Medicei, ecco il sudafricano Armand Grobler

È il sudafricano Armand Grobler – classe 1996, 198 cm per 110 kg – il nome nuovo che andrà a rinforzare il pack gigliato. Il seconda e terza linea proveniente dai Free State Cheetahs è atterrato ieri all’aeroporto di Firenze e dopo essere stato accolto dal presidente Lucibello ha incontrato i vertici di Toscana Aeroporti title sponsor de I Medicei. Già dalla serata a disposizione dello staff medico e tecnico del Club fiorentino, è subito sceso in campo per il primo allenamento.

Grobler, che in Italia verrà rappresentato da Marco Martello e dal team Digidust Sport, ha vestito la maglia delle selezioni provinciali Under 19 e Under 21 degli Sharks, per poi giocare la Currie Cup con i Free State Cheetahs XV. Ha ricoperto il ruolo di capitano in varie squadre in cui ha giocato e si presenta con buone caratteristiche sulla contesa in touche e in ruck e nella conquista della linea di vantaggio in attacco e nel sostegno ai compagni di squadra.

Armand Grobler

Data di nascita: 7 maggio 1996

Nazionalità: sudafricana

Altezza – cm: 198

Peso – kg: 110

Ruoli giocati: seconda linea, terza linea

Club di provenienza: Free State Cheetahs XV (2017/2018), Sharks U21 (2016/2017), SKZN Senior League – Harlequins Rugby club 1st XV – Super A League (2015/2016), Cell C Sharks u19 (Currie Cup 2014/2015), Steval Pumas u21 (Currie Cup), SKZN u21/u19 (2013/2014)

Honours: SA All Stars – HSBC World Series, Reitz Tournament Captain

 

Cercasi seconda linea, offresi un lavoro vero

Ambizioso club di Serie B del Nord Italia cerca una seconda linea per completare la propria rosa e puntare ai play-off per la promozione in Serie A.

Il club offre alloggio in appartamento, anche ad uso esclusivo, supporto logistico e un contratto di lavoro a tempo pieno presso uno degli sponsor (azienda solida e di primaria importanza): mansioni, impegno e retribuzioni commisurate al curriculum professionale, ma indicativamente a partire dai 1.200 €/mese.
Il contratto sarà inizialmente per la durata della stagione, ma c’è tutta la disponibilità a commutarlo in un contratto di assunzione a tempo indeterminato.

C’è anche la possibilità di svolgere l’attività di educatore nelle scuole e con il settore giovanile, a fronte di un ulteriore rimborso spese e con la possibilità di arricchire la propria formazione come tecnico.

Rimborso spese commisurato all’impegno e al livello del giocatore.

Per informazioni scrivete a emanuele@digidust.com possibilmente allegando già un curriculum e dei link video

 

VERONA SORPRENDE TUTTI, ECCO LORENZO CITTADINI!

Neopromosso in Top12 e prossima all’inaugurazione del nuovo Centro Sportivo Payanini, il Rugby Verona era alla ricerca da tempo di un rinforzo in prima linea ed ha fatto le cose in grande, mettendo sotto contratto nientemeno che l’Azzurro Lorenzo Cittadini (58 caps), che torna così a calcare i campi del massimo campionato, gli stessi calcati da Simone Favaro (36 caps, Fiamme Oro) e Francesco Minto (48 caps, Medicei), un campionato che si conferma così ambizioso e ricco di spunti d’interesse.

Ad annunciare l’ultimo colpo è stato lo stesso club scaligero, che in serata ha comunicato:

Il mercato del Verona Rugby si chiude con un rinforzo di grande rilievo in vista dell’esordio in Top 12, in programma per il prossimo 15 settembre con i bresciani del Patarò Calvisano.

Lorenzo Cittadini, pilone classe ’82, bergamasco, 58 caps con la Nazionale maggiore, ex Calvisano, Benetton e Wasps è approdato sulle sponde dell’Adige dopo un’esperienza da protagonista nel massimo campionato d’oltralpe, il Top 14, dove ha vestito nelle ultime due stagioni le maglie di Bayonne e Stade Français.

“Sono entusiasta di questa nuova avventura”, queste le prime parole del nuovo arrivato in casa veronese. “Ho scelto Verona perché ha dimostrato di essere una società seria, ambiziosa, che investe sul nostro sport a 360°. Il nuovo centro sportivo, il Payanini Center, e il progetto della Verona Rugby Academy, per i giovani atleti, ne sono la prova tangibile”.

