A tu per tu con Jean Marcelin Rorato: il numero nove ‘casinista’

Sul sito del San Donà Jean Marcelin si descrive come casinista. Imprevedibile. Caratteristiche indispensabili per chi si aggira attorno a un pacchetto di giganti e, con la palla in mano, decide in un istante come impostare il gioco della squadra. Ma lo spirito di Rorato è accompagnato anche dalla calma che la vita gli ha trasmesso grazie alle sue certezze. Il pensiero alla mamma adottiva e a chi, nel suo percorso di crescita, lo ha aiutato a diventare un giovane uomo. Jean Marcelin Rorato, oggi, con i suoi 28 anni, è un veterano di un Eccellenza sempre in evoluzione. Dopo 15 anni di San Donà, proverà in Toscana, ai Medicei, a realizzare il suo primo sogno ovale. Il secondo, magari, tra qualche anno. Haiti, certamente, lo aspetterà.  
Partiamo dalla stagione da poco conclusa, a un passo dai play off. Come giudica il cammino del San Donà?

‘Non è facile descrivere questa stagione, gli obiettivi erano alti, ma avevamo la squadra giusta per centrarli. Sono deluso per come è finita, avevamo il potenziale per arrivare i play off’.
Il percorso è stato comunque interessante.
‘Quest’anno si è visto un ottimo San Donà, siamo riusciti a compiere diverse imprese: abbiamo vinto il Trofeo Eccellenza, sconfitto Calvisano, Rovigo, Viadana, siamo andati vicino alla vittoria a Padova’.
Cosa è mancato?
‘Forse un po’ di maturità. Il ‘vincere le partite che più contano’, come nella parte iniziale della stagione o nelle sfide con Fiamme Oro e Reggio alla fine’.
Quale sarà il suo prossimo passo?
‘Riuscire a migliorare sempre per dimostrare di essere un ottimo mediano di mischia. Dal prossimo anno giocherò in una nuova squadra e dopo 15 anni a San Donà per me sarà un grande cambiamento. Dovrò imparare a gestire meglio i miei tempi e gli spazi in un nuovo ambiente. Spero di giocare molto e dimostrare il mio livello’.
Come è iniziato il suo percorso con il rugby?
‘A 11 anni ero un bambino esuberante, ai miei genitori venne consigliato di farmi praticare uno sport. Mio padre mi portò al campo di San Donà. Ricordo ancora quel giorno. Dopo il primo colpo ricevuto da un compagno più grande di me, decisi che non volevo mollare. Quella stessa settimana partecipai al mio primo torneo’.
Quale è il suo obiettivo di carriera?
‘Voglio giocare e vincere i play off’.
Hobby oltre al rugby?
‘Mi piace praticare diversi sport. Calcio, Basket, faccio Yoga. Adoro poi camminare in montagna, sciare o usare lo snowboard’.
E se non pratica sport?
‘Mi piacciono tanti generi musicali, seguo molte serie televisive e mi piace guardare film. E, certo, anche riposare…’.
La persona alla quale pensa sempre prima di entrare in campo.
‘La mia mamma adottiva, che è venuta a mancare nel 2011. I miei pensieri sono sempre per lei. Così come per nonna Amelita e Suor Anna, che mi hanno aiutato a essere la persona che sono oggi’.
Il compagno di squadra più disordinato?
‘Non saprei. In spogliatoio non ho mai fatto caso a questo. Forse, alla fine, sono proprio io’.
Il compagno di squadra più ordinato?
‘Penso Jaco Erasmus, però ci sono anche Paul Derbyshire, James Ambrosini, Andrea Pratichetti, Andrea Michelini, Matteo Falsaperla, tutti molto precisi e ordinati sia nelle loro postazioni in spogliatoio che in campo’.
Il compagno di squadra con il quale nessuno vuole sedere nel pullman durante le trasferte.

‘Ci sono compagni che chiacchierano molto, ma la maggior parte delle volte ascoltano musica o riposano gli occhi, concentrandosi sulla partita’.
Se Jean Marcelin non fosse un giocatore di rugby, cosa sarebbe?
‘Probabilmente sarei un soldato o semplicemente solo un giardiniere. O magari un insegnante di ginnastica, mi piace trasmettere la passione dello sport ai ragazzi, a scuola se ne pratica sempre meno’.
Quali sono i suoi obiettivi di vita quando saluterà il rugby giocato?
‘Non ci ho mai pensato. Un desiderio, comunque, ci sarebbe. Quello di ritornare ad Haiti e riavvicinarmi alle mie origini, magari aiutando a far conoscere meglio il rugby anche sull’isola’. (foto sito San Donà e profilo Facebook Jean Marcelin Rorato)

 

Autore: Andrea Nalio

Polesano, giornalista dal 2008, lavora come free lance a Londra e rappresenta l'anima operativa di RugbyMercato.it. Nel recente passato ha collaborato con i quotidiani Il Resto del Carlino e La Voce di Rovigo e condotto la trasmissione "Linea di Meta" per Radio Kolbe. Ha pubblicato anche un libro: «Pepenadores. Insieme ai cacciatori di rifiuti»: Reportage sulla dignità dei riciclatori informali della discarica di Oaxaca (Messico).

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