Oriundi? No, stranieri!

Sono molti i giocatori di passaporto italiano ma considerati di formazione estera da regolamento che attendono con impazienza il Consiglio Federale in programma domattina, presso l’Hotel Sheraton di Padova. Senza una modifica alle attuali norme relative all’ottenimento dello status di ‘giocatore di formazione italiana’, alla luce della riduzione nel numero di atleti di formazione estera impiegabile nei campionati d’eccellenza e di Serie A, molti giocatori che hanno vissuto il professionismo all’italiana faranno infatti fatica a trovare un ingaggio. L’istanza presentata in questo senso dall’AIR alla Federazione però diffcilmente verrà accolta, se non forse per quanti hanno vestito le maglie delle nazionali: Italia A, 7’s e Under 21/20.
Secondo quanto anticipato oggi da Il Resto del Carlino, gli incontri tra Giancarlo Dondi e Stefano di Salvatore, avvocato e presidente dell’associazione rugbisti non avrebbero avuto un esito positivo: nonostante il parere favorevole dei quattro giocatori componenti la commissione chiamata ad esprimersi (Checchinato non avrebbe espresso invece il proprio parere), i vertici della FIR sarebbero inamovibili nel non dare deroghe. Una vicenda, se così fosse, che potrebbe portare molti giocatori a rivolgersi alla giustizia ordinaria per fa valere il proprio diritto di cittadino italiano e che nei giorni scorsi ha portato alla minaccia di un’iniziativa parlamentare della Lega Nord. Mauro Michielon, assessore allo sport del Comune di Treviso, sugli scudi già al tempo dell’iniziale esclusione dei trevigiani dalla Celtic League in favore dei Praetorians romani, stando a quanto pubblicato ieri da La Tribuna di Treviso, vuole infatti attivare i gruppi parlamentari per fare pressione sula FIR in modo da poter cambiare sia le norme che vogliono solo cinque giocatori di scuola straniera nella rosa di Aironi e Benetton, sia quelle che vincolano l’impiego come italiani a tutti gli effetti dei giocatori oriundi. «Non è accettabile che le due squadre italiane, debuttanti, giochino con regole diverse da quelle delle avversarie  –  ha sbottato Michielon  – Risulta poi che tesserati del Benetton in possesso del passaporto italiano vengano considerati stranieri, e viceversa stranieri che non hanno la nostra cittadinanza sono considerati italiani per aver giocato in nazionale. Nel pieno rispetto dell’autonomia dello sport, ci sono gli estremi per chiedere lumi sia al ministro allo sport Meloni che a quello dell’interno Maroni, per rendere univoca l’interpretazione sulla cittadinanza. Le norme Fir rispettano la legge? Il giocatore che gira il mondo presentando un passaporto italiano e comunitario, può diventare improvvisamente straniero se gioca a rugby? Certo, vedendo cosa ha fatto il Coni al Veneto sulle Olimpiadi, ci si può attendere di tutto…».

Autore: Manuel Zobbio

Marketing Communication Manager presso Zani Serafino, azienda storica del cookware e del design made in Italy. Un master di specializzazione del Management dell'Atleta. E' con Marco Martello il referente italiano di Digidust Sport, primaria agenzia internazionale di marketing e sport management specializzata nel rugby. Co-Fondatore di RugbyMercato.it e anima di PiazzaRugby.it dal 2009, ha fatto parte della redazione del mensile Rugby! magazine, del settimanale lameta e di MondoRugby.com, collaborando anche con l'European Rugby Cup.

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