Nonostante il risultato. Nonostante 67.000 persone in festa che celebravano l’impresa dei propri campioni. Nonostante la Scozia e un Sei Nazioni ora nuovamente da rincorrere. Nonostante tutto, sabato pomeriggio, il volto di Joe sembrava disteso.
Ad alleviare il dispiacere del momento, il pensiero di come tutto gli stava sfuggendo di mano. E di come tutto, in un attimo, è cambiato.
Lui, Joe Launchbury, contro la Scozia ha giocato il suo 50° cap con la Nazionale inglese. Per 50 volte la seconda linea dei Wasps, 26 anni, ha cantato God Save The Queen, inno a una carriera alla quale il destino sembrava aver voltato le spalle.
Tutto inizia a 15 anni quando, il ragazzo di Exeter, si unisce all’Academy degli Harlequnins. Impegno, qualità, armatura, non mancano al gigante del Devon. A mancare però è l’ultimo step, prima del salto tra i pro. La società inglese lo rilascia infatti prima del previsto.
Lui, a 18 anni, pensa che il treno sia ormai perduto e così scende in National League 2. Gioca con il Worthing Rugby Football Club e per guadagnarsi da vivere lavora come commesso in un supermercato locale.
Gli obiettivi si allontanano. I sogni iniziano a svanire. La passione però rimane. Joe continua a lavorare e giocare. Nel 2009, al termine di un match con Worthing, il suo coach, Will Green – 164 presenze con i Wasps -, si mette in contatto con il club giallo nero. ‘Signori, qui alleno un campione’, il tono della conversazione avuta tra l’allenatore e i suoi ex dirigenti.
Launchbury così si unisce al team A dei Wasps che gioca appunto la Premiership Rugby A League. Nel luglio 2010 ecco il contratto con i giallo neri. La seconda linea termina quindi il percorso nell’Academy dei Wasps (2010-2011) e poi viene prestato al Rosslyn Park (National League 1) per fare esperienza.
Il debutto con la prima squadra dei Wasps avverrà il 30 gennaio 2011 nell’Anglo-Welsh Cup. E per uno scherzo del destino, proprio contro quegli Harlequins che non avevano creduto in lui fino in fondo. Durante il match – che i Wasps perderanno 38-13 – Launchbury segnerà anche una meta. Da quel pomeriggio, seguiranno Sei Nazioni, Nazionale e una fascia di capitano che i Wasps hanno quest’anno stretto al suo braccio.
E come sabato scorso, al termine di quel match di gennaio giocato 7 anni fa, nonostante la sconfitta, ripensando a come tutto sembrava esser svanito, nel suo volto sarà comparsa comunque un’espressione distesa.
(foto sito Wasps)