Cambia la guida tecnica del Rugby Mirano, dopo la retrocessione in Serie B sulla panchina della prima squadra non sarà più Luca Bot: il posto dell’ex assistente di Cavinato verrà preso infatti da Pietro Bovo, 47 anni, già tecnico del Vicenza. Si tratta di un ritorno, Bovo ha infatti vestito la maglia dei veneziani in Serie A1 e Serie A2 come trequarti ala ed ha già allenato le giovanili biancoverdi, oltre ad essere stato per tre anni selezionatore regionale per la categoria Under 17 ed aver fatto parte dello staff tecnico della nazionale Under 18 per una stagione. Si tratta di un tecnico abituato a lavorare con i giovani, un profilo che si addice ai programmi del club veneziano.
Dal punto di vista dei giocatori invece si registra la conferma di un solo straniero, in linea con le norme sull’impiego di giocatori di formazione estera: il trequarti francese Benjamin Carayol. Giocheranno altrove Sutton, Sheahan e Vasiliu.
Categoria: Serie B
Fourcade al Mirano
La retrocessione in Serie B non frenerà i progetti in chiave futura del Rugby Mirano, il club guidato dal presidente Enrico Nali si è infatti assicurato una guida tecnica di primissimo ordine per il proprio settore giovanile: l’ex allenatore dell’Italia Bertrand Fourcade. Francese di Laloubère, classe 1942, Fourcade ricoprirà il ruolo di coordinatore del settore juniores dall’Under 8 all’Under 18 e arriverà in Veneto a settembre con il compito di formare gli allenatori, tra questi anche un altro francese, il mediano Benjamin Carayol.
Alla guida della Nazionale dal 1989 al 1993, dopo aver allenato il Lourdes, l’ex estremo del Tolosa ha già dato tanto al rugby italiano lanciando in nazionale talenti del calibro di Diego Dominguez, Franco Properzi e Paolo Vaccari e raggiungendo un record di 17 vittorie in 29 gare, una delle migliori percentuali fra i tecnici azzurri. «Mi è piaciuto subito il progetto di crescita giovanile su cui vuole puntare Mirano – ha spiegato l’ex supervisore del settore tecnico federaler, aggiunto telefonicamente nella sua casa di Lourdes da Il Gazzettino -. Lavorare per quattro anni sui ragazzi significa formare rugbisti di qualità che andranno a giocare in prima squadra creando un valore aggiunto per la società. Metterò tutta la mia esperienza al servizio della società puntando su armonizzazione delle risorse e formazione. Da ventanni sostengo che la Nazionale italiana ha bisogno di giocatori italiani e credo che, se opportunamente formato, il materiale sia, buono. A Mirano proveremo a preparare ragazzi di qualità. Non conta la serie in cui giocherà la prima squadra, bensì lo spirito dell’ambiente in cui cresceranno i giovani».
Fabrizio Aggio al Villadose
La Fulvia Tour Villadose ha ufficializzato l’ingaggio del mediano di mischia Fabrizio Aggio, giocatore rodigino in arrivo dal CUS Perugia. Classe 1983 è stato campione d’Italia under 19 e 21 con le giovanili della Rugby Rovigo. Al termine del cammino in rossoblu Aggio ha militato tra le file del Rugby Bologna in serie A (2005/06), a Monselice in serie B (2006/07), a Recco in serie A (2007/08) e poi ancora mezza stagione a Recco per poi trasferirsi in serie B con il Perugia a Febbraio 2009. «Una scelta di vita e soprattutto lavorativa – il commento di Aggio – smetto di fare il ‘professionista’ per dedicarmi alla mia professione lavorativa». «Penso di poter dare il mio contribuito alla causa di Villadose – continua l’atleta – anche se possiede già un organico invidiabile con giocatori di esperienza. Penso che nel mio pellegrinare in altri campionati lontano dalla provincia di Rovigo mi abbia fatto crescere e maturare rugbisticamente. Per questo posso dire che il prossimo anno posso dare il mio contributo al Villadose per raggiungere nuovi traguardi».
