A tu per tu con Pasquale Bernardo: giramondo ovale nel cuore del Portogallo

‘Ognuno nella vita deve seguire il proprio percorso e cogliere le opportunità che si presentano’. Così, poco più di un anno fa, parlava Pasquale Bernardo, tre quarti calabrese che a Rugbymercato raccontava la sua esperienza nella Super Liga rumena, alla Dinamo Bucarest. Una frase diventata filosofia di vita per Pasquale che, per il momento, non ha l’Italia tra le sue priorità. ‘In Italia non ci sono molte certezze…’, il suo pensiero. Così, valigia in mano, eccolo atterrare in Portogallo. Tra Porto e Lisbona, nel cuore del paese, poco distante da Coimbra. La sua nuova casa si chiama Lousa Rugby Club. Il Campeonato Nacional da Divisão de Honra, il nuovo banco di prova.
Pasquale, come mai il Portogallo?
‘In Italia non avevo certezze e  volevo vivere una nuova esperienza di vita. Ho scelto il Portogallo per confrontarmi con un altro livello e capire come viene vissuto il rugby qui’.
Quali le differenze maggiori rispetto a quello italiano? E a quello rumeno?
‘Il campionato rumeno è molto fisico, caratteristica alla base del gioco. Per il momento non vedo moltissime differenze rispetto a quello italiano, anche se credo che quest’anno l’Eccellenza sia molto più competitiva’.
Si è già fatto un’idea del rugby portoghese?
‘Non completa. Ho capito che il livello è buono, ma c’è differenza tra le prime del gruppo e il resto delle squadre del campionato. Lo scorso week end, ad esempio, il Lisbona ha sconfitto il Viadana allo Zaffanella per la Continental Shield; ritengo che il livello sia buono’.
Sta studiano in Portogallo?
‘Non al momento’.
Gioca come professionista?
‘Si’.
Quello portoghese è un campionato professionistico?
‘Per gli stranieri si. Ma gli allenamenti vengono fatti di sera; in più ci sono le sedute giornaliere di palestra. In generale, non è puro professionismo, la gente lavora e gioca la sera’.
Soluzione spesso chiacchierata anche in Italia…
‘E’ il problema che abbiano nel rugby italiano, soprattutto in Eccellenza, dove si vive un professionismo che professionismo non è. Bisognerebbe lasciare il tempo ai giocatori di conciliare il gioco e l’attività sportiva con un lavoro’.
Quali aspettative ha per la stagione?
‘Il torneo in Portogallo è strutturato in diversi mini gironi, poi le rispettive prime due squadre classificate giocheranno i play off e le altre i play out. L’obiettivo del Lousa Rugby Club è giocarsi i play off’.
E quali sono i suoi progetti?
‘Sinceramente non saprei. Ogni anno è dura decidere se continuare o meno a giocare perché non si può vivere sempre di rugby’.

Autore: Andrea Nalio

Polesano, giornalista dal 2008, lavora come free lance a Londra e rappresenta l'anima operativa di RugbyMercato.it. Nel recente passato ha collaborato con i quotidiani Il Resto del Carlino e La Voce di Rovigo e condotto la trasmissione "Linea di Meta" per Radio Kolbe. Ha pubblicato anche un libro: «Pepenadores. Insieme ai cacciatori di rifiuti»: Reportage sulla dignità dei riciclatori informali della discarica di Oaxaca (Messico).

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