La caccia ai numeri 10

Nel seguente articolo, pubblicato su La Voce di Rovigo, Silvia Stievano fa il punto sui numeri 10 italiani d’Eccellenza in base alla nuova regola decisa dal Consiglio Fir:

La Federazioneparla chiaro: “Il Consiglio ha deliberato che dalla stagione sportiva 2012/2013 nei campionati di Eccellenza e Serie A potranno essere schierati nel ruolo di mediano d’apertura (maglia numero 10) solamente giocatori di formazione italiana o eleggibili per la squadra nazionale, purché di età inferiore ai 23 anni”.
Le società non possono far altro che prendere atto, e iniziare a pensare al futuro. Per lo meno quelle che hanno giocatori stranieri nel ruolo di apertura, che non sono poi tante.
In primis, però, la Femi Cz Rugby Rovigo. Per l’argentino German Bustos questa sarà sicuramente l’ultima stagione come apertura in Italia, essendo nato nel 1977 e non rientrando, quindi, nelle disposizioni della Fir.
Nella stessa situazione anche il Petrarca Padova, sempre che il numero dieci Timothy Walsh, classe 1979, decida di proseguire con i tuttineri.
Le altre società sembrano, per ora, non ricadere nel raggio d’azione della disposizione consiliare: i Cavalieri Prato si riparano, infatti, all’ombra dell’italianissimo Riccardo Bocchino, così come i Crociati Parma con Marco Anversa e Luca Morisi.
Aperture italiane anche per Calvisano, che ha ingaggiato Andrea Marcato, e Mogliano, che pare abbia raggiunto un accordo con Alessandro Onori.
Italiani dovrebbero essere anche i mediani d’apertura della Mantovani Lazio e del neoripescato San Gregorio Catania, ma bisognerà forse aspettare ancora un po’ per scoprire le carte in tavola, come per Reggio e la sfortunata L’Aquila.
Che questa nuova regola sia una mossa della Federazione per puntare sulle forze giovani di casa, è fuori dubbio. Non bisogna dimenticare, inoltre, che la nazionale maggiore è carente nel ruolo in questione. Il perché non è difficile da immaginare: dopo le prodezze di Diego Dominguez non si sono ancora trovati validi e convincenti giocatori in grado di eguagliarlo. A tutti i “dieci” italiani è mancata la continuità necessaria per il definitivo salto di qualità.
Dopo l’edizione italiana dei Mondiali Under 20, il punto fisso della Federazione sembra quello di voler creare un solido vivaio per il rugby del futuro, con un occhio di riguardo per la nazionale maggiore. Una nobile impresa, i cui frutti si vedranno però tra qualche anno. Pazienza, è la parola d’ordine.

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

3 pensieri riguardo “La caccia ai numeri 10”

  1. dopo 5 anni di agonia in qualsiasi partita della nazionale cosa pensano di fare???non vi sembra strano che solo dopo che un giocatore entra a fare parte delle intoccabili (treviso e aironi degli abissi) chissà perchè gioca in nazionale,sono di rovigo ma ho visto molti ottimi giovani nel nostro campionate d’eccelenza,forza club

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