Parliamo di ROM

Parliamo di ROM° e del perché diventa fondamentale poterlo valutare e monitorare! Oggi abbiamo l’esempio di un semplice test di valutazione nel breve termine (praticamente immediato) sul Range of Motion di un ginocchio.
Atleta X, 26 anni, ha da poco iniziato a praticare Brazilian Jiiu Jitsu, che nel suo modello prestativo richiede un’ottima mobilità articolare e flessibilità.
Il nostro atleta (proveniente dalla pesistica) presenta una problematica al ginocchio destro, per un’operazione avvenuta nel 2014 al menisco esterno, seguita da una riabilitazione non ottimale che non gli consente la massima estensione del ginocchio destro.
Ovviamente l’atleta X lamenta una scarsità nella mobilità del proprio ginocchio che viene realmente riscontrata effettuando un semplice test di Simmetria attraverso Gyko.
Questo test viene effettuato subito dopo un breve riscaldamento di 5′ su bike ad intensità scelta dall’atleta.
Il primo test evidenzia una differenza del 10% nel ROM° tra il ginocchio di riferimento, ovvero quello sx (prendiamo come riferimento il ginocchio sx perchè sappiamo che non ha nessuna problematica) e il controlaterale dx.

Dopo aver effettuato questo test, procediamo ad una sessione di Release Miofasciale con Foam Roller; la sessione prevede 1′ di release seguito da 2′ di allungamento statico su tre diversi comparti muscolari( tricipite surale, femorale e quadricipite) dello stesso arto per poi ripetere dalla’arto opposto.

Al termine di questa sessione di allenamento ripetiamo il test
Come potete vedere dall’immagine sottostante, il ROM articolare è diventato praticamente lo stesso, con una flessione di 23° sia a dx che a sx, ma vi è una differenza sostanziale tra la fluidità del movimento (differenza del 20%) e la velocità (differenza del 40%).ROM

Quindi, un’atleta che vuole raggiungere degli obiettivi (che sia una medaglia d’oro o riuscire a stare con il sedere sui talloni Emoticon grin ) non può affidarsi a semplici sensazioni o al “così fan tutti” ma deve avere dei reali riscontri obiettivi sul proprio stato fisico.
Ovviamente l’effetto antalgico dello stretching porterà il nostro atleta ad una migliore sensazione di flessibilità e a lungo andare questa sicuramente porterà dei miglioramenti ma appare evidente di come ci sia una sostanziale differenza nella velocità e fluidità nell’esecuzione del movimento, che non può essere valutata ad occhio nudo e non può essere risolta con del semplice stretching ma richiede un adeguato e specifico allenamento, sostenuto da un continuo monitoraggio nel tempo.

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