Michele Campagnaro giocherà con gli Harlequins

Michele Campagnaro e’ un giocatore degli Harlequins. La società’ londinese ha ufficializzato pochi minuti fa la firma del centro azzurro. Il 26enne si unirà’ ai nuovi compagni la prossima stagione.

‘Sono rimasto impressionato dalla cultura vincente di Paul Gustard – ha dichiarato il 42 volte azzurro -. So che il coach sta costruendo una squadra capace di vincere molto in futuro’.

Campagnaro continua cosi’ l’esperienza inglese dopo le tappe a Exteter e Coventry (Wasps)

(foto sito Harlequins)

I Personaggi del nostro rugby. Fabio ‘Hogan’, l’inarrestabile

Fabio ha due famiglie. Una, al rientro la sera, lo aspetta al termine dell’infinita giornata vissuta tra lavoro e campo. L’altra, scarpini addosso e ovale in mano, lo abbraccia in un rettangolo verde diventato negli anni accogliente come il salotto di casa. ‘Nella vita di uno sportivo la famiglia è fondamentale. Uno può impegnarsi al 110% ma se non è sereno, tutto diventa più pesante’. Fabio ‘Hogan’ Berzieri ha da tempo trovato un equilibrio tra gli affetti familiari e le gioie con i compagni di squadra. E nonostante abbia salutato la carriera agonistica – ‘Ho cominciato a giocare nel 1981, a 5 anni e smesso il 7 luglio 2018, a 42 anni’ -, il suo amore per la palla ovale lo ha spinto a iniziare un’altra carriera, quella di allenatore della mischia del Piacenza.
Fabio, il rugby, una passione che non muore mai.
‘Non ero pronto – e non lo sono ancora – ad abbandonare il campo. Così ho chiesto di poter allenare la mischia del Piacenza. Ho seguito i corsi di formazione e ho continuato il rapporto con il club dalla panchina. Una naturale evoluzione’.
Come ha vissuto questo cambio di ruolo?
‘Non pensavo fosse così impegnativo. Devi essere amico, psicologo, allenatore allo stesso tempo’.
Lavorare in un ambiente che già conosceva è stato d’aiuto?
‘Da parte dei miei ragazzi c’è molto rispetto. Rispetto che ho dovuto guadagnarmi nuovamente, nonostante fossi il capitano di questa squadra. Ho dovuto farmi trovare competente’.  
Come procede il suo percorso da allenatore?
‘Sto crescendo sotto molti aspetti, analizzando situazioni che da giocatore non vedevo. Ho cambiato terminologie di approccio e modo di allenare la prima linea. Ancora adesso sto crescendo. Se non vuoi più imparane nella vita hai finito di crescere’.
Al lavoro di campo affianca anche il lavoro quotidiano.
‘Sì, lavoro come marmista’.
Quindi come marito. E come padre.
‘Esco presto al mattino, attorno alle 6.30. Accompagno mio figlio all’asilo, quindi scappo al lavoro. Vado in palestra, preparo gli allenamenti e poi via, in campo, alle 5,30’.
Una giornata impegnativa.
‘Non sono mai a casa prima delle 10 di sera’.
Cosa la spinge a continuare a coltivare questa passione conciliando così tanti impegni di vita?
‘Da giocatore, anche l’aspetto economico. Ora, solo la passione dei miei ragazzi’.
La sua seconda famiglia.
‘Esatto. Questo è il bello del rugby. Costruisci rapporti che durano tutta una vita. Dopo 15 anni ho avuto modo di incontrare un amico neozelandese ed è stato come se il tempo non fosse mai passato’.
Cosa pensa la sua ‘prima’ famiglia?
‘A loro non pesa questa mia assenza. Mia moglie mi ha sempre seguito per i campi. Così come mio padre. Sono sempre al mio fianco. Credo che se il rugby non venisse accettato dalla famiglia di un rugbista, le cose diventerebbero difficili’.
La famiglia, carburante delle sue scelte.
‘Certo. Come ho detto, la tranquillità di casa conta in tutto ciò che facciamo. Anche nei viaggi verso il campo, in qualsiasi condizione meteo’.
Pensa mai ‘Ma chi me lo fa fare ancora’?
‘Certo, con il freddo, la nebbia. Ma quando guardo il borsone, gli scarpini, i messaggi dei ragazzi nelle chat…E’ così contagioso che passa tutto. In più, ho sempre vissuto in squadre molto calorose e unite: Noceto, Parma, Piacenza’.
Ha dei rimpianti?
‘No. Ognuno deve essere consapevole dei propri limiti. Forse è mancato il capitolo azzurro, ma non credo ci sarei potuto arrivare. Richiedeva un impegno fisico e di tempo nei confronti del quale non mi sarei riuscito a spingere’.
‘Tempo’, con cui combatte anche adesso.
‘Non ne ho proprio. Faccio piacere le macchine a mio figlio, ogni tanto facciamo due sgommate nel fango. Il rugby mi serve anche come valvola di sfogo. Poi un paio di volte l’anno mi concedo una trasferta ovale. Non sono ancora in pensione rugbistica’.
Trasmetterà la sua passione ovale anche suo figlio?
‘Sicuramente ci sarà un’influenza ovale. Ma è giusto che provi tutto, dal calcio al judo…’.
Sempre con la famiglia come alleato indispensabile.
‘Prima di qualsiasi scelta parlo sempre con mia moglie e mio padre. Per me è fondamentale’.

