Terremoto nel rugby italiano: la FIR ha revocato la licenza per partecipare alla Celtic League agli Aironi. Questa la decisione presa oggi dal Consiglio Federale, riunitosi questa mattina a Parma proprio per discutere del destino della franchigia lombardo-emiliana. A pesare non tanto i risultati, comunque al di sotto delle aspettative – pochissime le vittorie, benché tra gli addetti ai lavori vi fosse la sensazione che la società stesse lavorando bene in prospettiva, soprattutto con gli atleti più giovani – ma soprattutto le questioni economiche. Chiaro in tal senso il comunicato ufficiale diramato dalla Federazione: «L’organo di governo del rugby italiano ha esaminato la situazione degli Aironi Rugby, ritenendo suo malgrado di non poter accettare le richieste economiche della franchigia, oltre quanto già messo a disposizione dalla Fir, per proseguire l’attività. Il Consiglio ha pertanto disposto all’unanimità la revoca della licenza di partecipazione alla franchigia Aironi dal Pro 12 al termine della stagione sportiva in corso».
Dondi. La proposta messa sul piatto dalla FIR – sostituire il pagamento del 60% degli stipendi dei giocatori di interesse nazionale, con un contributo fisso di tre milioni di euro (2 ai club e 1 direttamente al Board della Celtic League, come onere di partecipazione al torneo) e la messa a disposizione di uno staff tecnico federale – non era trattabile. A dirlo chiaramente lo stesso presidente Dondi, che nelle interviste rilasciate oggi non ha fatto altro che ribadire quanto già detto nei giorni scorsi «Mi dispiace per gli Aironi, ma non c’erano altre possibilità – ha spiegato il presidente a La Gazzetta dello Sport.it – La federazione non può sostituirsi agli sponsor o rimediare a gestioni societarie negative, visto che investiamo già abbastanza. Ricordo che paghiamo il 60% degli stipendi dei giocatori delle franchigie che sono ritenuti utili alla Nazionale. Eravamo pronti a versare in contanti quasi tre milioni di euro comprensivi di un nuovo staff tecnico che avremmo messo a disposizione ed avremmo versato alla Celtic League i soldi per l’iscrizione degli Aironi. Loro però volevano altri finanziamenti, parlavano ancora di due milioni e mezzo. Così non era possibile».
Le reazioni. Ottimista il c.t. Jaques Brunel: «Quella di oggi non è certo una buona notizia, ma non credo che ci sarà molto da temere, non ci sarà un esodo. La federazione troverà una soluzione, il rugby italiano è in ascesa ed altre realtà si faranno avanti per candidarsi». Un po’ meno i giocatori, che hanno affidato la propria voce al web, in particolare a Twitter. «Cosa dire? Una vergogna», non ci va piano Martin Castrogiovanni, ma ancora più amaro il pensiero di chi come l’ex capitano azzurro Marco Bortolami è tornato in Italia proprio per vestire la maglia degli Aironi: «Così triste, così impotente…».
Sconcerto tra gli Aironi. Non si è fatta attendere nemmeno la risposta ufficiale del presidente Silvano Melegari, che le voci circolate nei giorni scorsi volevano dimissionario. «Apprendiamo con stupore e rammarico la decisione del Consiglio Federale – recita il comunicato diffuso oggi dalla franchigia-, quando invece gli Aironi avevano chiesto, prima della riunione di oggi, un semplice aiuto economico per sostenere i contratti degli importanti giocatori internazionali rientrati dall’estero e avevano confermato l’attuale staff tecnico, non avendo ad oggi ricevuto dalla Fir alcuna proposta di alto profilo in merito. Attendiamo ancora di conoscere le motivazioni che hanno portato a questa scelta, che non ci aspettavamo dopo gli ultimi incontri con il Presidente e il Vice Presidente Vicario e le nostre manifestazioni di disponibilità ad esaminare proposte alternative a quelle da noi formulate».
Il futuro. «FIR ANNOUNCE NEW ITALIAN TEAM TO REPLACE AIRONI», non lascia dubbi il comunicato ufficiale diramato dalla stessa Rabodirect Pro 12. Parole basate su quanto reso noto dalla stessa FIR: «approvato un nuovo bando di partecipazione volto ad identificare una nuova entità sportiva per la partecipazione al Rabodirect PRO12. Il bando, di imminente pubblicazione, prevede come termine ultimo per la manifestazione di interesse il 25 aprile 2012». A lasciare qualche dubbio è invece la portata della decisione, viene spontaneo infatti ripensare alle trattative per l’ingresso nel Torneo, con la stessa Federazione che ha dimostrato più volta di essere pronta ad annunci fin troppo affrettati, salvo poi tornare sui propri passi. Vien dunque da pensare che, anche alla luce delle parole di Melegari, ci possa essere un ripensamento.
Franchigia federale. «Il Consiglio – continua il comunicato diramato oggi – ha altresì deliberato che in mancanza di adeguate candidature, la FIR per ottemperare agli impegni assunti nei confronti del Rabodirect PRO12, parteciperò temporaneamente con una squadra a gestione federale». Una scelta che lascerebbe spazio ad ogni genere di polemica e di pressioni, da una parte la necessità di garantire una parità di trattamento con il Benetton Treviso, dall’altra il rapporto con i giocatori, per non parlare delle pressioni per avere una franchigia a Roma, magari in un Flaminio ristrutturato, piuttosto che a Parma o in un’altra sede del Nord (Milano, Torino, Brescia…). E quale sarà il futuro del rugby a Viadana e dello Stadio Zaffanella? Non dimentichiamo che Regione Lombardia e il Comune hanno investito ingenti risorse per il miglioramento delle infrastrutture (750.000 euro solo per l’ampliamento del parcheggio e la costruzione di due rotatorie, necessarie per garantire un migliore accesso all’impianto). Molto dipenderà dalle possibili alternative, sempre che ce ne siano.
Alternative? Non c’è più la Roma di Abbondanza, che un anno fa ha chiuso i battenti lasciando in giro più di un debito, né il progetto SPQR di Caccamo, incapace di salvare anche solo le sorti della Rugby Roma. Dei pretendenti del passato resterebbe solamente Calvisano, all’epoca a capo di una cordata bresciana, costretta però a ritirarsi di fronte alla mancanza di garanzie e di uno stadio cittadino adeguato (l’Invernici andrebbe rimodernato, mentre in città la questione stadio rappresenta da sempre un problema anche per la squadra di calcio). Milano ha perso il rugby di alto livello ormai da troppo tempo – in estate sono nuovamente scomparsi anche gli Amatori, mentre Grande Milano e ASR annaspano, rispettivamente nel girone 1 e nel girone 2 della Serie A – ed ha già detto addio anche al Test match di novembre con gli All Blacks. Restano Torino – ma con quali basi? – o la possibilità di una franchigia Toscana di base tra Prato e Firenze… 19 giorni sembrano davvero pochi perché si possa concretizzare un nuovo progetto.