprie dimissioni. Non è una situazione di certo ideale a poco più di un anno dalla coppa del mondo per la squadra di Jones.

Morto un papa se ne fa un altro si suol dire e magari presi singolarmente questi abbandoni non sono poi così cruciali ma ora le crepe nel team del Ct dell’Inghilterra cominciano a essere troppe considerando anche che ad oggi il posto ricoperto in precedenza da Gustard è ancora vacante aspettando la conclusione, ormai prossima, delle trattative con l’ex allenatore della difesa degli All Blacks John Mitchell.

Che il coach australiano sia molto esigente, pare che chiami i membri del proprio staff a tutte le ore, è risaputo e forse è proprio questa la causa di tanti abbandoni dato che in un’intervista Gustard ha definito l’esperienza con Jones come “l’aver una costante spada di Damocle pendente sul capo”.

Speriamo che il coach riesca a ricostruire un nuovo clima di serenità nel proprio equipe in vista dei prossimi test match di novembre che vedranno la nazionale inglese contrapposta a Sudafrica, Nuova Zelanda, Giappone e Australia.

L’atmosfera sembra comunque ben lontana da quella che aveva portato i XV della rosa a eguagliare il record di vittorie consecutive detenuto dalla Nuova Zelanda, considerando anche i risultati poco brillanti delle ultime partite, solo 1 vittoria negli ultimi 5 match.

Perdite consistenti per I club della Gallagher Premiership, nella stagione 2016/2017 solo il bilancio di Exeter è in positivo.

L’allarme arriva dal quotidiano The Guardian, le cui analisi evidenziano come nella stagione 2016/2017 i club della lega abbiano accumulato una perdita complessiva di oltre 28,5 milioni di sterline.

La maglia nera di questa preoccupante classifica spetta ai Worcester Warriors, undicesimi la scorsa stagione, con una perdita stimata di 8 milioni di sterline. Non a caso il finance director del club si è dimesso lo scorso mese. Non se la passano bene nemmeno gli Harlequins le cui perdita è salita a £4.6 milioni.

Secondo indiscrezioni i dati della stagione 2017/2018 non sembrerebbero essere migliori, si parla di una perdita complessiva dei club inglesi che sfiorerebbe i £35 milioni.

Da notare però che nella stagione in esame i ricavi in realtà sono aumentati a £11,9 milioni così come però anche l’ammontare degli stipendi saliti a quota £10,4 milioni. Si evince che i club non sono stati in grado di sfruttare al meglio l’aumento di risorse, ricorrendo a prestiti bancari e all’aiuto degli sponsor per l’ampliamento dei propri impianti.

The Guadian mette in luce anche la lampante differenza tra la English Premiership e il corrispettivo calcistico, la Premier League. La lega gestita dalla Football Association vanta introiti per 4,5 miliardi mentre la Gallagher Premiership 189.1 milioni, quanto un club di media fascia come il Southampton per intenderci.

Naturalmente urgono soluzioni immediate per il problema nonostante gli addetti ai lavori si dichiarino abbastanza tranquilli data l’attrattiva commerciale di cui il rugby gode e additano ai club francesi le quali spese elevate hanno costretto i club inglesi a votare 4 anni fa per un notevole innalzamento del tetto salariale.

L’amministratore delegato dei Saracens, Mitesh Velani, afferma invece che l’RFU dovrebbe offrire maggiore assistenza alle squadre

“Ci sono abbastanza ricavi dallo sport professionale ma bisogna fare qualcosa per bilanciare la disparità tra i proventi generati a livello internazionale e le difficoltà riscontrate a livello nazionale. Noi vogliamo tifosi non solo quando Inghilterra gioca contro la Nuova Zelanda  a Twickenham  e i biglietti sono particolarmente costosi ma servono soprattutto supporters che seguano i club. C’è bisogno di un approccio più collaborativo. “

Una risposta indiretta arriva dalle parole di Stephen Brown, CEO della Rugby Football Union

“abbiamo milioni di tifosi che seguono l’Inghilterra in TV o vengono a Twickenham. Noi vogliamo che loro siano interessati al rugby in Inghilterra ma non solo per quanto concerne la nazionale,  stiamo facendo il possibile per incoraggiarli  a supportare anche i propri club”

 

 

 

 

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