Morisi e Brex rinnovano con la Benetton

Dall’ufficio stampa della Benetton Treviso.

Benetton Rugby è lieto di comunicare i prolungamenti di contratto degli atleti Luca Morisi ed Ignacio Brex per le prossime due stagioni sportive.

Due conferme importanti per il club, che vede nei talentuosi centri due pedine fondamentali della linea dei trequarti biancoverde.

Morisi, milanese classe ‘91 (185 cm, 97 kg); dopo aver mosso i primi passi con l’ASR, nella stagione 2009 passa al Grande Milano in Serie A. Da lì, passando per l’Accademia FIR, nel 2011 arriva in Eccellenza indossando la maglia dei Crociati. A novembre di quell’anno Brunel, allora CT della Nazionale Maggiore Italiana, lo inserisce nel gruppo azzurro in vista del Sei Nazioni 2012 in cui farà il suo esordio a Roma contro l’Inghilterra.

L’esperienza biancoverde di Luca comincia da permit player nel 2011, in quelle gare appena ventenne mette in mostra un gran dinamismo e delle ottime accelerazioni che nella stagione 2013/2014 gli consentono di diventate definitamente un Leone.

Dalla gara casalinga contro Connacht del 3 Novembre 2011, suo esordio in biancoverde, ad oggi Luca ha collezionato 69 presenze con la nostra maglia. 20 sono invece le sue apparizioni con la maglia azzurra della Nazionale con la quale ha disputato 2 Sei Nazioni ed è al momento coinvolto per giocare il terzo.

Queste le parole di Morisi: “Sono felicissimo di prolungare il mio contratto con questo club, è bello vedere come stia rinascendo dopo alcuni anni bui e che adesso siamo lì, nelle posizioni che contano per giocarci l’accesso ai playoff. Il mio obiettivo è quello di dare tutto me stesso per questa società che mi ha cresciuto e che negli anni nonostante le mie stagioni difficili, causa infortuni, ha sempre dimostrato tanta fiducia nei miei confronti.”

HIGHLIGHTS LUCA MORISI

Brex, nato a Buones Aires il 26 maggio 1992, cresce nel San Cirano dove mostra subito le sue interessanti qualità che gli valgono la maglia dei Jaguares nel biennio 2013-2014 e quella dei Pampas XV sempre nel 2013. Veste la maglia dell’Argentina nelle selezioni giovanili Under 19 e Under 20, ma soprattutto costruisce la sua fama nel circuito internazionale con l’Argentina Seven.

Veloce e molto forte difensivamente, Nacho è un abile placcatore.

Nell’estate del 2017 arriva a Treviso dopo due stagioni trascorse a Viadana, club in cui ha dimostrato ampiamente anche le doti offensive mettendo a segno 80 punti, frutto di 16 mete, in 27 gare disputate. Con la maglia dei Leoni Brex ha ad oggi collezionato 21 presenze.