In squadra Fabrizio ritroverà i compagni di squadra di giovanile e soprattutto suo fratello Alberto… «E’ bello poter ritornare a giocare con i compagni di squadra delle giovanili, con quei ragazzi sorride con cui hai potuto vivere emozioni bellissime come conquistare lo scudetto in under 19 a Cesena e quello 21 a Viadana. Poi giocare con un fratello è bello ed importante. Con Alberto giocai a Bologna, il mio primo anno dopo le giovanili, è una esperienza importante e sono sicuro che l’affiatamento con queste persone c’è già e non si è mai perso». Decisiva anche la presenza di Brizzante come tecnico: «E’ un onore. Poter giocare nella squadra di Flaviano Brizzante è anche stato uno dei motivi che mi ha spinto a tornare a Rovigo. Una persona come Flaviano è difficile da trovare, è una persona che esprimere in ogni momento il significato più puro della parola Rugby».
Goti lascia i Lions amaranto
Le strade del Mil Group Lions Livorno e dell’allenatore Massimo Goti si sono separate di comune accordo dopo tre stagioni in cui goti ha condotto prima i labronici in Serie B e quindi alla salvezza. «Questione di stimoli miei – ha spiegato il tecnico – di stimoli dei giocatori, di stimoli degli stessi dirigenti». Termina così un’esperienza iniziata prima della nascita della prima squadra dei Lions, nel 2007. L’attuale nucleo di giocatori in precedenza aveva dato forma infatti al CUS Pisa, guidato nel 2005/06 e 2006/07 proprio dallo stesso Goti, a lungo capitano e uomo simbolo del Rugby Livorno. Goti, nelle ultime settimane ha declinato alcune offerte da altre squadre, preferendo prendersi un periodo di riposo, mentre la società sta cercando ora un degno sostituto. Anche la prossima annata in B per gli amaranto sarà intanto caratterizzata da una rosa autarchica, composta esclusivamente da livornesi di scoglio, pronti a sacrificarsi solo per attaccamento ai colori sociali.
Lecco conferma Insaurralde
Dopo le dimissioni presentate dal presidente Roberto Colli e da alcuni dirigenti all’indomani della chiusura di un campionato che ha visto il Rugby Lecco conquistare il quinto posto (miglior risultato di sempre), in settimana è stato definito il nuovo consiglio direttivo bluceleste. Alla guida del club è stato nominato l’avvocato Stefano Gheza, 43 anni, ex giocatore ed attuale allenatore della squadra femminile, già direttore sportivo del club e vice di Colli negli ultimi mesi.
Vice presidente è stato eletto Carlo Redaelli, mentre nel consiglio entrano anche Alberto Pozzi, Luigi Gnecchi, Antonio Rocca e Fabio Dadati, attuale assessore provinciale al Lavoro e Turismo che ritorna al rugby dopo aver giocato a livello giovanile a Piacenza. Rinnovato anche il consiglio del Valsassina Junior Lecco, dove entrano Giuseppe Tosi, Samuele Castagna, Luigi Zigliotto e Felice Dentoni, con Redaelli alla presidenza e lo stesso Gheza suo vice.
«Sono onorato e felice di intraprendere questa nuova avventura con il Rugby Lecco – ha raccontato Gheza al quotidiano La Provincia – che considero una seconda famiglia dopo 30 anni trascorsi insieme, avevo 13 anni quando ho vestito per la prima volta questa maglia. La sfida è importante, vogliamo continuare sulla strada tracciata da chi mi ha preceduto e se possibile fare ancora meglio».
«La società, la prima squadra e le giovanili devono fare un ulteriore salto di qualità. I numeri sono importanti, abbiamo 300 tesserati, tantissimi giovani che stanno crescendo e un settore giovanile che ci invidiano in tanti. Dobbiamo unire le forze e cercare di migliorarci ancora conservando lo spirito originario del nostro sport, di svago, di divertimento, ma soprattutto di crescita e di formazione morale».
