Il sudafricano è una pedina essenziale nella sfida contro Reggio. Giocatore e voce del coach 26enne sudafricano Karlo Aspeling (a sinistra in foto con il connazionale Faasen dopo l’amichevole tra CUS e Badia) sarà primo centro in campo.
Dopo più di un mese di duro lavoro tra mischie e placcag-gi, oltre a qualche curioso fuori programma come le pulizie del terreno di gioco e gli allenamenti di lotta greco-romana, il Cus Ad Maiora Rugby 1951 è finalmente pronto a fare il suo esordio nel nuovo campionato di Serie A. Domenica pomeriggio (ore 15,30) il XV torinese, gui- dato per la prima volta in un match ufficiale dal coach sudafricano Andre Bester, ospiterà allAlbonico di Gruglia-sco il Rugby Reggio, formazione emiliana retrocessa lo scorso anno dall’Eccellenza. Una delle pedine fondamentali della rosa cussina sarà senza dubbio l’ultimo arrivato: Karlo Aspeling. Il ventiseienne sudafricano, originario di George, sarà il braccio destro di Bester, fornendo un doppio apporto da assistente allenatore e da giocatore.
«Nella prima parte di stagione giocherò come primo centro perché in quella posizione posso dare un sostegno maggiore alla squadra ed avere più spazio – spiega Aspeling -. Quest’anno per me sarà tutto un po’ speciale perché fino ad oggi avevo allenato soltanto i ragazzini delle categorie giovanili e la sfida che mi aspetta mi stimola parecchio. Andre mi ha fatto subito notare il privilegio: infatti, quando giochi con la testa da allenatore riesci a pensare maggiormente a quello che fai». All’Albonico si sentirà spesso la sua voce, pronta a distribuire per tutto il campo i dettami di coach Bester. Almeno per ora, Aspeling si esprimerà in inglese, anche se promette di imparare in fretta l’italiano, magari esercitandosi coi coinquilini Nicola Martinucci e Tommaso Pellegrini. Il suo inserimento nel gruppo è stato immediato ed Aspeling si è subito ambientato nella nuova avventura italiana, come si è visto dalle due mete messe a segno e dall’abilità balistica nell’amichevole con Badia.
«Appena sono arrivato ho avuto qualche giorno libero per girare un po’ la città e devo dire che mi ha colpito moltissimo, soprattutto a livello architettonico. Poi, il cibo è fantastico. La pizza è molto diversa da quella che facciamo in Sudafrica e mi sono già innamorato del gelato – aggiunge con un sorriso, prima di tornare serio e di pensare alla prima uscita in campionato -. Ai miei compagni ho detto che, nonostante qualche infortunio che ci ha ostacolato nella preparazione, non dobbiamo avere paura dei nostri avversari: partire col piede giusto davanti al nostro pubblico sarebbe una bella iniezione di fiducia per tutta la stagione».
LA STAMPA, 3 ottobre 2014. Alberto Dolfin