Da Roma a Reggio Emilia. Bypassando una Sicilia inizialmente sognata ma destinata – per il momento – a rimanere un obiettivo futuro. Il passaggio di Mirko Amenta al Valorugby Emilia ha lasciato strascichi nella famiglia Fiamme Oro, per cinque anni casa della promettente terza centro.
LA STORIA
Secondo quanto riportano le cronache delle ultime settimane il numero otto ragusano aveva manifestato la volontà alla società cremisi di riavvicinarsi a casa e alla sua famiglia. Situazione comune a molti atleti in forza alle Fiamme Oro i quali, forti della possibilità di spostarsi in tutta Italia – grazie al servizio svolto con la divisa della Polizia di Stato -, possono richiedere al club un avvicinamento a casa o un trasferimento.
Lo stesso Amenta aveva ufficializzato attraverso i suoi profili social l’addio alla maglia cremisi dopo 5 anni manifestando la volontà di tornare in Sicilia. Una richiesta che le Fiamme, seppur a malincuore, avrebbero senza dubbio assecondato.
Nelle settimane successive al suo addio tuttavia il Valorugby Emilia si è accordato con l’avanti, ufficializzando il suo arrivo e sorprendendo di fatto l’ambiente cremisi. Amenta, nominato man of the match al termine della prima sfida di campionato tra Valorugby e Medicei, ha dunque scelto la strada emiliana. Decisione che ha creato malumori nell’ambiente e nei confronti del quale Maurizio Montalto, storico ex presidente delle Fiamme Oro (leggi qui l’intervista rilasciata a Rugbymercato alcuni mesi fa), ha espresso il suo punto di vista autorevole.
«Vivo nel mondo del rugby da 40 anni – il suo intervento a Rugbymercato – e a tutti i miei ragazzi ho sempre detto che il rugby finisce e la vita continua. Non è il rugby che contiene la vita ma è la vita che contiene il rugby e quando si riesce a trovare una sistemazione per il resto della vita non bisogna pensarci due volte.
La situazione che ha visto protagonista questo ragazzo non è avvenuta in maniera del tutto onorevole. Probabilmente ha ricevuto rassicurazioni e proposte che miglioreranno la sua vita ma la richiesta di tornare a casa si è rivelata una patetica scusa. E non la ritengo una cosa onesta nei confronti delle Fiamme Oro.
L’onestà non è una cosa astratta. Si può mentire a tutti, tranne a Dio e a se stessi. Certo, se una persona è in pace con se stessa è in pace con il Mondo, ma era anche il capitano delle Fiamme Oro e non so se riuscirà a guardare ancora in faccia i propri colleghi».
Momento che Mirko vivrà sabato pomeriggio. Quando il Valorugby riceverà proprio le sue ex Fiamme…