«Valorizzeremo sicuramente i nostri talenti, poi vedremo se sarà possibile far rientrare chi dei nostri è andato a provare le categorie maggiori e se ci sarà qualche occasione la valuteremo. Ma ci vorrà ancora un mese per capire queste cose, prima risolviamo i problemi burocratici del passaggio, poi ci buttiamo nella progettazione dell’immediato futuro sportivo».
Conferma in vista per lo staff tecnico. «Nel prossimo consiglio direttivo decideremo, comunque quello attuale ha dimostrato di saper lavorare molto bene e non vedo perché non dargli ancora fiducia». Una dichiarazione che si è trasformata in una vera e propria riconferma per l’argentino Insaurralde leggendo quanto dichiarato dallo stesso Stefano Gheza su Il Giorno: «Il nostro programma è quello di allargare gli orizzonti, quindi consolidare le posizioni nei campionati nei quali siamo presenti e proseguire nella crescita del nostro vivaio. Manterremo una dozzina di squadre, guidate dalle formazioni di B e C, l’attenzione al femminile e al settore propaganda. Avremo sempre oltre duecento persone che ruoteranno attorno alla nostra società tra grandi e piccoli. Manterremo l’attuale staff tecnico, con Daniel Insaurralde e Vinicio Pellegrino che rimangono alla guida delle rispettive squadre».
Sondrio torna Sondrio
In un’intervista apparsa oggi sul quotidiano La Provincia, edizione di Sondrio, il presidente Alfio Sciaresa si è detto amareggiato per il terzo posto sfuggito nel recupero di Capoterra, ma in Valtellina pensano al futuro. «Auspichiamo di poter essere ancora affiancati dai nostri sponsor storici, Sertori e Credito Valtellinese», ha spiegato fiducioso anche sulla possibilità di realizzare un campo in sintetico nell’area manifestazioni adiacente al campo della Castellina: «Spero che l’impianto possa arrivare entro fine anno. Sarebbe utilissimo per alleggerire il carico sul ‘Gabriele Cerri’ e per gli allenamenti invernali».
Sul fronte prima squadra invece «Contiamo di riconfermare Bogdan Enache – ha svelato – prossimo ad operarsi ad entrambe le ginocchia. Se i tempi di recupero saranno troppo lunghi, dovremo però escogitare un’alternativa. Alivello di allenatori, poi, è prevista una redistribuzione di incarichi. Per ora posso solo dire che Romain Cavaignal, il quale ha svolto un ottimo lavoro nelle scuole e fatto crescere l’Under 16, è stato confermato. Ma il fatto nuovo, che ritengo più importante, sarà la ridefinizione della nostra struttura interna, non più adeguata ai tempi e alle esigenze attuali. In quest’ottica, daremo una nuova denominazione e un nuovo statuto alla società che, da Sondrio Sportiva Rugby, ridiventerà Rugby Sondrio, lo stesso nome assunto nel 1963, quando Pino Donadelli rilanciò la pallovale nel capoluogo».
L'ora dei superclub?
«Arriveremo a una decisione in tempi brevi» a prometterlo è il vice-presidente della Rugby Parma, Bernardo Borri, all’uscita dal consiglio del club gialloblu tenutosi giovedì sera: ordine del giorno la proposta di partecipazione alla super squadra cui starebbero lavorando per il prossimo Super10 Gran Parma, Viadana e Colorno. Una svolta epocale per il rugby ducale, per questo in via Lago Verde prendono tempo, «verranno esplorate tutte le possibilità» ha fatto infatti sapere il vice-presidente in una dichiarazione raccolta dal quotidiano La Gazzetta di Parma e pubblicata oggi, sottolineando però come lo spirito degli Aironi abbia pervaso le società interessate. In sostanza, ha precisato: «non vogliamo andare avanti da soli, ma vogliamo prendere una decisione meditata… Penso all’inizio della prossima settimana per arrivare al consiglio federale del 29 con una decisione già presa». Se i giallo-blu cittadini prendono tempo, nel frattempo però resta da capire quale sarà anche la posizione del Noceto, dopo la promozione nel massimo campionato e l’iniziale intenzione a fare da soli, si sarebbe infatti registrata una riapertura verso l’ipotesi del superclub.
Qualcosa di analogo sta avvenendo intanto in Toscana, dove va avanti il progetto T.R.E. (Toscana Rugby Eccellenza), con il presidente Tonfoni che mercoledì ha avuto mandato dall’assemblea dei soci de I Cavalieri Prato di procedere con la creazione dei nuovi Cavalieri Toscana. I dirigenti lanieri, secondo quanto si apprende oggi dal quotidiano La Nazione edizione locale, hanno così dato mandato al presidente Tonfoni di attivarsi con i presidenti delle altre dodici società che partecipano al progetto per instaurare un tavolo di discussione e far partire subito la nuova società, fin dal campionato 2010/11. Gli investimenti già approvati dal Comune di Prato (martedì prossimo alle 11 è in programma la presentazione nel Salone Consiliare del Comune di Prato) per il progetto cittadella ed il rinnovamento del Chersoni di Iolo (allargamento a 3.500 posti) fanno si però che il l’eventuale superclub continui a giocare proprio a Prato e non a Firenze come inizialmente paventato. Il capoluogo toscano potrebbe però ospitare gli incontri interni della prossima Amlin Challenge Cup, al Ridolfi dove vi sarebbe già stato un sopralluogo da parte della dirigenza T.R.E., aumentando così l’appeal nei confronti del turismo straniero legato all’evento. Siena e Arezzo al momento invece non dispongono delle infrastrutture necessarie ad ospitale tali eventi.
Belluno, addio Dal Pont?
«Aspetto una chiamata dalla società, ma non escludo altre soluzioni» con queste parole rilasciate martedì al Corriere delle Alpi il tecnico Alessio Dal Pont lascia intendere la possibilità di un suo divorzio dal Rugby Belluno, subito dopo aver condotto la squadra ad una difficile salvezza in Serie B. Benché non sia ancora arrivata alcuna richiesta ufficiale, non mancherebbero infatti le richieste. «Mi sono arrivate diverse attestazioni di stima, questo non posso nasconderlo – ha ammesso sorridendo all’inviato del quotidiano lo stesso Dal Pont – più di qualcuno mi ha fatto i complimenti per la stagione che abbiamo portato a termine e la salvezza anticipata, ma ancora non posso sapere se si fermerà a questo, oppure vorrà approfondire l’argomento. Aspetto una chiamata soprattutto da parte del Belluno, che purtroppo finora non c’è stata».
«Posso anche giocare», ha quindi lasciato intendere, lasciandosi così alle spalle una prima esperienza da tecnico che lo ha visto prima promosso in Serie B (finale play-off vinta con il Pesaro) e poi salvarsi al termine di una rimonta importante nel girone di ritorno, quando ormai il destino dei veneti sembrava già segnato. «I miei ragazzi – ha quindi precisato a tal proposito – sono stati bravissimi, questa è la chiave di entrambi i traguardi che abbiamo conquistato. Quanto a me, ho cercato di fare del mio meglio, con il massimo impegno e tutta l’umiltà necessaria. Possiamo essere soddisfatti di come sono andati questi due campionati, anche perché siamo quasi esclusivamente una formazione di bellunesi. Se non potrò più fare l’allenatore, non è escluso che torni a giocare oppure che passi una stagione a studiare il nostro sport, cosa che fa sempre bene».
La chiave di tutto sarà però la tempestività con cui la dirigenza bellunese si troverà a decidere del futuro del club. «Non faccio il dirigente – ha ammesso il tecnico stimolato in proposito – però sono convinto anch’io che ci sia sia bisogno di una maggiore tempestività. Anche perché già quest’anno abbiamo perso dei giocatori e può darsi che ci sia qualche altro addio». Decisivo a tal proposito dovrebbe quindi essere l’appuntamento di sabato 22 con la riunione del Consiglio: il presidente Giancarlo Pasa ha completato infatti il mandato del predecessore Vittorio Bridda ed è anche il principale candidato alla sua successione, mancherebbero infatti aspiranti sostituti degni di nota. Una volta eletto il nuovo numero uno, Bulluno procederà quindi alla nomina di un nuovo tecnico o all’eventuale conferma di Dal Pont.