Oggi il Colleferro «rugby touch» sarà anche l’occasione per celebrare l’addio al rugby giocatori di un grande campione come Nanni Raineri, che a 33 anni, di cui 15 da giocatore, 22 caps con l’Italia e 2 scudetti, ha deciso di dire basta, per dedicarsi alla carriera di allenatore. «Un percorso che ho intrapreso da qualche anno», ha spiegato lo stesso Raineri in un’intervista pubblicata sull’edizione romana della Gazzetta dello Sport. «Il momento che sta vivendo oggi il rugby italiano, il ridimensionamento dei club, mi ha spinto a decidere di staccare ora. Per come sono fatto io, sarebbe stato inconciliabile continuare a giocare, avrei rischiato di non fare bene nessuna delle due cose».
«La decisione è arrivata dopo avere parlato in federazione con Franco Ascione e Daniele Pacini, i miei formatori tecnici, e con il coach azzurro Carlo Orlandi». «Sono molto felice che in federazione si punti su di me e che mi abbiano invitato al supercorso di quarto livello (può già allenare nel Super 10) e iscritto al corso di preparatore fisico del Coni». Nel frattempo Nanni si trasferirà dall’altra parte del mondo per perfezionarsi in una delle massime accademie del rugby mondiale: «Vado in Sudafrica, all’Università del rugby di Stellenbosch. Starò lì qualche mese, poi andrò a Città del Capo, collaborerò con Western Province».
L’appuntamento è quindi per le ore 19.30 a Colleferro, in Corso Garibaldi: «Devo ringraziare Corrado Mattoccia che con questa manifestazione di rugby touch in strada continua nella sua opera di coinvolgimento. Io devo tanto a Colleferro e al rugby. Spero che il mio modo di vivere di interpretare il rugby e in generale lo sport possano servire da stimolo: anche partendo da un piccolo club e con semplici mezzi fisici, si può arrivare in azzurro. E spero che i genitori credano nei propri figli come ha sempre creduto in me zio Mario».