“Sono fiero di continuare il progetto cominciato un anno e mezzo fa con questo club. In questo arco di tempo sono cresciuto tanto e voglio continuare a farlo godendomi gli importanti successi che stiamo ottenendo. Darò ogni giorno il massimo mettendo al servizio della squadra tutte le mie qualità” – ha dichiarato il centro del Benetton Rugby

Il ds biancoverde Pavanello si è espresso sui due prolungamenti dicendo: “Oggi proseguiamo con gli annunci dei prolungamenti confermando due atleti che si sono messi in luce in quest’ultima stagione, degli eccellenti professionisti oltre che ottime persone fuori dal campo. Luca e Nacho formano insieme un bellissimo mix: dal canto suo Morisi offre in attacco tantissime soluzioni al piano di gioco di Crowley, dall’altro Brex nella cerniera dei centri offre solidità specialmente in fase difensiva”

HIGHLIGHTS IGNACIO BREX

Alto Livello. Campionato Italiano. Rugby nel Sud Italia. Pronti al Cambiamento passa la palla a Franco Tonni

Studio e valutazione dell’Alto Livello. Revisione del campionato italiano. Valorizzazione del rugby nel Sud Italia. Sono questi i tre aspetti principali che animano il programma di Pronti al Cambiamento, associazione decisa a offrire un’alternativa solida e concreta per lo sviluppo della palla ovale tricolore.

Nata nel 2015, l’organizzazione si è impegnata sin dal principio a mantenere costante la comunicazione con i club italiani riportando periodicamente idee e obiettivi alla base del progetto. Tra i rappresentanti del gruppo anche Franco Tonni, anima di quel Viadana che ha per anni sorvolato con maestria i campi nazionali, terminando poi la sua parabola ai piedi di un’Europa celtica che non ha mai veramente accolto gli Aironi come membro del proprio stormo.  

Oggi Tonni è tornato a bordo della nave ovale italiana condividendo cammino e visione con chi, come lui, pensa che un futuro più sereno per l’Italia ovale non sia poi solo una domestica utopia.  

Franco, dopo la lunga esperienza a Viadana ha abbracciato un nuovo progetto: Pronti al Cambiamento.
‘Stiamo raccogliendo belle soddisfazioni. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con i club italiani e con Pronti al Cambiamento ci stiamo facendo conoscere’.
Che messaggio volete trasmettere?
‘Vogliamo trasmettere un pensiero che non porti allo scontro, politica che gli ultimi presidenti federali hanno invece abbracciato’.
Il vostro obiettivo?
‘Creare una struttura che, in futuro, avrà uomini pronti a prendere le redini del rugby italiano se vedrà gratificato il proprio lavoro. Non condividiamo il comportamento della federazione attuale e per questo vogliamo essere pronti’.
Un pensiero riguardo il rugby italiano.
‘Il rugby italiano è articolato. Come federazione non è mai stato raggiunto lo stato legale di professionismo, ma abbiamo comunque due squadre professionistiche. Non ci sono esempi simili in altre Union importanti’.
Da qui il vostro primo punto: l’Alto Livello.
‘L’Alto livello va strutturato, rivisto. Serve dare continuità al lavoro delle due franchigie. Se Treviso è in linea con quello che dovrebbe essere il percorso di una squadra che vive il Pro14, le Zebre non lo sono affatto. E’ una situazione che va chiarita e che sta creando problematiche al bilancio federale’.
Secondo punto: campionato italiano.
‘L’Italia deve decidere se azzerare – come sta facendo questa Federazione – quel minimo di semi-professionismo che può essere un veicolo interessante per lo sviluppo dei giovani verso l’alto livello o ridurre il numero di squadre partecipanti per aumentare la qualità generale. Sono due filosofie diverse’.
Quale abbraccia Pronti al Cambiamento?
‘Se vogliamo tenere il passo delle franchigie dobbiamo ridurre il numero delle squadre nel campionato italiano. Creando le franchigie il rugby domestico ha perso interesse e qualità. E poi c’è una differenza importante da quando l’Italia ha iniziato questo cammino in Europa rispetto ad oggi…’.
Quale?
‘L’economia e l’attenzione verso il rugby è diversa. Il Super 10 pre Celtic fatturava 35/40 Milioni. Oggi questa cifra non viene raggiunta sommando Top 12 e franchigie insieme. L’aspetto economico è decisivo ed è evidente che sono stati commessi errori nel cammino verso l’alto livello. Bisogna rivederne i termini e le condizioni’.
Terzo punto: rivalorizzazione del rugby al Sud.
‘Il rugby Sud non esiste da anni. Catania è stata fucina di giocatori per tanto tempo e ora non riesce a esprimere più nulla. Pensiamo poi a L’Aquila, Benevento. Tanto talento che non può più essere incentivato con metodi classici e inefficaci come quello delle Accademie’. 
Tre punti. Tanto lavoro.
‘L’Italia soffre di alcune problematiche che non sono di facile soluzione. Geograficamente é simile alla Nuova Zelanda ma ha un sistema che ricorda quello della Scozia che però ha 5 milioni di abitanti e dimensioni pari a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna messi insieme. Abbiamo una sola realtà veramente professionistica. É necessario che pure a Parma si raggiunga il livello organizzativo-economico e di know-how di Treviso. Va detto però che in alcune zone d’Italia certi interessi verso il rugby non si sono mai accesi’
Primo aspetto da sviluppare?
‘Dobbiamo lavorare verso un sentiero comune, senza contrapposizioni. In Italia manca la capacità di cooperare e vivere le situazioni con una visione che vada oltre i propri interessi. La Federazione dovrebbe iniziare a ‘guardare’ alle risorse umane, formando e lasciando spazio. Non è più ammissibile ragionare con il ‘ghe pensi mi’. Il fallimento della federazione nasce dalla mancanza di visione’.

Biella presenta il nuovo utiliy back: Sam Evans

Dall’ufficio stampa del Rugby Biella.

‘Nella tarda serata di ieri, Biella Rugby ha concluso l’accordo lampo con Blackheath RFC e ingaggiato, fino a fine stagione, l’inglese Sam Evans fino a questo momento in prestito al Northampton Saints. La proposta e le parole di raccomandazione da parte del suo allenatore, vecchia conoscenza di Aldo Birchall, la visione di alcuni filmati e la disponibilità del giovane inglese a salire sul primo aereo per raggiungere Biella, sono le componenti che hanno minimizzato le trattative.

Il giocatore, classe ’97, 178 cm per 90 kg, in grado di giocare nei ruoli di mediano di apertura, centro o estremo, è arrivato a Biella in mattinata e si è sottoposto alla visita medico sportiva presso la Clinica La Vialarda di Biella nel pomeriggio.

Evans, dopo aver iniziato all’età di otto anni tra le fila del Sidcup RFC, ha giocato nell’accademia giovanile dei London Irish (squadra che milita nel campionato di Premiership) dai 15 al 18 anni arrivando a giocare nel 2015 con questa maglia nella A League.

Le sue parole dopo la sua prima giornata biellese: “Sono molto contento di essere arrivato qui a Biella. Non ho mai giocato all’estero fino a questo momento, ma ho sempre voluto fare questa esperienza. Tutti i giocatori e lo staff Brc mi hanno dato un caloroso benvenuto e mi hanno fatto sentire subito bene. Sono convinto che il campionato di Serie A che mi troverò ad affrontare, comporterà una grossa sfida fisica rispetto al rugby cui sono abituato, ma non vedo l’ora di essere messo in campo al fianco dei miei compagni”.

Corrado Musso direttore sportivo Biella Rugby: “Il ragazzo ci è piaciuto subito molto, ha un ottimo curriculum nonostante la giovane età. Ha tutte le caratteristiche che stavamo ricercando e visionati i filmati delle partite lo abbiamo contattato al volo. Il suo entusiasmo e la sua disponibilità al trasferimento immediato ci hannoconvinti immediatamente. È molto giovane e si mescolerà in fretta con la squadra, sono convinto possa fare molto bene fino al termine di questa stagione”. (foto sito Rugby Biella)

Eli Colin Snyman è un nuovo giocatore della Benetton Treviso

Eli Colin Snyman è un nuovo giocatore della Benetton Treviso. Ecco la nota diffusa dalla società veneta. 

Il Benetton Rugby è lieto di annunciare l’arrivo a titolo definitivo del seconda linea Eli Colin Snyman proveniente dai Blue Bulls.

Dopo il numero 8 Toa Halafihi, arrivato a Treviso da qualche settimana, un nuovo innesto entrerà a far parte del pack dei Leoni dalla stagione 2019/2020. Nato ad Harare (Zimbabwe) il 25 Gennaio 1996, 201 cm per 111 kg. Snyman inizia a giocare a rugby nella John’s Preparatory School, e nel 2009 viene selezionato per rappresentare la squadra Under 13 dello Zimbabwe in occasione della competizione scolastica denominata South African Craven Week. La carriera scolastica e di conseguenza rugbistica prosegue al St. John’s College di Harare, dove anche in questo caso Eli viene scelto per fare parte della rappresentativa nazionale e partecipare alla Craven Week.

Nel 2015 le performance del seconda linea vengono notate dai Blue Bulls con i quali sigla un contratto per entrare a far parte della loro accademia. Nello stesso anno nelle vesti di vice-capitano, partecipa sia al campionato provinciale Under 19, dando il suo contributo al raggiungimento della finale poi persa 23 a 25 contro Eastern Province, che a quello Under 21. Gli sforzi, al termine della stagione, valgono per Snyman il riconoscimento da parte dei Blue Bulls come “Avanti U19 dell’anno”.

All’inizio del 2016 partecipa alla Varsity Cup vestendo la maglia della UP Tuks (club universitario di Pretoria affiliato all’accademia dei Blue Bulls, ndr), e nel marzo viene selezionato per far parte della Nazionale U20 Sudafricana. Il 10 maggio 2016 Eli viene incluso nel gruppo che ha poi preso parte al Campionato del Mondo U20 tenutosi a Manchester, scendendo in campo da titolare in ogni match disputato dagli Junior Springboks.

Infine, dopo l’esperienza in Nazionale, Snyman viene selezionato dai Blue Bulls per fare il proprio esordio in Currie Cup e nella SuperSport Rugby Challenge.

Le prime dichiarazioni del neo giocatore biancoverde: “Sono molto felice di firmare con il Benetton Rugby. Non vedo l’ora di unirmi ad una squadra competitiva che cresce e si evolve continuamente. Il club si sta muovendo nella giusta direzione e sono entusiasta di arrivare il prossimo luglio. Ho seguito la squadra da vicino e dopo aver parlato con lo staff ho capito che questa era la scelta giusta per la mia carriera. Sarà una sfida per me arrivare in un nuovo paese, ma sono convinto che coach Crowley ed il suo staff siano le persone giuste per aiutarmi nella crescita. Sono giovane, entusiasta e desideroso di dare un grande contributo alla famiglia Benetton Rugby”

Queste le dichiarazioni del direttore sportivo Antonio Pavanello: “Siamo molto contenti di esserci assicurati un giovane di prospettiva dotato di qualità tecniche e fisiche notevoli, Snyman arriverà a luglio dopo aver concluso la stagione con i Bulls. Inoltre la prossima stagione sarà più che mai impegnativa per la Nazionale Maggiore, considerati gli impegni come Sei Nazioni e Coppa del Mondo ai quali sicuramente i nostri leader della touche prenderanno parte. Anche per questo motivo abbiamo bisogno di un giocatore come Eli che possa farsi carico della gestione importantissima della rimessa laterale. Snyman, inoltre, ha già giocato con Herbst e conosce anche Negri: tutto ciò non potrà che facilitare il suo inserimento all’interno del gruppo.”

Colpo a sorpresa del Petrarca. Ecco il neozelandese Angelo Leaupepe

Colpo a sorpresa del Petrarca che ufficializza il tre quarti neozelandese Leaupepe. Ecco la nota ufficiale della società patavina.

E’ arrivato questa mattina a Padova ANGELO LEAUPEPE, il nuovo giocatore dell’Argos Petrarca Rugby.

Centro o ala di un metro e 94 per 105 chili, è nato a Redcliffe (Queensland, Australia) il 29 luglio 1997, ma è cresciuto in Nuova Zelanda (ha passaporto neozelandese) prima di trasferirsi a Melbourne con la famiglia a 10 anni. Arriva al Rugby Union dopo alcuni anni di Rugby League (a 13). Fa parte della Melbourne Storm Academy di Rugby League, e dopo 3 anni passa al Rugby a 15, quando la franchigia dei Melbourne Rebels arriva ad allenarsi proprio vicino ai campi del League, e Angelo, incuriosito, cambia disciplina.

“All’inizio non è stato facile”, spiega, “poi sono entrato bene nella mentalità del Rugby Union”. Dopo la stagione 2015/2016 con i Melbourne Storm (League), nel 2017 e 2018 si fa notare con i Rising (Rugby a 15, club di Melbourne), scelti dal giocatore per poter rimanere vicino alla famiglia, cui è molto legato, e agli amici. Il campionato di club, vinto, si chiama NRC.

Nel 2017 è stato convocato anche per la Nazionale australiana Under 20. Inizia a giocare in Nuova Zelanda, poi passa al League quando si trasferisce in Australia.

E’ il più vecchio di 7 fratelli, ci sono 20 anni di differenza tra lui e il più giovane.

Negli ultimi mesi ha fatto la prestagione con i Melbourne Rebels, franchigia di Super Rugby.

Le sue caratteristiche sono quelle di essere fisicamente forte, potente e un placcatore “ruvido”.

“Amo l’Italia, non ci sono mai stato ma so che è un Paese bellissimo, e quindi sono felice di essere qui. E’ la mia prima volta in Europa, spero davvero di essere utile alla squadra. Il mio ruolo preferito? Secondo centro, numero 13, ma sono a disposizione dell’allenatore. Ho guardato le partite del Petrarca, voglio essere pronto al più presto, e poi sono rimasto impressionato dagli impianti, stupendi. Il nome italiano? Piaceva ai miei genitori, è bellissimo. Doveva arrivare una femmina, Angela, invece sono arrivato io e il nome è stato cambiato al maschile. In famiglia siamo 3 sorelle e 4 fratelli”.

Questo invece il commento del club: “La società è andata sul mercato per completare la rosa in base anche alle necessità e alle richieste degli allenatori”, spiega il Direttore Generale Beppe Artuso. “Non abbiamo ancora finito però: siamo alla ricerca anche di un altro giocatore, speriamo arrivi presto”.

“La scelta di Leaupepe, che abbiamo avuto modo di seguire negli ultimi mesi, è stata fatta allo scopo di migliorare la rosa con giocatori giovani”, spiega il D.S. del Petrarca, Corrado Covi. “Lui ha 21 anni e un buon prospetto per il futuro. Angelo è nella rosa dei Rebels e ha le caratteristiche fisiche e di gioco che noi cercavamo. Farà questi cinque mesi mesi con noi, speriamo con un buon rendimento”.

I Personaggi del nostro rugby. Giuseppe, l’eroe di Serie C

Un eroe si nasconde sotto tante vesti. Si racconta di lui come di una persona che, con virtù di abnegazione, si impone all’ammirazione di tutti. Sacrificio, coraggio, determinazione ne completano poi la figura. E come nella vita quotidiana, anche lo sport si coccola i propri eroi. Giocatori poco chiacchierati, lontani dalle luci di un palcoscenico destinate ad altri. Ma non per questo meno leggendari nelle gesta che compiono.

Nessuna coppa o medaglia nel loro cammino. Ma l’ammirazione di chi, conoscendoli, ne riconosce il pregio.

Tra di loro, spiccano i giocatori ‘di provincia’. Giovani e meno giovani che preparano il bosrone al mattino. Lavorano o studiano durante il giorno. E la sera, prima godersi un mertitato riposo, sanno che il loro compito non è ancora finito. Il ticchettare metallico degli scarpini scandisce l’ultima corsa della giornata.

Tanti eroi ovali ricamano il campionato di Serie C. A Frassinelle uno di loro si chiama Giuseppe Mortella. Una vita in prima linea a rafforzare l’impegno – eroico – condiviso con i suoi tanti compagni di viaggio.    

Ricorda come è iniziato il suo percorso ovale?
‘I primi mesi di quarta elementare incontrai a scuola un allenatore del Rovigo, Gianni Visentin, che venne per mostrarci le basi di questo sport. Non ne avevo mai sentito parlare, nella città d’origine della mia famiglia, Lecce, l’unico sport che esiste è il calcio. A fine ottobre ero già in campo 3 al Battaglini a fare il primo allenamento. Mio papà il primo anno era disperato, non riusciva a concepire uno sport con una palla ‘deformata’. A distanza di qualche mese, con le prime trasferte e i primi gazebi dei genitori, cambiò idea drasticamente’.
Si definisca come rugbista.
‘Molto forte tecnicamente e con un’ottima visione di gioco. Ho qualche pecca dal punto di vista atletico’.
Tre caratteristiche che un rugbista ‘di provincia’ deve avere.
‘Umiltà, passione, rispetto dell’avversario. Cose che dovrebbe avere un rugbysta di qualsiasi livello’.
Cosa, invece, un rugbista ‘di provincia’ non deve avere?
‘Senso di inferiorità, poca dedizione al lavoro. Nonostante si sia rugbysti per passione, il nostro è uno sport che senza una buona forza di volontà a lavorare e preparare il fisico agli sforzi della domenica, porta ad infortuni. Magari non gravi, ma continui’.
Come concilia la vita quotidiana con la vita da sportivo?
‘Basta solo organizzarsi e si riesce a far tutto. Senza però dimenticare che prima di tutto viene la famiglia, poi il lavoro e poi il rugby’.
Lo spavento più grande mai provato in campo.
‘Nessun grande spavento. Penso che un rugbysta deve essere pronto a tutto quando entra in campo’.
La gioia più grande mai provata in campo.
‘Aver segnato la meta contro la cadetta del Rovigo, l’anno scorso in campo 1 al Battaglini’.
Rimanere in una categoria non professionistica è stata una scelta? Ha mai avuto l’ambizione di diventare professionista?
‘E’ stata una scelta rimanere a Frassinelle. Al tempo mi aveva cercato il Villadose. Rifiutai, non per mancanza di ambizione, ma perché sentivo che il mio debito nei confronti dei gialloblu non si era ancora saldato (seppure in alcuni momenti ho dovuto mandare giù qualche boccone amaro). Per come la vedo io per diventare un pro avrei dovuto giocare all’estero. Quindi no, mai avuto un’ambizione del genere. Soprattutto negli ultimi anni per giocare a rugby devi avere determinati requisiti fisici che io non ho’.
Tutti non sanno che Giuseppe Mortella…
‘…suona l’Ukulele’.
Amore per il rugby a parte, cosa la motiva ogni stagione?

‘Far salire di categoria la prima squadra e far crescere l’intera società. I desideri che richiedono più tempo per farli avverare sono quelli che regalano più soddisfazione’.
Segue un rito speciale prima delle partite?
‘150g di pasta al pesto’.
Una scelta che non rifarebbe.
‘Smettere di giocare per 4 anni’.
Hobby oltre al rugby.
‘La musica, i film e l’arte in generale’.
Canzone preferita.
‘Proprio per la risposta precedente non mi è facile rispondere. Ci sono canzoni che è impossibile non citare, una fra tutte Bohemian Rapsody. Se dovessi dire quella che meglio mi rappresenta direi Hopeless Wanderer dei Mumford & Sons, o Il Suonatore Jones di Fabrizio de André’.
Libro preferito.
‘Il Piccolo Principe’.
La persona più importante della sua vita.
‘Eehh adesso volete sapere troppo…’.

The Irish are back! Gli Exiles salutano Reading e tornano a Londra

(foto sito London Irish)

Dopo 19 anni lontano dalla capitale i London Irish hanno ufficializzato il rientro a Londra che avverrà dalla stagione 2020/2021. Il club, che si era trasferito a Reading (una piccola città a poco più di 40 km da Londra) nel 2000 saluta così il mitico Madejski Stadium, casa inoltre del team di calcio cittadino visto all’opera anche in Premier League.

La nuova residenza dei biancoverdi sarà il Brentford Community Stadium, complesso di 17,250 posti a sedere non distante dalla casa degli Harlequins (ovest di Londra). Harlequins che nel 1999, prima dell’addio degli Irish alla capitale inglese, avevano condiviso lo stadio The Stoop proprio con gli ‘irlandesi’.

Gli Irish continueranno comunque a condividere il terreno di gioco con la locale squadra di calcio, il Brentford FC.

Il ritorno a Londra, ipotesi che da alcuni anni aveva iniziato a circolare negli ambienti ovali inglesi è visto anche in chiave economica. La vicinanza al cuore della città potrà attirare nuovi finanziatori e avvicinare nuovi tifosi al club.

Ben tornati a casa, London Irish.

God save Danny Cipriani (da se stesso)

Non è ancora finita la storia tra il rugby inglese e Danny Cipriani. Il mediano di apertura travestito da bad boy non ha abbandonato del tutto il sogno di giocare la coppa del Mondo con la sua Nazionale. Un obiettivo che il mediano classe ’87 aveva messo in cima ai propri desideri da esaudire già la scorsa stagione, decidendo di rimanere in Premiership e firmando così con Gloucester (rinunciando ad allettanti offerte provenienti soprattutto dalla Francia).

Una decisione che sembrava aver dato ragione al metronomo di Roehampton, considerata la chiamata in Nazionale da parte di Eddie Jones per il tour estivo della Rosa in Sud Africa. Ma la fama, che spesso ha preceduto il numero dieci in carriera, non lo ha abbandonato nemmeno in quell’occasione. ‘Se si comporta bene starà in squadra per molto tempo; altrimenti ci sono sempre aerei che partono da Johannesburg e riportano in Inghilterra’, lo aveva subito avvertito Jones.

Aereo che però Cipriani ha ripreso insieme a tutta la squadra, convincendo durante l’ultimo test e riaprendo la porta in vista di una più stabile presenza tra l’elite inglese.

Porta che però Cipriani si è sbattuto rumorosamente in faccia in agosto quando, poco prima di iniziare la sua nuova avventura in Cherry and White, si è fatto arrestare a Jersey per aver aggredito un ufficiale di Polizia all’uscita di un night club.

La sua carriera con la maglia della Nazionale è finita’, il pensiero comune offerto dalla stampa inglese all’indomani della notizia del suo arresto.

Cipriani però, nonostante l’impallidirsi del suo obiettivo a medio/lungo termine (Test match-Sei Nazioni-Mondiale) e un compresibile senso di colpa nei confronti dei suoi nuovi tifosi ha ricominciato a lavorare duramente sul campo. Nominato ‘Player of the month’ in settembre, Cipriani ha sin qui giocato 9 partite su 12 in campionato, messo a segno 45 punti (1 meta), completato 62 placcaggi e 219 passaggi.

Il tutto ha condotto Gloucester al quarto posto in classifica, in corsa per i play off.

Interessante il dato sulle statistiche. I numeri infatti raccontano di quanto il mediano di apertura sia un giocatore completo. Un rugbista in grado di usare la testa (in modo giusto…) quando dialoga con la palla e che non disdegna la tipica fisicità del rugby inglese.

Quando è il momento di inventare poi non si tira indietro, iniziando, supportando e concludendo l’azione se necessario. Affidabile dalla piazzola, Danny sarebbe senza dubbio una freccia in più nella già ricca faretra di Eddie Jones. Jones che tuttavia ha trovato un’affidabile alchimia tra Farrell e Ford, affidando al metronomo dei Saracens le chiavi del gioco inglese e sfruttando le qualità del giocatore dei Tigers a partita in corso. Quando sale Ford, Farrell slitta a primo centro, regalando alla Rosa l’opzione di doppio playmaker affiancata al solido gioco difensivo che Farrell può senza dubbio garantire.

Ecco perché l’inserimento di Cipriani in questo già provato ingranaggio tattico complicherebbe il piano di Jones a meno di anno dal Mondiale. Se poi il 10 di Gloucester ci mette del suo compromettendo il buon lavoro delle ultime stagioni…

Lui però ci spera ancora e nonostante un problema al petto (non è certo il suo recupero per il Sei Nazioni) ha già iniziato a trattare con Gloucester per il rinnovo contrattuale. ‘Si, sto parlando con i dirigenti. Stiamo ragionando per le prossime due stagioni’, ha confermato Cipriani alla stampa inglese.

Nessun riferimento tuttavia al desiderio di tornare in Nazionale. Lui ci spera. Gloucester fa il tifo per lui. Sperando, in futuro, di leggere il suo nome solo nelle cronache sportive. L’Inghilterra non ha ancora voltato le spalle a Cipriani. E, forse, la porta diretta al suo paradiso non si è ancora chiusa del tutto.  

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi