Intervistato dall’edizione di Parma del quotidiano epolis (edizione di ieri), Filippo Frati, allenatore del Vibu Noceto, ha parlato dei segreti di una promozione in Super 10 che rappresenta il culmine di una crescita continua iniziata 5 anni fa con l’iscrizione della squadra nel campionato di Serie C, una ricostruzione vera e propria dopo l’abbandono del progetto Gr.A.N. Parma. E’ chiara la filosofia: dare spazio ai giocatori del proprio settore giovanile, con l’innesto di qualche giocatore d’esperienza.«E’ stata una grande impresa – ha raccontato in proposito Pippo – ma io in fondo ci credevo fin dall’inizio, anche se in confronto all’anno scorso abbiamo deciso di ridurre la rosa ed affidarci a tre stranieri invece di quattro. E’ stata la vittoria della coerenza, perché abbiamo rispettato il budget e dato tanto spazio ai nostri ragazzi».
«Quest’anno siamo maturati, come squadra e come società – continua l’ex mediano di mischia – ci siamo guadagnati ogni punto sulla nostra pelle, giocando partite tirate, vinte di due o tre punti magari con una meta allo scadere. Questo è un bagaglio che ci porteremo dietro anche il prossimo anno». «Penso – prosegue incalzato sull’adattamento della politica nocetana alle nuove norme FIR in tema di stranieri – che come mentalità siamo un passo avanti, come anche Lazio e Mogliano le altre due neopromosse. Quest’anno in serie A si potevano usare pochi stranieri, mentre in Super 10 c’erano delle squadre che avevano nel roster 10 se non 12 stranieri. Queste squadre dovranno cambiare tutto, cercare giocatori italiani da utilizzare, giocatori che scarseggiano e che spesso non sono abituati a giocare ad un certo livello».
Conferma in vista per la squadra che è appena stata promossa. «Ovvio, faremo degli inserimenti mirati nei ruoli dove siamo più scoperti, e di certo non prenderemo uno straniero in un ruolo dove abbiamo italiani di livello. Cercheremo di fare acquisti che ci possano essere utili».
Interessante anche il punto di vista del giovane tecnico sulla Celtic League. Alla domanda «E’ un bene per il nostro rugby?» fattagli dal giornalista Stefano Manuto ha infatti risposto: «Si, a patto che non si sacrifichi la crescita dei giovani italiani per vincere due o tre partite in più nei primi anni. La Celtic porta nel panorama italiano due squadre che sono veramente professionistiche, e allo stesso tempo rida un senso al Super 10 che sarà veramente il campionato italiano d’eccellenza. Anche per la nostra Nazionale sarà un bene, perché la Magner League è un campionato di grande livello, per esempio molti dei Lions che sono andati in tour nell’emisfero Sud provenivano da questo campionato».