All’interno della vastità di elementi fisiologici, biologici e psicologici che compongono la condizione dell’atleta, troviamo un aspetto troppo spesso sottovalutato, soprattutto nello sport professionistico, ovvero, la prevenzione degli infortuni.
E’ vero che l’allenamento fisico-atletico ha come obiettivo primario il miglioramento della condizione dell’atleta e di conseguenza della sua prestazione ma è anche vero che la prevenzione dell’infortunio è alla base della pratica sportiva.
In una programmazione a breve, medio e lungo termine non dovrebbe mai mancare una parte specifica dedicata alla prevenzione degli infortuni, soprattutto in quegli sport come il rugby dove i “fattori di rischio” vengono innalzati dalle richieste del gioco stesso.
Oggi troviamo atleti che oltre ad aver raggiunto un livello fisico impressionante, riescono a esprimere la loro motricità alla massima velocità cosi da provocare impatti a volte devastanti per l’avversario.
Non è un discorso limitato ai placcaggi e gli scontri di gioco ma anche ai ritmi che si sono notevolmente elevati.
Ma quali sono gli elementi per strutturare un allenamento preventivo?
Prima di tutto si dovrebbe analizzare il modello prestativo dello sport (nel nostro caso il Rugby) e successivamente analizzare (con dati reperibili sul web, dati infortuni del proprio club o più semplicemente il background infortuni per singolo giocatore) quali sono gli infortuni più frequenti e quindi quelli su cui lavorare.
Una volta ottenuti questi dati è possibile strutturare l’allenamento che comprenderà tutti quegli esercizi che a nostro avviso serviranno per prevenire l’infortunio che più frequentemente si manifesta nello sport praticato.
Per esperienza, noi di ADT, sosteniamo che nell’allenamento preventivo del rugby non debbano mai mancare i seguenti elementi:
– Esercizi di rinforzo del core e degli stabilizzatori (dando ad esempio enfasi agli stabilizzatori delle spalle\collo per la prima linea)
– Mobilità articolare , da non confondersi con la flessibilità e soprattutto con l’allenamento dello stretching( per questo rimandiamo alla lettura del nostro post su Facebook sull’allenamento dello stretching)
– Allenamento dell’equilibrio e della propriocezione (soprattutto a livello giovanile, questi due aspetti vengono spesso dimenticati e sottovalutati)
– Reazione ottica: un elemento che difficilmente vederete allenare tra le squadre di rugby italiano ma che ricopre un ruolo fondamentale nel miglioramento della prestazione e nella prevenzione.
Un’altro elemento a favore dell’allenamento preventivo è che non abbiamo bisogno di chissà quali attrezzature o spazi per poterlo eseguire. In realtà la maggior parte degli esercizi si sviluppano a corpo libero, partendo da posizioni base “semplici” per poi raggiungere quelle complesse avanzate.
Esistono diversi protocolli di lavoro: dai classici circuiti ai lavori a stazione con serie e recuperi ma in entrambi i casi sono sufficienti 20-30 minuti per 2\3 volte a settimana per poter notevolmente ridurre l’insorgere di infortuni e migliorare la prestazione sportiva.
Per ulteriori informazioni o per una consulenza contatta su Facebook l’Athletic Development Team oppure sul sito web www.adteam.it