Vancouver. Una ragazza di 18 anni, seduta sul treno che la sta riportando a casa. Accanto a lei un uomo che, infastidito dal hijab che indossa, inizia a urlarle contro frasi di odio, scaricandole inoltre uno schiaffo sul viso. In treno, riempito in ogni posto, nessuno sembra – o vuole – prestare attenzione. Tutti tranne Jake, 21 anni, giocatore del Vancouver Rugby Club che, vista la scena, non esita nel proteggere la ragazza, Noor Fadel, decidendo di aspettare accanto a lei l’arrivo di paramedici e poliziotti i quali, grazie a una foto scattata da Noor, hanno potuto identificare e arrestare l’uomo.
‘Diceva che mi avrebbe ucciso. E’ stato orribile – il racconto di Fadel lasciato sulla sua pagina Facebook -. Dopo avermi colpita, solo un uomo, una persona come me diretta a casa dopo il lavoro, si è alzata, ha spinto l’uomo distante ed è rimasto seduto con me. Grazie a questo sconosciuto che mi ha protetto sono stata capace di scattare una foto al mio assalitore. Grazie a Jake Taylor per essere quella persona, quello sconosciuto ora caro amico che mi è stato accanto senza preoccuparsi delle mie apparenze’.
‘E’ stata una reazione automatica – ha dichiarato il giocatore alla stampa canadese -. Quando vedi una persona più piccola e più giovane di te in pericolo, il primo pensiero è quello di dare una mano. Vista la scena, ho spinto l’uomo dicendogli di uscire dal treno alla fermata successiva’.
Jake Taylor, che soffre della sindrome di Tourette è stato applaudito anche dal suo coach, Michael Joyce. ‘Jake ha un cuore grande. Considerata la sua situazione, sa benissimo cosa vuol dire essere emarginati o discriminati. E’ stato preso in giro tutta la vita, ma grazie al rugby, la sua confidenza è cresciuta e tutti nel team lo adorano’.
Un sentimento d’affetto ora comune anche a Noor, riconoscente a quel giovane sconosciuto diventato ora amico per tutta la vita.