Hanson saluta Rebels e Super Rugby. Il tallonatore rimane a Gloucester

Il tallonatore australiano James Hanson è stato confermato al Gloucester, club che lo aveva ingaggiato due mesi fa con un iniziale contratto a tempo. L’idea del giocatore era quella di rimanere in Europa fino all’inizio dell’anno, per poi far ritorno in Australia e giocare il Super Rugby con i Rebels. ‘Il piano era quello di tornare a casa – ha dichiarato l’avanti -, ma Gloucester mi ha voluto fortemente e giocare qui è incredibile, mi sono sentito a casa sin dal primo giorno. Ringrazio i Rebels per aver gestito questa situazione in maniera professionale’. (foto sito Gloucester) 

Australia: Raelene Castle nuovo chief executive

Raelene Castle è il nuovo chief executive della federazione australiana. Per la prima volta il ruolo è stato affidato a una donna, la quale ha meritato il ruolo ‘vincendo’ la concorrenza di altri 200 candidati.

‘Sono molto felice per l’opportunità – ha dichiarato alla stampa australiana -, ma ci sono uomini e donne nel nostro sport, quindi non credo che una donna chief executive sia una notizia così sensazionale’.

Castle, che in precedenza ha guidato la federazione neozelandese di netball, comincerà ufficialmente a lavorare il 15 gennaio e sostituirà nel ruolo Bill Pulver.

Scaricato dai Reds e tentato dall’Europa. Ma se alla porta di Quade Cooper bussano i Blues…

Scaricato dal proprio club. Sostenuto dai propri compagni. Tentato da molti club. E un po’ frastornato. E’ una situazione delicata quella che sta vivendo Quade Cooper in questi giorni. Il mediano d’apertura infatti, dopo un colloquio con Brad Thorn, guida dei Queensland Reds, ha capito che non avrebbe fatto più parte della rosa del team per il Super Rugby 2018. ‘Ho avuto una conversazione onesta con lui e con Nick Frisby – ha dichiarato l’ex All Black -, e ho comunicato loro che non faranno parte del team per il prossimo torneo’.

Una decisione che ha scatenato polemiche e discussioni sin dal principio, con i compagni di Nazionale che hanno sostenuto da subito Cooper. ‘Quindi hanno detto a Cooper e Frisby di guardarsi intorno, meglio se all’estero – ha twittato Drew Mitchell -. Chiudiamo le porte ai giocatori che lasciano l’Australia per soldi, ma quando sono i club a mandarli via non diciamo nulla? Non possiamo permetterci di perdere due giocatori così esperti’. Al seguito è arrivato poi il cinguettino ironico di Digby Ioane. ‘Quando bello è? Il tuo capo ti dice di non venire a lavorare per i prossimi due anni, ma continuerai comunque ad essere pagato…’.

Cooper infatti è legato ai Reds da un contratto rinnovato la scorsa stagione. Difficile pensare che farà resistenza nei confronti della franchigia. In Australia i media hanno già iniziato ad esplorare vari canali. Inizialmente la destinazione più quotata era il Giappone, con un ritorno a Tolone come seconda opzione.

Nelle ultime ore però è spuntata una clamorosa opzione Blues, alla disperata ricerca di un mediano di apertura di classe ed esperienza che inneschi gli attacchi di una linea di tre quarti stellare formata da Sonny Bill Williams, Rieko Ioane e Melani Nanai. Quade Cooper, descritto come il più famoso disoccupato australiano della settimana è oltretutto nato in Nuova Zelanda ed è in possesso del passaporto neozelandese.

I Blues, che vivono ancora il ricordo di Carlos Spencer, hanno faticato negli ultimi anni a trovare un mediano d’apertura di livello che potesse riportare la franchigia di Auckland al top del rugby neozelandese. Giocatore  che, ora, potrebbe arrivare direttamente dai ‘nemici’ australiani.

