‘Nigel Owens è diventato un personaggio troppo grande per arbitrare? E’ ancora possibile avere una celebrità come arbitro?’. Ad avanzare la – provocatoria? – domanda è l’ex utility back inglese Austin Healey che alla stampa gallese ha posto un quesito dopo le recenti polemiche nate al termine del match tra Munster e Tolone (European Champions Cup).
‘Non ci sono dubbio che Nigel sia nella categoria degli arbitri celebri – ha continuato Healey -; nessun fischietto ha il suo grado di popolarità’. Ma sarebbe proprio questo vivere costantemente sotto i riflettori che, secondo l’ex giocatore inglese, potrebbe condizionare il metro di giudizio dell’arbitro.
‘Ha un suo talk show personale, scrive regolarmente sul giornale (l’ultimo tema trattato da Owens è stato la Brexit) ed è apparso in uno show televisivo vestito da builder. Può ancora essere considerato un arbitro indipendente? E il suo ruolo di celebrità può influenzare il suo modo di arbitrare?’.
Le domande sollevate dall’ex British and Irish Lions riportano al match del Sei Nazioni giocato tra Inghilterra e Scozia quando ‘dopo il calcio fischiato a Joe Launchbury che si sarebbe concluso con un meta per l’Inghilterra – così Austin Healey -, ho pensato che Nigel stesse arbitrando secondo le sue leggi, piuttosto che secondo le regole del gioco’.
‘Ho l’impressione – ha aggiunto Healey – che Owens stia seguendo il suo stile, facendo in modo che il gioco mantenga fluidità e spettacolo. Ma quanto segue il regolamento e quanto il suo stile arbitrale?’.
Dichiarazioni che lasceranno senza dubbio strascichi, considerato che Owens – a ragione – è ancora considerato il miglior fischietto al mondo. ‘E’ comunque un uomo di spirito e come molti giocatori sta cercando di raccogliere il massimo dalla sua esperienza sportiva’, la conclusione dell’ex Leicester.