Ci eravamo chiesti se aggiungere o meno anche noi qiualcosa alle tante parole che stampa, specializzata e non, sta spendendo in questi giorni su questa assurda tragedia, e avevamo deciso di non aggiungere altro a quanto si stava dicendo, perchè non c’era molto da dire.
E’ successo un evento imponderabile, rarissimo, ma purtroppo possibile e questa ragazza, che non conoscevamo, che pochi conoscevano, ha perso la vita in modo tragicamente banale, come chi scivola in bagno e batte la testa. E’ successo così.
Poi, istintivamente, abbiamo pensato che era giusto onorare la memoria dell’amore che aveva questa ragazza, e la sua famiglia.
L’amore per la vita, nella freschezza dei 18 anni, l’amore per uno sport bellissimo, il rugby, che ti fa abbracciare, che ti fa vincere sempre, se hai dato tutto su quel prato verde.
Non dobbiamo spegnere questo amore, pur con questa tristezza nel cuore.
Pensiamo alle ragazze che giocavano con Rebecca, alle loro famiglie che ora, fatalmente, si chiederanno quanto stanno rischiando nel passarsi quella palla ovale la domenica.
Pensiamo alla ragazza che ha fatto quel placcaggio che era, e resta, un’azione di gioco, nulla di più, e che non deve e non può sentirsi nessuna responsabilità per le conseguenze di un atto di felicità qual è quello di un gesto tecnico riuscito. La fatalità ha fatto il resto.
Crediamo che la risposta sia nelle parole che il papà di Rebecca, a nome della sua famiglia, ha speso, immaginiamo con quanta fatica, in giornate in cui il dolore picchia così forte da ucciderti.
Bisogna amare, amare la vita, amare quello che si fa, amare amare amare.
Rebecca ha concluso la sua vita terrena, ma il suo sorriso rimarrà, la sua gioia dovrà continuare nei gesti e nelle parole di tutti noi.
Perchè la vita è il nostro dono, e noi possiamo e dobbiamo viverla, con desiderio ed allegria, anche per lei.
La Redazione di RugbyMercato