Ancora una battaglia, poi sarà addio. Stephen Moore annuncia il ritiro

La sfida di sabato contro la Scozia sarà la sua ultima battaglia. Dopo 128 partite con i Wallabies il tallonatore Stephen Moore ha deciso di fermarsi. Non solo dall’attività internazionale – stop già annunciato in Luglio -, ma anche da quella di club. Moore aveva deciso di concedersi un’altra stagione di Super Rugby con i Reds tuttavia, durante questa finestra internazionale, ha deciso di fermarsi subito. ‘D’accordo con la federazione e il mio club – ha dichiarato il 34enne – ho deciso di smettere e cogliere una nuova opportunità che si è materializzata sei mesi prima del previsto’. Dopo 177 presenze in Super Rugby (dal debutto con i Reds nel 2003 alla partentesi con i Brumbies tra il 2009 e il 2016), Moore si concentrerà sullo sviluppo del rugby nel Queensland ‘sperando di costruire una nuova generazione di talenti e leader’, le parole dell’avanti. (foto sito Wallabies)

Richie Arnold rimane in Australia e firma per i Brumbies

La gigantesca seconda linea Richie Arnold rimane in Australia dopo la fine dell’accordo con Western Force e si unisce ai Brumbies. 127 kg per 208 cm, il giocatore è sceso in campo in 7 occasioni nell’ultima edizione di Super Rugby, torneo che continuerà a giocare con la franchigia di Canberra. ‘Siamo molto felici che abbia deciso di firmare con noi – così l’head coach dei Brumbies Dan McKeller -; è un giocatore molto fisico e offrirà più opzioni in seconda linea’. (foto sito Brumbies)

L’incredibile storia di Nathan Charles, il giocatore di rugby con la fibrosi cistica

‘Voglio essere ricordato come Nathan Charles, il giocatore di rugby che aveva la fibrosi cistica piuttosto che il ragazzo con la fibrosi cistica e che giocava a rugby’. Alcuni lo hanno già soprannominato l’inarrestabile. L’ex allenatore dei Wallabies, Ewen McKenzie, prima di concedergli il debutto in Nazionale disse: ‘Sembra sfidare le leggi della scienza e della logica’. Oggi Nathan Charles ha 28 anni. Gioca a rugby con i Wasps, vice campioni d’Inghilterra. E ha la fibrosi cistica. I medici non si aspettavano vivesse più di 10 anni. ‘Ora l’aspettativa di vita è di 37 – racconta il tallonatore in un video -, ma in realtà per me si tratta solo di un numero’.

LA STORIA
E’ un viaggio incredibile quello affrontato dal ragazzo di Sidney. La malattia, diagnosticata dopo tre mesi di vita, non ha mai rallentato il suo percorso con la palla ovale. ‘Sono cresciuto con le palle da rugby nel giardino’, sorride Charles, ricordando come, sin dall’infanzia, il rugby ha accompagnato il suo percorso. ‘Durante il mio periodo all’high school, solo alcuni amici conoscevano la mia situazione di salute. Era imbarazzante, io volevo solo essere come tutti gli altri’. Quasi 30 le pillole che Charles deve prendere ogni giorno e che lo aiutano a tenere sotto controllo la malattia. ‘Durante le cattive giornate sembra di respirare attraverso una cannuccia e l’ossigeno non è mai abbastanza’.

LA SVOLTA
Un giorno però, spinto da uno spirito non comune e supportato dalla famiglia – ‘i miei genitori mi hanno sempre sostenuto e indirizzato verso l’attività fisica, pronti a spronarmi se ne avessi avuto bisogno’, il suo racconto al The Sunday Telegraph -, per Nathan cambia tutto. ‘Ho deciso che mi sarei preso cura di me stesso, perché non volevo che la mia salute interferisse con il rugby. Quello per me è stato un momento di svolta. Dovevo provare a me stesso che ero bravo abbastanza, forte abbastanza, pronto fisicamente’.

Così, nel 2010, alla porta di Charles bussano i Western Force, alla ricerca di un tallonatore per coprire i vuoti creati dai diversi infortuni in rosa. ‘Dovevo rimanere in squadra per due settimane – così l’avanti -, ma alla fine sono diventate sei stagioni’.

‘Non l’ho mai visto rallentare, in nessuna occasione. Con il suo impegno e con la sua determinazione si è guadagnato il rispetto di tutto gruppo’, racconterà il tre quarti dei Force Patrick Dellit, seguito dalla seconda linea Rory Walton. ‘E’ un ragazzo speciale, ha dimostrato che non era pronto a ricevere un ‘no’ come risposta. Non voleva che le sue condizioni di salute gli impedissero di raggiungere i suoi sogni’.

