Cristian Cerioni, nuova vita a Prato: 'Proviamo a fare il miracolo e poi stop con il rugby…almeno per un po''

Impossibile rimanere indifferenti a un campo che ha regalato mille emozioni, nel bene e nel male. “Eh già, qui ho conquistato lo scudetto con il Mogliano, ma sono anche retrocesso con il Piacenza”. Un’espressione sincera domina il suo volto. Lui è Cristian Cerioni (foto Elena Barbini), classe ’91, estremo, centro, all’occorrenza anche mediano di mischia. E la sua nuova realtà si chiama Prato; lo stadio, il Chersoni di Iolo. Dopo l’addio al Petrarca non ha faticato a trovare una nuova destinazione e a differenza dei tanti addii in casa toscana, Cerioni ha scelto di percorrere la strada contraria, per inseguire sul campo una salvezza che, se conquistata, profumerebbe di impresa straordinaria.
Cristian, la prima impressione?
“Ho trovato un ambiente sereno, un gruppo affiatato e tanta disponibilità”.
Perchè questa scelta?
“Volevo giocare con più continuità. Poi a fine stagione smetterò con il rugby, almeno per un anno”.
Come mai?
“Per motivi lavorativi e così avrò anche il tempo per preparare l’esame di stato per diventare Geometra. Probabilmente sarà uno stop di un anno”.
Prima però, c’è una salvezza da conquistare a Prato…
“Cercheremo di fare l’impresa. Ci sono tanti ragazzi giovani, ma lo spirito è quello giusto”.
Ventiquattro anni con alle spalle esperienze a Viadana, Calvisano, Mogliano e Petrarca. Cosa porterà Cerioni a Prato?
“Un po’ della mia esperienza. Tanti compagni sono al primo anno di Eccellenza e spero di riuscire a trasmettergli qualcosa. Cercherò anche di affiancare coach Moreno negli esercizi di skills individuali”.
Riavvolgiamo il nastro. Capitolo Padova.
“Due anni positivi in una società storica. Appena si mette piede alla Guizza si respira rugby. Ho salutato tutti con piacere”.
Mogliano.
“Senza dubbio il mio trampolino di lancio nel rugby italiano. Umberto Casellato mi ha aperto gli occhi su tanti aspetti”.
Il ricordo più bello della carriera.
“Certamente gli ultimi due minuti della finale scudetto, quando il TMO stava decidendo sull’ultima azione. Non ho mai provato brividi così…a ripensarci mi viene ancora la pelle d’oca”.
Il ricordo più doloroso.
“L’infortunio al perone poche settimane prima del Mondiale under 20 giocato in Italia. Ero tra i convocati e ho dovuto rinunciare. Ancora oggi è il rammarico più grande”.
L’allenatore che le ha trasmesso di più.
“Umberto Casellato, da lui ho imparato molto. Allenatore meticoloso e attento a tutto”.
Il giocatore dal quale ha cercato di imparare maggiormente.
“Enrico Ceccato, centro del Mogliano, mi ha insegnato tantissimo. Un ragazzo poco chiacchierato, ma un gran giocatore”.
L’avversario più duro da sfidare. 
“Joe Van Niekerk del Rovigo. La prima volta che ci siamo incrociati lui mi parlava in afrikaans e io in spagnolo, poi a fine partite ci siamo abbracciati. Fisicamente, un grandissimo atleta”.
E l’ultima di campionato ci sarà Rovigo-Prato…
“Non vedo l’ora. Mi farò spostare apposta ai centri per sfidarlo…”. 

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

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