Per Alberto Zorzi forse non avrebbe senso parlare di sliding doors, come sarebbe andato se…Se quel maledetto pomeriggio di fine estate il ginocchio non avesse ceduto, rallentandone un’ascesa che in pochi mesi lo aveva spinto fino al vertice del rugby nazionale. Non avrebbe senso perché oggi, Alberto, 26 anni, Rovigo e Mogliano nel curriculum, vive con serenità e senza rimpianti un presente targato Tarvisium. ‘Ora non gioco come professionista, mi concentro sul lavoro. In futuro, seguirò il cuore…’. Zorzi, ala che sogna di volare, del rugbista ha tutto. Doti tecniche (velocità, piede, cambio di passo…) e umane. ‘Se vuoi diventare un rugbista devi lottare, soffrire e anche divertirti’. Step che Alberto Zorzi ha già affrontato in passato. E che vivrà nuovamente, quando deciderà di prendere nuovamente il volo…
Il suo presente si chiama nuovamente Tarvisium. Un ritorno al passato. Come mai questa scelta?
‘Decisione dettata da una serie di circostanze. E comunque il primo amore non si scorda mai’.
Gioca a rugby come professionista o svolge anche un’altra occupazione?
‘Non sono professionista, proprio perché ho un lavoro stabile’.
Di cosa si occupa?
‘Lavoro in per un’azienda che vende prodotti e attrezzature per palestre e fisioterapisti e organizza corsi formativi specifici in Italia’.
A 26 anni quali sono le sue prospettive e i suoi obiettivi, sportivi e di vita?
‘Vorrei consolidare al meglio l’attività lavorativa, migliorandola, rimanendo nel mondo del rugby, per me ‘lo sport’ per eccellenza’.
L’arrivo in Super Ten a Venezia, il passaggio al Rovigo e poi la tappa al Mogliano. Come mai non c’è stato un altro capitolo in Eccellenza per Alberto Zorzi?
‘Lo sport è bello, ma anche spietato. Dopo aver subito due operazioni importanti al ginocchio destro, con relativi lunghi periodi di stop, ho avvertito la sensazione di essere stato pian piano messo da parte’.
Ha conosciuto Rovigo e il vertice del campionato italiano poco più che ventenne. Cosa le ha trasmesso l’opportunità in rossoblu?
‘Rovigo mi è rimasta nel cuore. Ho provato la vertigine della vittoria e del successo, ma ho anche capito come tutto fosse effimero’.
Quindi Mogliano.
‘Tanti bei ricordi, ma in biancoblu ho giocato pochissimo’.
Una meta, nello sport o nella vita, che non ha ancora segnato.
‘Credo che al primo posto ci sia il concreto bisogno di stare pienamente bene con se stessi e con gli altri’.
Un segreto che non ha ancora confessato.
‘Sono limpido come l’acqua di sorgente, non ho segreti’.
Un’esperienza che vorrebbe vivere.
‘Dato che non ci sono limiti al pensiero, ho sempre sognato di volare’.
Il consiglio che darebbe oggi a chi inizia a giocare a rugby.
‘Se veri appassionati, bisogna lottare, se serve soffrire, ma soprattutto divertirsi’.
Caratteristiche che non devono mai mancare a un giocatore di rugby.
‘Un mix di coraggio e umiltà’.
Una decisione che riprenderebbe.
‘Tornerei all’università, anche se al momento sarebbe dura. Ho frequentato un anno alla Facoltà di Statistica quando giocavo con il Venezia Mestre. Era dura allenarmi, giocare e seguire le lezioni così, purtroppo, ho abbandonato’.
Una scelta che non riprenderebbe.
‘Non cambierei una virgola di quello che ho fatto. Ovviamente ho commesso i miei errori, però sempre in buona fede’.
Una canzone che non manca mai nella sua playlist.
‘La canzone del sole di Lucio Battisti. Anche se sarebbe più adatta Dieci Ragazze… (ride)’.
Un atleta che ha sempre ammirato.
‘Xavier Zanetti. Leader silenzioso, fuori e dentro il campo. Un esempio per tutti gli sportivi’.
Una cena. Tre invitati. Chi sceglierebbe?
‘Antonino Zichichi, per capire i segreti dell’universo; Jack Nicholson, per il grande attore che è; e Jennifer Aniston per vivere un momento magico’.
Quale sarà la prossima meta di Alberto Zorzi?
‘Non saprei rispondere adesso. Seguirò il cuore…’.
(foto profilo Facebook Alberto Zorzi)