I WALLABIES, L’EUROPA E IL FUTURO
Un giocatore di rugby professionista. Un Wallaby. Nathan ha sempre voluto questo. Nel giugno 2014 Charles riceve una chiamata da Ewen McKenzie che lo inserisce tra i convocati del tour estivo e il 14 giugno esordisce a Melbourne contro la Francia. ‘L’inno nazionale, lo stadio pieno. Ero felicissimo di vivere quel momento e orgoglioso di quanto avevo fatto’, il ricordo di Charles che nel 2016 ha deciso di trasferirsi in Europa, a Clermont prima e Bath poi. Da pochi giorni si è spostato a Londra, sponda Wasps per un altro capitolo della sua inarrestabile avventura.

‘Sono un Wallaby e lo sarò per sempre. E questo è qualcosa che nessuno potrà mai togliermi. Nella mia vita non ho mai pensato che la fibrosi cistica mi avrebbe fermato. Ho lavorato duramente per raggiungere ogni traguardo, con passione e determinazione. E ci ho sempre creduto’.

Digby Ioane-Crusaders: è finita

Digby Ioane non è più un giocatore dei Crusaders. Il giocatore australiano, 32 anni, ha raggiunto un accordo con la franchigia neozelandese per interrompere il rapporto sportivo. Attualmente in Giappone con i Panasonic Wildknights il tre quarti è sceso in campo con i neozelandesi solo in tre occasioni; in carriera Ioane ha vestito le maglie di Western Force, Reds, Rebels, Stade Français (2013-2015) prima del trasferimento in Nuova Zelanda.

I Queensland Reds si affidano a Brad Thorn?

La leggenda All Black Brad Thorn (42 anni) potrebbe essere promosso come head coach dei Queensland Reds. Il campione del Mondo infatti dal 2015 lavora con la franchigia australiana (responsabile degli avanti nel team di sviluppo prima e coach dei Queensland Country dal 2016) e secondo quanto riportano i media locali potrebbe sostituire sulla panchina Nick Stiles, l’allenatore attuale.

Tolone-Coleman, tutto fermo. ‘Voglio giocare per i Wallabies’

Si addensano nubi attorno alla vicenda Tolone-Adam Coleman. La seconda linea australiana, annunciata dai media francesi come rinforzo temporaneo di Tolone, pare non abbia ancora deciso se trasferirsi o meno in Europa. Alla stampa australiana il Nazionale ha infatti dichiarato: ‘Certamente analizzerò tutte le possibilità, ma la mia volontà è quella di vestire la maglia della Nazionale’. Un’opzione che verrebbe meno se Coleman si trasferisse in Europa.

Nuovo torneo nel panorama rugbistico mondiale: sta nascendo la Indo Pacific Rugby Championship

Una nuova competizione internazionale da giocare dopo la fine del Super Rugby con protagonisti team australiani, di Singapore, Samoa, Fiji, Sud Corea, Giappone, Hong Kong, Cina, Sri Lanka e Malaysia. Il nome, Indo Pacific Rugby Championship. L’idea, venuta al miliardario Andrew Forrest insieme ai suoi collaboratori della Minderoo Group, è stata resa pubblica nelle scorse ore tramite una nota ufficiale che ha svelato il progetto di questo nuovo torneo. La volontà di offrire qualcosa di nuovo dopo la decisione dell’ARU di tagliare Western Force dal panorama del Super Rugby si è rinforzata settimana dopo settimana, fino all’annuncio pubblico avvenuto nelle scorse ore. La nascita dell’IPRC dovrebbe avvenire comunque in collaborazione con la federazione australiana, che risparmierà una cospicua somma di denaro in termini di contrattualizzazione dei giocatori, i quali firmeranno gli accordi con l’IPRC. ‘Abbiamo fatto progressi significativi – ha affermato Forrest -. Stiamo ancora discutendo con i vari board, televisioni, media e altri tipi di business per capire come procedere’. Secondo quanto riportato poi dai media australiani, i giocatori che parteciperanno alla competizione potranno comunque essere selezionati per i Wallabies.

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