CRITERI DI UTILIZZAZIONE DEI GIOCATORI DI FORMAZIONE NON ITALIANA

Daniel Faasen con la maglia dei Blue Bulls

Prendiamo spunto dalla decisione del Giudice Sportivo, che in occasione della prima giornata di campionato ha stabilito:

Partita persa a L’Aquila RC con il risultato acquisito sul campo (47-7, 5-0), quattro punti di penalità e 100€ di sanzione pecuniaria per L’Aquila Rugby Club per aver schierato quattro giocatori di formazione non italiana, nessuno dei quali in possesso dei requisiti previsti dalla normativa federale di cui al punto 1 lett. C di pag 103 della Circolare Informativa 2015/2016.

Il regolamento impone un massimo di quattro giocatori non di formazione, a patto però che almeno uno di questi sia Under 24, piuttosto che abbia militato in Italia con continuità negli ultimi 24 mesi, condizione questa che lo renderebbe eleggibile per vestire la maglia di una celtica (i casi Steyn e Vunisa parlano chiaro…), mentre i mesi devono salire a 36 per poter vestire la maglia di una Nazionale, in qualità di equiparato.

Ecco la norma nel dettaglio:

C) CRITERI DI UTILIZZAZIONE DEI GIOCATORI DI FORMAZIONE NON ITALIANA
Le società di serie Eccellenza sono tenute ad inserire nella lista di ciascuna gara disputata un massimo di 4 giocatori di formazione non italiana di cui 1 soddisfi le condizioni sotto riportate, pena l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 29 del Regolamento di Giustizia.
Dei quattro giocatori di formazione non italiana schierati in ciascuna gara almeno uno deve soddisfare una delle seguenti condizioni:
a) essere nato nell’anno 1991 o successivi;
b) aver giocato in via continuativa in Italia per le due stagioni sportive precedenti. Per continuità si intende che il giocatore nelle due stagioni sportive non abbia giocato in campionati di altre federazioni.

Per quanto discutibile, si tratta chiaramente di voler spingere i club a reclutare giocatori che in prospettiva possano dare un contributo diretto alla Nazionale e, prima, alle due franchigie impegnate in Pro12. Con questo stesso spirito la Federazione un anno fa aveva dato mandato ad alcuni dirigenti di ricercare giovani talenti nelle isole del pacifico…

Un regolamento questo che è stato chiaramente violato dal club abruzzese, reo di aver dato per scontato che il mediano di mischia Daniel Faasen avesse giocato unicamente per il Badia Rugby nelle due stagioni precedenti, risalente al 2013 infatti il primo tesseramento del talento sudafricano per il club polesano.

Nel caso specifico purtroppo la continuità dei 24 mesi in Italia, però, on c’è stata:  Faasen ha giocato infatti la Vodacom Cup 2014 (ergo stagione 2013/14) con gli Eagles, come da immagini… A giugno 2014 poi ha giocato anche la Currie Cup, stando alle statistiche riportate da un noto portale straniero http://www.itsrugby.co.uk/player-18942.html… quello che è uno dei numeri 9 stranieri più forti del campionato, per questa volta ha finito col penalizzare il proprio club. La colpa certamente sua non è, ma basta veramente poco a rendere un campionato ancor più complicato.

 

Chiliboy Rallepelle squalificato per doping

Mahlatse ‘Chiliboy’ Ralepelle, tallonatore ex Springboks del Tolosa è stato squalificato per positività agli steroidi anabolizzanti.

A darne notizia è stata direttamente la World Rugby, attraverso il sito web  “Keep Rugby Clean”. Per la federazione internazionale ha parlato lo stesso ceo Brett Gosper, spiegando come: «World Rugby porta avanti una policy di tolleranza zero sul doping e i giocatori sono responsabili per ogni sostanza proibita trovata nel loro corpo. Il Rugby è fondato sul fair play e sulla promozione dello stesso sul campo da parte di ogni giocatore. Questo particolare caso illustra il rigoroso programma anti-doping che la World Rugby porta avanti in collaborazione con la Wada, sia dentro che fuori dal campo».

22 volte internazionale con i Boks tra il 2006 e il 2013, i 28enne Rallepelle diventa così un esempio da perseguire: già fermato per una positività alla metilexaneamina nel 2010, è stato infatti trovato positivo ad uno steroide, il drostanolone, durante un controllo lo scorso 19 marzo 2014, mentre stava recuperando da un’operazione che aveva interessato i legamenti crociati anteriori del suo ginocchio, infortunato a febbraio durante un match contro Biarritz.

Trovato positivo anche alle contro analisi, era stato riconosciuto colpevole di violazione de regolarmente antidoping lo scorso 2 giugno, benché lo stop precauzionale fosse partito già ad aprile. Per questo potrà tornare in campo nell’aprile 2016, probabilmente in Sud Africa, dato che nel frattempo il contratto con Tolosa si è chiuso a giugno.

Il giocatore si è sempre dichiarato innocente, dicendo che potrebbe esserci stata una contaminazione involontaria durante le sue cure per l’infortunio al ginocchio, mentre i suoi avvocati parlavano – invece – di un vizio di procedura. Questo mentre per le contro analisi sono occorsi mesi, a causa – pare – di un presunto problema con il campione B, cioè quello da utilizzare per le contro analisi. Contro analisi che ne hanno comunque confermato la positività.

Mancano dunque nove mesi per un possibile ritorno in campo, ci sarà un nuovo capitolo nella carriera di Rallepelle?

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