In attesa di capire se la ‘Teoria del Caos italiana’ – così è stata ribattezzata da alcuni organi di stampa britannici che hanno elogiato il fattore sorpresa azzurro – avrà un seguito nelle prossime settimane ovali, molti esperti hanno offerto il proprio punto di vista su quanto accaduto la scorsa settimana a Twickenham. Abbiamo chiesto un parere anche a Marzio Zanato, coach – tra le altre – di Rovigo e L’Aquila, nonché profondo conoscitore dell’ambiente ovale.
‘Il mio è un punto di vista sportivo, ma anche aziendale – spiega Zanato -. Strategia
significa obiettivo; tattica, insieme di strumenti e/o mezzi per raggiungere l’obiettivo strategico. L’Italia si è adattata tatticamente alla perfezione per conseguire un chiaro obiettivo strategico: limitare il passivo.
Altro obiettivo strategico: resistere fisicamente più a lungo risparmiando energie spendibili nelle ruck e placcaggi.
Si è meno adattata tatticamente l’Inghilterra per cercare tre obiettivi strategici che sono:
– vincere (fare punti, non per arroganza, ma perché serviranno alla fine dei giochi);
– produrre gioco. E il gioco che Eddie vuole dare come identità;
– motivare (confidenza nella fase di cambiamento).
Detto questo mi viene da sorridere pensando a quanti hanno deliberatamente ‘voluto’ vendere un successo dell’Italia. I portatori di interesse nella RFU (stakeholders) devono essere soddisfatti dopo la delusione della Coppa del Mondo e soprattutto devono avere un alto ritorno di investimento (ROI). Loro sono al professionismo 4.0, mentre noi al dilettantismo 3.0 in termini di approccio manageriale, organizzativo e di mezzi.
Coach O’Shea, di cui non metto in discussione minimamente competenze, capacità e qualità personali, si è fatto carico apertamente – con il solito facile entusiasmo di chi non conosce i meccanismi italiani – del cambiamento. Concentrarsi sul come “prenderne meno“, a mio avviso, lo porta già fuori rotta’.
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