Eccellenza a 6 squadre? Kirwan lo chiedeva già nel 2007!

Un Super Sei composto da Treviso, Padova, Calvisano, Viadana e Parma. Niente Rovigo, a causa dei tanti problemi economici. E neppure L’Aquila (retrocessa), Prato o Mogliano, realtà che non si erano ancor affacciate nel panorama rugbistico nazionale di alto livello. Era questo il progetto avanzato da John Kirwan alla Fir già nel 2007, quando l’ex selezionatore azzurro pensò ad una formula diversa e innovativa per il campionato italiano. I giocatori sarebbero stati assegnati ai club a seconda delle indicazioni fornite dagli allenatori della Nazionale e i finanziamenti alle società del campionato sarebbero stati controllati dalla stessa Federazione, la quale inoltre avrebbe controllato sia la nomina degli allenatori che la destinazione dei giocatori.  A sei anni di distanza, nulla è cambiato rispetto alle esigenze allora indicate dall’ex alla della Nuova Zelanda. Un campionato italiano con meno squadre partecipanti, pensato per aumentare livello e competitività interna del torneo è un aspetto ancora oggi d’attualità. Nel progetto di Kirwan, riemerso in questi giorni, erano diversi i punti messi a programma. A cominciare appunto dalla formula del torneo, studiata per garantire ad ogni squadra 15 partite annue di stagione regolare (ogni compagine avrebbe affrontato tre volte tutte le avversarie), sommate ai play off, più gli incontri di coppa. Ma nell’agenda di Kirwan c’erano anche  gli allenamenti dei singoli giocatori, con i quali impostare un lavoro specifico dal punto di vista della tecnica individuale. Ed ancora, un rapporto più stretto con Treviso e Calvisano, che al tempo erano le maggiori ‘foraggiatrici’ della Nazionale. L’idea era quella di dotare le due società di un coach della difesa, pratica al tempo non molto diffusa nei club italiani. Riguardo all’Italia, poi, l’esigenza primaria sarebbe stata quella di garantire almeno tre partite all’anno con Nazionali che rientravano nei primi dieci posti del ranking, così da valutare la crescita del gruppo azzurro anno dopo anno.  Quindi, obiettivo comunque non secondario, rinforzare il collegamento tra Nazionali giovanili e Nazionale maggiore, ed istituire inoltre un’Accademia a Padova, dove riunire i 30 giocatori di maggior prospettiva per il rugby italiano. Tutte osservazioni che non hanno trovato terreno fertile in Federazione se è vero che oggi, a più di sei anni di distanza, si sta ancora cercando di capire quale potrebbe essere la miglior formula per il campionato nazionale.

 

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

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