Mentre tiene banco la questione Aironi, a Treviso si pensa addirittura alla creazione di uno stadio gioiello, a darne l’anticipazione Elvis Lucchese sul suo blog RugbyPeople, mentre un approfondimento sul progetto verrà presentato nel prossimo numero del magazine Rugby Club. Lo studio, nato in occasione dell’ingresso del Benetton in Celtic League (oggi Pro12), prevede uno sviluppo dell’impianto passando dai 7.000 posti attuali a 13.200 ed eventualmente 16.000, con il completamento del perimetro delle tribune e l’edificazione finale di curve di raccordo. A predisporre l’interessante progetto per la ristrutturazione dello stadio di Monigo secondo moderni criteri di comfort e sostenibilità ambientale è stato lo studio Globarch di Anoja.
In una prima articolazione, lo stadio si andrebbe ad inserire in un’area arricchita di spazi verdi e di strutture in legno, inserendosi così come un edificio organico al quartiere circostante. Il progetto di Anoja è solo una interessante esercitazione, non essendo in programma un completamento dello stadio di Monigo, ma offre l’occasione per riflettere sulle possibilità di un’architettura “green” anche per le strutture sportive (anche alla luce del dibattito sull’obsolescenza degli impianti nel nostro paese). «L’installazione di pannelli fotovoltaici renderebbero lo stadio un “organismo” autosufficiente sul piano energetico, se non esso stesso produttore di energia», spiega Anoja, «si tratta di ripensare l’idea di stadio, non solo come contenitore di eventi sportivi ma inserito nel tessuto del quartiere».
Negli anni Ottanta Ermenegildo “Gildo” Anoja è stato un talentuoso estremo sia delBenetton che della Tarvisium, arrivando fino alle porte del giro azzurro. Oggi è un architetto con un’attenzione particolare alle tecnologie e ai materiali “green”, dopo avere anche firmato “Ruggers”(assieme a Paolo Marta e Paolo Benetti), considerato da Lucchese, anche lui autore di testi legati al rugby, il più bel libro di rugby realizzato in Italia.
Attenzione, però. Non è in corso nessun progetto per mettere mano a Monigo. Quella di Anoja era un’interessante “esercitazione”, slegata però dalle intenzioni degli stakeholders (Comune e Benetton Rugby) che dovrebbero decidere e stanziare risorse.