Lorenzo “Citta” Cittadini ha incontrato ieri sera i nuovi compagni di squadra sui campi del Centro Sportivo di Parona. “La prima impressione è stata molto buona”, commenta il pilone, “il gruppo è molto solido e c’è tanta voglia di lavorare. Poi sono rimasto affascinato dalla presenza di Richard Watt e Dan Cron degli Hurricanes. Credo sia una grande opportunità per tutti noi e per i ragazzi del settore giovanile poter imparare dai più bravi al mondo”.

“Che stagione di Top 12 mi aspetto? Da neopromossi, entreremo in punta di piedi, ma senza riserve. Ci sono squadre molto forti, come Calvisano, Petrarca e Rovigo, che probabilmente giocheranno a un livello superiore, ma per il resto penso che potremo dire la nostra. Il nostro obiettivo è il mantenimento della categoria e”, conclude Cittadini, “lavoreremo duro per conquistarlo il prima possibile. Forza Verona!” 

A sorpresa Cittadini non è quindi rientrato nella “sua” Calvisano, dove era presente lo scorso venerdì in occasione del test tra i bresciani e Mogliano, né tornerà a giocare Oltralpe, se non Oltremanica, con un contratto da Joker Médical

Draft, barrages e la difesa di una Lega

Il campionato di Top 12 è alle porte, con un cambio di nome, un allargamento a dodici squadre, ma senza altre modifiche sostanziali.
La federazione, che gestisce il campionato da dieci anni, dopo l’harakiri della LIRE, sembra ancora ferma al bivio della decisione su cosa deve essere il campionato italiano; campionato di servizio per le franchigie o campionato da valorizzare e promuovere?
Non lo ha capito la federazione e nemmeno i club, che hanno evidenti visioni diverse, opinioni contrastanti che fanno da zavorra alla ricostituzione della nuova lega, ora ferma a livello di coordinamento tra clubs.
Credo che questo sia uno dei punti principali del perchè l’evoluzione del movimento vada a sprazzi e non in modo lineare, la mancanza di una direzione, di uno scopo comune.
Ai club di Top12 si chiede, di fatto, di completare la formazione post accademia dei giocatori, ma la distribuzione degli stessi non è regolamentata, tranne che per il regime FIR per i giocatori di interesse nazionale.
Allo stesso modo, da anni si parla di impiego e redistribuzione dei giocatori di Pro14, non utilizzati da Zebre e Treviso, nel massimo campionato italiano, come succede in Irlanda  e Galles regolarmente, ma l’incertezza federale e le questioni di campanile non hanno prodotto nessun tipo di risultato nemmeno per questa stagione (due per club, uno? zero).
Forse una cosa potrebbe non escludere l’altra, e cioè si potrebbero trovare misure che seguano la filiera accademia-club-franchigia, ma che allo stesso tempo valorizzino quella che una volta era semplicemente la serie A.
Aumentare il divario tra le prime e le ultime non aiuta a far crescere un campionato, e non è neanche una questione di soldi, contributi federali.
Il paradosso del draft NBA  fa sì che le squadre più deboli possano scegliere al primo giro i giocatori migliori, quindi non è il potere economico o di blasone a condizionare il mercato, ma una regola certa che consente agli attori più deboli di meglio attrezzarsi per stare sul palcoscenico più visto del paese.
A chi giova vedere differenze di 40/50 punti tra una squadra e un’altra? Non sarebbe meglio avere partite incerte, equilibrate, che portano interesse e non noia, scontatezza, soprattutto in uno sport in cui la porta è larga quanto la larghezza del campo…
L’NBA è una lega chiusa certo, il nostro campionato è aperto con 2 retrocessioni e due promozioni dalla serie A. Giuste? Troppe?
Il punto è capire quale sia il divario tra le prime due divisioni del campionato e quanti progetti concreti di investimento ci siano in giro per l’Italia.
Consci che culturalmente l’Italia è una cosa e gli USA un’altra, la classica via di mezzo avrebbe potuto essere il barrage tra penultima di Top 12 e seconda di serie A, come succede in Top14.
Una società per investire deve avere continuità e lo spettro della retrocessione spesso fa andare col freno a mano tirato.
Misurare la differenza tra i due campionati con un barrage è una forma di protezione di una lega (intesa all’americana) e, a mio parere, farebbe anche in modo di evitare promozioni casuali.

Discorsi da bar, ovvio, ma la programmazione non si fa al bancone con birra e patatine, la si fa o non la si fa.
E programmazione fa rima con organizzazione e volontà (anche se non fa rima…).

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi