A tu per tu con Pierfrancesco Anibaldi: anima e guida del Gran Sasso Rugby

Tra gli insegnamenti quotidiani e la palla ovale, Pierfrancesco si concede ogni tanto anche una pedalata per ricaricare le batterie o una discesa sugli sci per respirare aria fresca. La routine di Anibaldi si chiama infatti Gran Sasso Rugby, società per la quale ricopre il ruolo di Direttore Generale. ‘Svolgo questo ruolo dal 2004 e da allora non mi sono mai fermato’. Dall’attività giovanile svolta in collaborazione con il Sambuceto ai compiti logistici e organizzativi che riempiono le giornate del club di Serie A, sono molti gli aspetti che Pierfrancesco Anibaldi cura in prima persona, coadiuvato da un team di volontari che gestisce la vita della società abruzzese.


Da quanti anni svolge il ruolo di DG per il Gran Sasso Rugby?
‘La mia attività con la Gran Sasso rugby è nata dall’origine della società. Insieme al professor Paolo Perrotti, al tempo insegnante di educazione fisica all’ICSMEM di Navelli, decidemmo di creare una società grazie alla quale potessero continuare a giocare tutti i ragazzi dell’ente scolastico esistente. Era il 2004, e da allora non ho più cessato di svolgere il mio ruolo all’interno della società’.
Quali sono i suoi compiti principali?
‘La mia attività all’interno della Gran Sasso rugby è a 360 gradi: ricerca e rapporti con gli sponsor, appoggio allo staff tecnico, allo staff medico. Tengo i contatti con l’Amministrazione comunale del Comune di Villa Sant’Angelo, proprietaria della struttura sportiva che abbiamo in gestione. Mi occupo poi della cura della stessa struttura attraverso la scelta delle aziende che intervengono per  mantenere il manto erboso e tutte le altre mille necessità per lo svolgimento dei campionati. Sono poi in stretti rapporti con la società Sambuceto Rugby 2008 che cura, per delega, tutta l’attività giovanile della Gran Sasso rugby’.
Svolge questo ruolo come professione o ha anche un’altra occupazione?
‘Di professione sono un insegnante, tutta l’attività che svolgo in seno alla Gran Sasso Rugby è attività di volontariato, così come quella dei dirigenti del club’.
Quali sono le difficoltà principali che incontrate quotidianamente?
‘La principale difficoltà è quella di reperire i fondi per portare avanti l’attività. Indubbiamente una volta trovati è più facile affrontare le difficoltà che, inevitabilmente, presenta ogni campionato’.
Recentemente, avete piazzato un colpo di mercato di livello
internazionale (Guimaraes Vieira). Come viene gestito il mercato da una società di Serie A?
‘La nostra società è ormai conosciuta e spesso ragazzi di altre città si avvicinano a noi per entrare a far parte della famiglia, il più delle volte consigliati da amici comuni. Per quanto riguarda il mercato internazionale, la nostra ricerca è indirizzata verso giovani che hanno voglia di una esperienza di gioco italiana’.
Spesso l’idea di tentare la scalata alla promozione è frenata dai maggiori costi che comporterebbe una salita di categoria. Come impostate e gestite i vostri obiettivi societari?
‘Cerchiamo di non fare mai il passo più lungo della gamba. Abbiamo sempre mantenuto le promesse economiche fatte ai nostri tesserati. I nostri obiettivi sono sempre strettamente collegati alle disponibilità economiche’.
Avete un settore giovanile completo. Quale è la vostra politica in merito all’attività junior?
‘Il nostro settore giovanile è portato avanti e curato dal Sambuceto Rugby 2008, società sorella con la quale abbiamo iniziato un progetto a partire dal 2009. Grazie a questo, alcuni ragazzi, cresciuti nelle giovanili curate dal presidente Angelone, sono arrivati fino alla prima squadra. Riteniamo che l’attività giovanile sia di vitale importanza per qualsiasi squadra di qualsiasi sport. Noi portiamo avanti un’attività all’interno delle scuole con la consapevolezza di gettare il seme di questo sport e la speranza di poterne raccogliere i frutti’. 
Come è il rapporto con la Fir?
‘E’un rapporto complesso perché non sempre sono d’accordo con le scelte effettuate, ma questo succede anche nelle migliori famiglie…’.
Come vivete la ‘rivalità’ territoriale con L’Aquila?
‘L’Aquila è una società che ha decenni di storia alle spalle, il Gran Sasso ha solo un decennio, credo che non si possa proprio parlare di rivalità. Piuttosto di una scelta alternativa’.
Rugby a parte, quali passioni coltiva?
‘Le passioni che mi accompagnano da una vita sono il ciclismo e lo sci. Il mio tempo libero dal rugby lo trascorro sulla bicicletta e, quando è possibile, sugli sci’.
Il grande obiettivo del Gran Sasso Rugby?
‘Se parliamo di un obiettivo immediato, sicuramente posso dire la permanenza in serie A, se guardiamo avanti non posso pensare che a una crescita strutturale e tecnica della società, che consenta alla Gran Sasso Rugby di occupare un posto importante nel panorama rugbystico italiano’.

(foto sito Gran Sasso Rugby)

Autore: Andrea Nalio

Polesano, giornalista dal 2008, lavora come free lance a Londra e rappresenta l'anima operativa di RugbyMercato.it. Nel recente passato ha collaborato con i quotidiani Il Resto del Carlino e La Voce di Rovigo e condotto la trasmissione "Linea di Meta" per Radio Kolbe. Ha pubblicato anche un libro: «Pepenadores. Insieme ai cacciatori di rifiuti»: Reportage sulla dignità dei riciclatori informali della discarica di Oaxaca (Messico).

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