Concussion-Parkinson: uno studio (di 12 anni) americano conferma il legame

Uno o più episodi di concussion possono aumentare il rischio di contrarre il Parkinson in età avanzata. E’ questo il risultato di uno studio pubblicato da Neurology, il giornale dall’Accademia statunitense specializzata nello studio del cervello e condotto negli ultimi 12 anni su oltre 300mila persone. I risultati, diffusi poi dalla CNN e a cascata da tutti i media americani sottolineano la correlazione tra un trauma al cervello e le possibili conseguenze legate appunto al Parkinson, malattia neurologica che causa tremori, rigidezze e difficoltà di coordinazione.

Lo studio, che ha coinvolto 325,870 persone in età compresa tra i 31 e i 65 anni – dato che non è strettamente legato alla carriera sportiva di un’atleta ma aiuta a capire i possibili rischi legati a un evento traumatico che può accadere durante uno scontro di gioco – ha rivelato un dato strettamente connesso ai traumi al cervello: dei 1.462 casi di Parkinson rilevati in 12 anni, 949 hanno confermato precedenti traumi alla testa.

Da diversi anni il mondo del rugby sta combattendo una battaglia per la riduzione e la prevenzione di un pericolo sempre più ricorrente durante allenamenti e partite tramite programmi di allenamento specifici e protocolli da seguire durante gli incontri.

Età, condizioni di salute e storia dei pazienti sono tra i fattori presi in considerazione dai dottori, i quali sono alla fine arrivati alla conclusione che traumi al cervello aumentano del 71% il rischio di contrarre il Parkinson rispetto a persone che non hanno mai vissuto tale tipo di infortunio.

Autore: Andrea Nalio

Polesano, giornalista dal 2008, lavora come free lance a Londra e rappresenta l'anima operativa di RugbyMercato.it. Nel recente passato ha collaborato con i quotidiani Il Resto del Carlino e La Voce di Rovigo e condotto la trasmissione "Linea di Meta" per Radio Kolbe. Ha pubblicato anche un libro: «Pepenadores. Insieme ai cacciatori di rifiuti»: Reportage sulla dignità dei riciclatori informali della discarica di Oaxaca (Messico).

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