La federazione ha annunciato le novità a livello tecnico. A breve passeremo ad una gestione anglosassone. Nel marketing però questo non avviene, nel senso che non si segue con lo staff attuale e non si chiama a gestire in esterna l’ambito commerciale. Questo ci fa restare indietro riguardo alle nuove tendenze ed in alcuni casi, vedremo, anche approssimativi.
Prendiamo per esempio l’ambito web. Come metro di giudizio prendiamo il sito FIR, quello degli Harlequins e quello dell’IRFU (la federazione irlandese). Cosa possiamo notare di differente?
La prima cosa che salta all’occhio è la tecnologia dei siti. Quello italiano è davvero elementare, un sito preconfezionato senza personalizzazioni importanti. Se quello degli Harlequins è al top a livello di teconoligie e facilità di utilizzo, ma è pur sempre di un club che deve puntare a vendere biglietti e magliette, certamente quello degli amici Irlandesi può essere preso d’esempio.
La FIR sta cercando di attrarre giovani sui canali social, peccato che lo sfondo del sito sia completamente scentrato e le frasi che dovrebbero essere leggibili, così come gli indirizzi dei social federali siano troppo ai margini dello schermo, oltre ad essere ripetitivi rispetto ai loghi in alto a destra. Questo denota trascuratezza e mancanza di attenzione al dettaglio. IRFU più semplicemente mette visibili già sulla hompage del sito gli ultimi post di twitter e facebook. Questo crea facile fruizione, immediato coinvolgimento e personalizzazione.
Il sito IRFU è poi ben ordinato e facilmente usufruibile, anche per le notizie regionali, per i club e le community, la famiglia del rugby è tutta ha portata di click! Pensate ad una cosa curiosa da scoprire sul rugby irlandese e facilmente avrete accesso a quelle informazioni.
Il sito FIR su questo invece ha difficoltà già a dare notizie di livello nazionale, quelle regionali sono del tutto assenti o quasi e le community non sono attive. Difficile essere “INSIEME” (parlando dell’online), come dice il claim federale se non si sviluppa a livello web un coinvolgimento partendo dal basso cioè le community dei clubs o dei semplici curiosi, perché anche con questi si può creare una community e dialogare.
Bella, anzi magnifica, l’idea di coinvolgere i musei di Roma, peccato che sia troppo in basso per poter essere vista ad una prima schermata! Queste cose danno valore agli eventi e allo sport che fa promozione del territorio, ma se poi le nascondiamo che promozione è?